Pensioni d’oro? Uno spauracchio. Il vero problema è l’evasione fiscale

Siamo di fronte all’ennesimo tentativo di drenare risorse dalle pensioni medio-alte verso le casse dello Stato. Ma le cifre dicono altro… Il commento di Giorgio Ambrogioni, presidente Cida – su Formiche.net

Sull’argomento pensioni d’oro ci siamo cimentati spesso, difendendo le categorie professionali che rappresentiamo: lo abbiamo fatto, sempre, in punta di diritto, come una questione di principio e mai come una rivendicazione – pur legittima – degli interessi sacrosanti di dirigenti, quadri, alte professionalità. – CONTINUA A LEGGERE

L’ultima di Treu: “Reddito di cittadinanza a tutti, italiani ed immigrati”…!!!!!

Sentito oggi dalla radio del Sole 24 Ore alle ore 14:00

Il Prof. Tiziano Treu, Presidente del CNEL, oggi ha dichiarato che il reddito di cittadinanza – per non essere incostituzionale – va garantito a tutte le persone presenti in Italia, ossia non solo ai cittadini italiani residenti ma anche a tutti i soggetti presenti in Italia, residenti o no che siano.

Questo abbiamo sentito con le nostre orecchie (dalla radio del Sole 24 Ore).

Ovviamente ci auguriamo che la notizia non sia vera. Se lo fosse, poiché i denari del DEF non bastano per il reddito “di cittadinanza” ai cittadini italiani in povertà, quanti denari sarebbero necessari per dare lo stesso reddito anche ai circa 600.000 immigrati non residenti?

Già il DDL 1071 si propone di tartassare i pensionati “più o meno ricchi” per recuperare 300 Mln da usare per l’integrazione pensionistica a 780euro. Ma i 300 Mln sono largamente insufficienti (perché il costo reale oscilla da 1,2 MLD a 6 MLD a seconda del numero dei soggetti coinvolti).

Adesso Treu chiede di fatto un ulteriore sfondamento del debito pubblico. Noi diciamo invece che la Sua idea è FOLLE e che, se passasse, dovrebbe essere finanziata con l’azzeramento dei vitalizi parlamentari, incluso il Suo!

Lenin

DDL nr. 1071 – Le modifiche principali della nuova versione

Ai Lettori. Abbiamo comparato la relazione illustrativa al DDL il testo del DDL nr. 1071 presentati alla Camera dei Deputati il 18.09.18, con quelli presentati il 06.08.18.

Differenze fondamentali tra il testo iniziale (del DDL 1071) datato 6 agosto – rispetto alla proposta di legge del 18 settembre 2018.

  1. La soglia colpita parte dai 90.000 euro lordi annui e non dagli 80.000; in altri termini dai trattamenti pensionistici superiori ai 4.500euro/netti/mensili (in precedenza dai trattamenti superiori ai 4.000euro/netti/mensili. In ogni caso è fatto salvaguardia dei 4.500euro/netti/mensili (Art. 4).
  2. L’Art. 5 è nuovo e riguarda le pensioni dei sindacalisti.
  3. Il vecchio Art. 5 è diventato l’Art. 6.

A cura di APS-Leonida 20.09.18

(i dettagli delle differenze sono nella sezione “DOCUMENTI” 19.09.18)

DDL nr 1071 – TAGLIO DELLE c.d. “PENSIONI D’ORO”; Assistenza/Previdenza

di Pietro Gonella

1)   È necessario innanzitutto fare una premessa: chiarire la differenza tra “Previdenza” e “Assistenza”.

Il primo termine “Previdenza” si riferisce semanticamente all’ambito/al settore in cui la posizione di chi è titolare di “versamenti contributivi” validi per legge (effettivi, in quanto effettuati in costanza di attività lavorativa, e figurativi, in quanto riconosciuti/ricoperti dalla Stato per maternità, per servizio militare, per prepensionamenti per crisi aziendali o per altre cause) dà diritto ad un trattamento pensionistico.

