La COSMED e le PENSIONI

Per alcuni giorni ci siamo trattenuti. Ma, alla fine, abbiamo scritto questa breve nota.

Nei giorni scorsi “Il Giornale” (articolo di A. Signorini – leggi tutto l’articolo nella sez. Documenti del 26.08.18) ha riportato un intervento del Segretario COSMED, Giorgio Cavalletto, relativamente al tema “pensioni d’oro”. Il cuore della sua dichiarazione ha riguardato questo aspetto:

«… gli 80.000 euro annui lordi attuali (il valore minimo per i tagli pensionistici, proposti dal DDL giallo-verde) equivalgono, con le addizionali comunali, regionali, ad assegni pensionistici da 3.780 a 3.922 euro netti per 13 mensilità. Quindi compare una nuova sigla sconosciuta: i 3.700 euro netti/mese»

Commentino LEONIDA:

  1. “Perfetto, Giorgio. Sono 4008 euro netti/mese, per 12 mensilità… Ossia l’obiettivo teorico dei 5S… Nulla quaestio…”
  2. “Cara Cosmed, dove sei stata nascosta, dal 2014 ad oggi, mentre i governi PD massacravano le pensioni, con il contributo di solidarietà e con la mancata rivalutazione?”
  3. “Quali iniziative legali ha attivato, dal 2014 ad oggi, la Cosmed a tutela dei “suoi” pensionati?”
  4. “Messa una pietra sul passato, perché – ora – la Cosmed non si unisce al folto gruppo del FORUM PENSIONATI (15 Associazioni pensionistiche, circa 800.000 pensionati) invece di restarsene in uno “splendido ma inutile” isolamento?”.

Ah, saperlo!

(Stefano Biasioli)

A Tutti gli Amici dell’APS-Leonida

Questo è il curriculum vitae di Di Maio, tratto dalla piattaforma Russeau.

Con un siffatto curriculum, si permette di aggredire le nostre pensioni frutto di studi prolungati (laurea + specializzazioni varie), oltre 40 anni di lavoro, brillante carriera professionale, tasse pagate fino all’ultima lira sia durante il periodo lavorativo che durante la quiescenza.

Cosa volete che Costui sappia delle regole pensionistiche cambiate 20 volte negli ultimi 40 anni, dei contratti di lavoro “mancati” (ossia non rinnovati….almeno 5 in circa 30 anni), della ricca CPS fatta confluire nell’INPDAP (per tamponare i buchi creati da agricoltori e commercianti…) ed infine della scelta politica di far confluire l’INPDAP nell’INPS, creando il maggior istituto pensionistico al mondo ? Eppure, pur essendo “ignorante ” (ossia non avendo mai studiato il problema in questione) e pur non avendo mai lavorato (sul serio ed in modo continuativo) vuole massacrarci, perche “siamo parassiti” (!).

In che mani siamo !

Ciao,

Stefano Biasioli

continua a leggere…Curriculum Vitae DI MAIO LUIGI

Le grandi bugie di Di Maio…

Articolo  a cura del Dott. Pietro Gonella

«saranno soltanto un ricordo! Ciascuno riceverà un assegno in base ai contributi versati

questa la pomposa dichiarazione che continua a fare il sunnominato (è una campagna mediatica elettorale e post elettorale “falsa” utilizzata dai pentastellati quale metodo per la gestione del consenso).

Il PdL giallo-verde però non fa alcun riferimento al “versato”, che si quantifica e denomina Montante Contributivo/MC, cioè il “versato” rivalutato alla data del pensionamento. continua a leggere…

Il pudore di Luigi Di Maio…

Onorevole,

vorrei ricordarle ciò che nel breve tempo della legislatura or ora iniziata lei ha detto:

“Le pensioni d’oro verranno tagliate in base al ricalcolo contributivo delle stesse”: falso perché il suo collaboratore nella stesura della Proposta di Legge, vista l’impossibilità del calcolo contributivo a ritroso, ha adottato un sistema di regressione statistico (Tabula-Patriarca) calcolato in base alla aspettativa di vita dal 2019 in poi, applicato all’inverso su anni già vissuti (mostruosità statistica). A PdL depositata, Lei ha continuato ad affermare pubblicamente che avevate sanato le ingiustizie attraverso lo strumento del ricalcolo contributivo.

Delle due l’una o lei ha spudoratamente mentito sapendo di mentire o non era informato. Comunque sia si vergogni. Se ciò non bastasse su questo argomento aveva già mentito una volta, perché nel famoso contratto aveva scritto e firmato come limite massimo per le pensioni d’oro 5.000,00 euro netti mensili, valore sceso per magia e in men che non si dica, dopo essere stato eletto, a 4.000,00 euro netti mensili. Per questo si vergogni ancor di più, ingannare l’elettorato è moralmente iniquo.

Mi rendo conto che questo è solo l’inizio di un vortice mediatico dove vero e falso balleranno tra le mani abili di un giocatore delle tre carte, ma ascolti il mio consiglio: si vergogni oggi anche per domani, così potrà beffeggiare tutti noi con uno smagliante sorriso.

