a cura di Michaela Camilleri e Mara Guarino, da ilpuntopensionielavoro.it
Sempre più insostenibile il costo delle attività assistenziali a carico della fiscalità generale, che sale a 144,748 miliardi di euro: dal 2008 l’incremento strutturale è stato di oltre 41 miliardi, di 3 volte superiore all’incremento della spesa per pensioni. Dal Nono Rapporto Itinerari Previdenziali, ancora una volta, dati che certificano l’enorme peso dell’assistenza sul sistema di protezione sociale italiano.
Calano gli occupati (22.839.000 a fine 2020) e aumentano leggermente i pensionati (16.041.202), con ripercussioni sul rapporto attivi/pensionati, in peggioramento – da 1,4578 a 1,4238 – dopo il record positivo del 2019. Si riduce il numero delle prestazioni in pagamento, comunque in media 1,4162 per pensionato, mentre passa dai 18.765 del 2019 euro a 19.181 euro al 2020 l’importo medio effettivo del reddito pensionistico. Il tutto mentre l’andamento della spesa per prestazioni di natura previdenziale soffre la pandemia ma si conferma tutto sommato sotto controllo, per quanto in crescita: nel 2020, ha raggiunto i 234,7 miliardi di euro, pari al 14,20%, del PIL; l’aumento rispetto all’anno precedente è dell’1,95% e in gran parte imputabile alle conseguenze del nuovo coronavirus, che ha causato un crollo di quasi 9 punti percentuali (-8,9%) del Prodotto Interno Lordo italiano.
È un quadro per forza di cose condizionato dalle minori entrate e delle maggiori spese imputabili a COVID-19, quello tracciato dal Nono Rapporto sul Bilancio del Sistema Previdenziale italiano Itinerari Previdenziali, presentato ieri su iniziativa del Senatore Sergio Puglia, Membro della Commissione parlamentare per il controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, in diretta streaming dalla Sala “Caduti di Nassirya” a Piazza Madama, Roma, nel corso di una conferenza stampa dedicata. Una sintesi degli andamenti di spesa pensionistica, entrate contributive e saldi nelle differenti gestioni pubbliche e privatizzate, cui si aggiunge un’importante opera di riclassificazione (con ripartizione tra previdenza e assistenza), utile sia a tracciare un bilancio del 2020 sia a effettuare previsioni sulla sostenibilità del welfare italiano, ancor di più alla luce della crisi sanitaria, economica e occupazionale provocata da SARS-CoV-2….
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