Il secondo termine “Assistenza” si riferisce semanticamente all’ambito/al settore in cui la posizione di persone/soggetti versanti in condizioni di indigenza e/o necessità sociale dà titolo, in quanto cittadini, ad essere aiutati dalla Stato organizzazione attraverso la fiscalità generale. Si tratta, è bene sottolinearlo, di persone/soggetti che non hanno versato alcun contributo o hanno versato contributi in misura tale da avere diritto ad una prestazione previdenziale inferiore al trattamento minimo; in presenza di tale ultima fattispecie scatta l’intervento assistenziale qualificato come “integrazione al trattamento minimo” dell’assegno, integrazione a carico della fiscalità generale… → CONTINUA A LEGGERE_19.09.18

 

Come continua l’accanimento contro le pensioni medio-alte

di Michele Poerio e Carlo Sizia

L’intervento di Michele Poerio (Presidente nazionale FEDER.S.P.eV.) e Carlo Sizia (Comitato direttivo nazionale FEDER.S.P.eV.) sui progetti del governo in materia di pensioni

In pieno agosto (6/08) è stato presentato il disegno di legge R. Molinari (Lega) e F. D’Uva (M5S), Atto 1071 della Camera, con l’obiettivo dichiarato di contribuire all’incremento delle pensioni minime e sociali dai 450 ai 780 €/mese mediante il “taglio” delle pensioni di importo lordo oltre gli 80.000 €/anno………. continua a leggere

Qualcun altro mette in discussione il DDL D’Uva-Molinari

Articolo di Stefano Biasioli

Era ora. Sembra che l’aria “anti-pensioni alte” (non ricche) stia cambiando. Articoli di giornale (ben 5, il 29/8/18) e qualche trasmissione TV (In onda, 28/8/18) cominciano a far passare l’idea che il DDL giallo-verde sia una cosa “immonda ed ignobile” (NdR) e che tutto il problema della cosiddetta “solidarietà pensionistica” debba essere pesantemente rivisto. Chi frequenta i LEONIDA (sito, e-mail, media) sa che la nostra posizione sul DDL in questione è stata NETTA, fin da subito. Lo testimoniano gli articoli scritti  – dall’inizio di Agosto in poi -da Pietro Gonella, Stefano Biasioli, Lorenzo Stevanato e Giuseppe Pennisi… continua a leggere_29.08.18

 

PENSIONI PIU’ o MENO DORATE

Fateci caso. Da circa 15 giorni il dibattito sui tagli alle “pensioni d’oro” o presunte tali è diventato virale.

Televisioni e giornali riferiscono di un forte scontro tra 5S e Lega sul DDL  di “riforma”, peraltro sottoscritto da entrambi i partiti, su carta intestata “5S”.

Anche oggi al tema “tagli alle pensioni ricche” sono dedicati almeno 8 articoli giornalistici: Il Fatto (pag.1); Gazzetta del Mezzogiorno (pag.1 e 19); Il Giornale (pag.4); Libero (pag.8); Il Foglio (pag.3); Il Gazzettino (pag.14); Il Manifesto (pag.1); La Verità (pag.1 e 8).

Tutti fanno riferimento, con diverso taglio e diverse prese di posizione, alla pervicacia con cui Di Maio e C. vogliono tagliare le pensioni sopra i 4.000 euro netti/mese, per recuperare denari per aiutare le pensioni socio-assistenziali.

Salvini sta zitto, ma per Lui hanno parlato Borghi e Brambilla. Soprattutto Brambilla che, con il suo studio di 37 facciate, ha dimostrato – numeri alla mano – che i suddetti tagli ai “ricchi pensionati” non porterebbero che ad un tesoretto di 330 milioni, mentre la manovra dei 5S (pensioni minime portate a 780 euro) costerebbe dai 5 ai 6 miliardi. Oltre ad essere largamente ILLEGITTIMA….

VOI SAPETE COME NOI LA PENSIAMO. Le nostre pensioni sono frutto di un lavoro ultraquarantennale, di impegno quotidiano nella dirigenza pubblica (in svariati settori), di carriere professionali eccellenti, di tasse e contributi pagati fino all’ultima lira, di tagli pensionistici che ci hanno perseguitato sia durante la vita lavorativa (riforme varie; tagli dei coefficienti, contratti di lavoro non rinnovati) che durante la pensione (mancata o parzialissima rivalutazione, contributo di solidarietà, tasse superiori a quelle della media UE).

SIAMO STATI e SIAMO MASSACRATI.

Ma, lo sapete, NON ACCETTEREMO CHE QUALCUNO CI CHIAMI IMPUNEMENTE “PARASSITI” NE’ CHE  ANCHE QUESTO GOVERNO (come quelli precedenti degli anni 2012-2018) CI TAGLI LE NOSTRE PENSIONI ” ALLA MEMBRO DI SEGUGIO”, con tagli basati su CRITERI RAFFAZZONATI, INVENTATI, SENZA LOGICA e RETROATTIVI. Oltre a tutto, tagli permanenti ,ora ed in futuro (pensioni di reversibilità).

No, non staremo inerti! Nè NOI di LEONIDA ne’ gli 800.000 pensionati del FORUM PENSIONATI.