Il Direttivo APS-Leonida – Presidente Dott. R. Mencarelli

Spread e pensioni. La versione di Pennisi (da leggere)

L’ipotesi di un progetto di contributo triennale di solidarietà è ammissibile solo in caso di grave crisi finanziaria. E per questo la differenza di rendimento tra titoli di stato sale. L’analisi dell’economista Giuseppe Pennisi

La mattina del 18 agosto, la prima notizia finanziaria che gli italiani hanno letto è parsa avere il sapore di un paradosso: debito pubblico in calo, ma investitori stranieri in fuga dai nostri titoli di Stato e spread in aumento. L’apparente paradosso è in parte spiegato dalla tragedia del Ponte Morandi a Genova e dalle reazioni di molte parti in causa, non sempre ispirate alla dovuta compostezza nella gravità del momento. C’è, però, una determinante che innervosiva cittadini, operatori ed investitori, e muoveva lo spread al rialzo, prima della tragedia di Genova: il modo caotico, per utilizzare un vocabolo gentile, con cui l’esecutivo sta gestendo il tema delle pensioni. – ...continua a leggere l’articolo

Pensioni, il governo fermi questa giostra e apra il confronto con le parti sociali

Il commento di Giorgio Ambrogioni, Presidente CIDA, la Confederazione italiana dirigenti e alte professionalità. Formiche.net – 14.08.2018
La polemica sulle pensioni non sembra affievolirsi, ma oltre a rivendicare le proprie ragioni, forse è giunto il momento di fare un primo bilancio e chiedere una pausa di riflessione. E partendo dall’unica cosa certa: il progetto di legge di revisione dell’attuale meccanismo di calcolo degli importi pensionistici, redatto e depositato il 6 agosto dal governo. Occorre però una premessa: il documento in questione è il risultato concreto di un’incessante campagna mediatica – partita già in periodo pre-elettorale e rafforzatasi in vista della pausa estiva del Parlamento – indirizzata al cosiddetto ‘superamento’ della legge Fornero e al ripristino di una presunta iniquità del sistema previdenziale vigente.  – …continua a leggere l’articolo…

Articoli vari sul DDL taglia pensioni…

…un commento brevissimo…

Finalmente la stampa di oggi, 14 /8 2018, contiene una serie di articoli (Repubblica, Corriere, La Verità, L’Arena etc)… li trovate nella Sezione “Documenti” di questo sito… sul DDL D’Uva/Molinari, articoli che danno ragione a quanto da Noi scritto dal giorno 8 agosto in poi.

  • I 2 proponenti non conoscono la materia ed hanno creato un mostro pensionistico, con distonie tra relazione introduttiva e testo del DDL;
  • Di Maio blatera di ricalcolo sul retributivo ma non conosce né  la materia né il testo del DDL, che prevede un taglio secco e permanente basato sulla età al pensionamento rispetto alla età di vecchiaia… con regole retroattive, svincolate dai contributi versati;
  • Salvini non conosceva il testo e non si è ancora accorto che lo stesso è scritto su carta intestata dei 5S ;
  • la confusione regna sovrana…..ma i tagli previsti dal DDL massacrano la base elettorale della Lega e portano pochi denari alla base elettorale dei 5S;
  • Governo giallo-verde: un governo di sprovveduti sui problemi legati alle pensioni, alla assistenza ed al lavoro.

Cosa sarà di Noi ?
Lenin

Le pensioni e il ddl Lega-M5S. Chi sono i parassiti?

Pubblicato su Formiche.net il 13.08.18

Scritto da Stefano Biasioli  – PastPresident CONFEDIR – Segretario APS-LEONIDA – Presidente FEDERSPeV Vicenza

Non si tratta di ricalcolo ma di una penalizzazione secca, prodotta da un criterio discutibile ed arbitrario. Vengono colpite soprattutto le donne, i militari e tutti coloro che hanno anticipato la pensione. L’analisi di Stefano Biasioli   Leggi qui il testo completo

 

11.08.18 il Prof. Alessandro Mazzucco ha scritto…

E’ veramente triste ritrovarsi dopo una vita intera spesa nella sua interezza a lavorare senza risparmiarsi, esclusivamente nella erogazione di servizi a favore della collettività, di aver assistito nel corso degli ultimi 20 anni al declino del valore delle proprie retribuzioni, per arrivare al momento del pensionamento (subito, mai desiderato) con la elargizione di un assegno infinitamente inferiore a quello che potevano godere i nostri predecessori, adesso vedersi trattati come dei ricconi che sottraggono risorse alla povera gente! Vergogna! Io ho pagato 52 anni di contributi.

Ho già inviato all’INPS la richiesta di rendiconto contabile dei miei contributi, che Vi girerò non appena in possesso della ricevuta di ritorno.
Considerato che questi personaggi parlano di considerare nella loro ricontabilizzazione anche i contributi ENPAM, dai quali riceviamo null’altro che una piccola mancia, mi domando se non sia il caso di inviare analoga richiesta anche a quest’altro Ente. Ne potrebbe risultare che i contributi versati a questo, senza avere un adeguato ritorno, dovrebbero essere utilizzati per il calcolo del monte contributi pagati ai fini INPS.
Comunque chi sostiene operazioni di questo genere è disgustoso.
Cari saluti.
Alessandro Mazzucco

Il Taglio dei vitalizi

…lettera aperta…

In questi giorni il Consiglio di Stato, con apprezzata tempestività, ha fornito alla Presidente del Senato Elisabetta Casellati il richiesto parere circa la riforma dei cosiddetti vitalizi spettanti ai parlamentari cessati dal mandato.

E’ da constatare, innanzitutto, la coraggiosa coerenza della Presidenza del Senato che,  di fronte alla richiesta di applicare una “giustizia sommaria” contro gli ex-parlamentari, ha saputo e voluto affrontare l’argomento nel rispetto delle leggi in vigore (siamo cioè arrivati al punto che bisogna avere  coraggio per dire la verità e agire  rispettando le regole). Oggi, infatti, si è orgogliosi di essere ignoranti, perchè non solo non si sa (normale e logico per i nuovi arrivati), ma si desidera non sapere (l’arroganza ha sostituito la ricerca del sapere, la voglia di conoscere, l’umiltà dei capaci) per timore di legarsi al passato e soprattutto poter risolvere (?) i problemi con assoluta discrezionalità e senza vincoli.

Il Consiglio di Stato ha chiarito, risolvendo alcuni dubbi interpretativi, che i “vitalizi” si possono, nel rispetto di alcune regole e principi, tagliare e ridurre e che gli Organi interni di Camera e Senato possono decidere sull’argomento (non è indispensabile, cioè, una legge).

Il Consiglio di Stato, però, ha detto anche molte altre cose. In particolare che: -le decisioni degli Organi interni del Parlamento sono equiparabili a leggi ordinarie e quindi sottoposte al giudizio di legittimità della Corte Costituzionale (ultimo baluardo ad ogni tipo di abuso o arbitrio); -i tagli devono essere temporanei, collegabili a situazioni dimostrabili di contingenza e eccezionalità, basati su criteri di ragionevolezza e proporzionalità, non arbitrari o variamente discrezionali ( non, cioè, “punitivi” per un servizio svolto). I “vitalizi” (quelli vecchi, perché dal 2012 sono stati aboliti) si possono, perciò, ridurre bilanciando sia il rispetto delle regole in vigore al momento della loro maturazione sia ogni altro rilevante principio costituzionale (solidarietà, equità, ecc.). Il Consiglio di Stato, quindi, da una parte ha dato il “via libera” ai tagli, fissando principi e paletti da rispettare, dall’altra ha reso evidente l’arbitrarietà della decisione già presa dalla Camera.

Ma questo non è tutto, perché se passasse il principio (finora mai applicato) che si possono ricalcolare col sistema contributivo (sulla base, cioè,  dei contributi effettivamente versati) le pensioni  già in  erogazione  (calcolate come percentuale degli ultimi stipendi percepiti) nessuno degli attuali pensionati  potrebbe essere tranquillo. Dopo le prime ore di grande allegria per i tagli dei “vitalizi” dei parlamentari, infatti,  tutte le pensioni in erogazione sarebbero modificabili, perché sono tutte “vitalizi”(calcolate, cioè, sulla base degli ultimi stipendi percepiti). I dipendenti pubblici (infermieri e insegnanti in particolare) andati in pensione dopo 19 anni di contributi e percependo subito la pensione, gli artigiani, i commercianti, i coltivatori diretti, i dipendenti privati non godono certamente della pensione sulla base dei contributi versati. Risulta che per pareggiare entrate e uscite (contributi e pensioni) servirebbe come aliquota contributiva: il 36% per i dipendenti privati, il 60% per i pubblici, il 33% per gli artigiani, il 21% per i commercianti, l’80% per gli agricoltori, il 10% per i professionisti. Rischiamo, perciò,  per prendersi una bella soddisfazione (fare, cioè, un dispetto agli ex parlamentari), farsi molto male. Senza contare, infine, che in futuro il parlamentare lo potrà fare o il disoccupato (non ha niente da perdere, ma tutto da guadagnare) o chi se lo potrà permettere per propri e rilevanti redditi o patrimoni (un’altra categoria sarà quella che in vari modi dovrà arrangiarsi, pensando anche al proprio futuro). Proprio come prevedeva lo Statuto Albertino del 1848 che fissava gratuito il mandato parlamentare , a completamento del fatto che votava solo chi aveva un certo reddito (il 2% della popolazione). Se è questo che si desidera, saremo accontentati, ritornando a prima del 1911. Quell’anno, infatti, permettendo a tutti di votare ed essere eletti furono previste le indennità anche differite (i “famigerati” vitalizi).

Vogliamo o no, finalmente, accorgersi che è in corso un feroce attacco alla politica, anche a quella Buona, che tutela i più deboli, la qualità dei servizi pubblici, contro abusi e soprusi. Quando saremo consapevoli, sarà, però, forse troppo tardi.

Luciano Falcier ex parlamentare