Siamo elettori….con moglie e figli….siamo in grado di difenderci sia con il voto che con tutte le armi legali e civili possibili.

Non è una promessa campata in aria. E’ una certezza.

Stefano Biasioli

PARADOSSI – ESIBIZIONISMO – LEGALITA’ di Carlo Nordio

Il pensiero di Carlo Nordio sulla vicenda giudiziaria che coinvolge il ministro Salvini

Può sembrare paradossale che una nave militare italiana venga tenuta sotto controllo dai carabinieri per evitare sbarchi indesiderabili. In realtà è un paradosso solo apparente, perché le ragioni di igiene, o di ordine pubblico, valgono anche per le forze armate. È appena il caso di ricordare che le decisioni, secondo i vari momenti e i vari allarmi, spettano ai ministri competenti e in particolare a quello dell’Interno.

Se però dai paradossi apparenti passiamo a quelli reali, c’è soltanto l’imbarazzo della scelta. Possiamo, per brevità, elencare i principali. Prima di tutto i rapporti con la magistratura. Il Procuratore della Repubblica di Agrigento, munito di mascherina e galosce protettive, è salito a bordo della “Diciotti” tra gli obiettivi delle televisioni.

A noi, magistrati di vecchio conio, il gesto ricorda quello di un pm di Milano che quarant’anni fa, durante un’operazione antirapina, esibì una pistola alla cintola, suscitando il panico tra gli addetti ai lavori visto che per l’ingresso in magistratura non è previsto l’esame di tiro a segno e spesso, tra gli inesperti, l’arma spara da sola. Ora, l’iniziativa del Pm di Agrigento è certamente lodevole, tuttavia ci permettiamo di ricordargli, sempre in virtù della nostra anzianità, che i confini tra la solerte diligenza e l’esibizionismo imprudente sono sottili e incerti.

Anche perché il magistrato non si è limitato a questa operazione che, secondo il codice, avrebbe potuto benissimo delegare alla Polizia giudiziaria, ma ha anche ipotizzato un’indagine per arresto illegale e addirittura per sequestro di persona. Una tesi ardita per entrambi i reati: il primo, infatti, scatta quando c’ è un arresto, e qui non risulta sia stato arrestato nessuno; il secondo si verifica quando la privazione della libertà personale è illegittima, altrimenti finirebbero sotto inchiesta anche i giudici che privano della libertà gli imputati mandandoli in galera. E in questo caso è ben difficile definire illegittima una decisione squisitamente politica, di competenza discrezionale del ministro.

A tacer del fatto che, proprio per questa ragione, se reato vi fosse, le indagini sarebbero di competenza del relativo tribunale a sensi dell’articolo 96 della Costituzione. Da ultimo, può suscitar perplessità che, a fronte di gravi e reiterate violazioni delle leggi vigenti sulla immigrazione, invece di individuare e processare scafisti e trafficanti, si ipotizzi l’incriminazione di un ministro per un atteggiamento, criticabile fin che si vuole, ma che fa parte di un accordo approvato dal Parlamento sovrano.

Ancora una volta, siamo di fronte al postino che morde il cane. Poi c’è stato l’intervento del presidente della Camera. Un intervento squisitamente politico, che si sovrappone in modo improprio alle prerogative del ministro, il quale se ne assume, appunto, la responsabilità politica. Fico si è giustificato invocando la libertà di parola e i principi umanitari. Sarà.

Ma di questo passo, se ognuno dice la sua, non si sgretola solo la maggioranza: si sgretolano il Paese e le sue istituzioni. In questa confusione c’è, infine, un convitato di pietra, che, come il marmoreo Commendatore del Don Giovanni può trascinare nell’abisso ministri, governo e anche la legislatura. Il Presidente Mattarella ha già contribuito a risolvere un caso analogo poco tempo fa. Un po’ per deferenza, un po’ per buona volontà, un po’ per quieto vivere, l’intervento è passato senza grosse polemiche, suscitando anzi un sollievo compiaciuto.

Ora però il caso è diverso. Il ministro Salvini, che certo non avrà dimenticato il precedente, ha già detto che stavolta non cederà. Il che significa che nea. nche la più serrata “moral suasion” potrebbe fargli cambiare idea. Naturalmente, poiché la politica è l’arte del possibile, può darsi che Salvini la cambi “in limine vitae”, per evitare cioè la morte del governo, e forse della legislatura. Ma potrebbe anche tener duro e, nel caso estremo, dimettersi.

Un’ipotesi che potrebbe esser favorita dalla tentazione di monetizzare l’enorme consenso di cui, almeno per ora, il ministro pare godere. Sono valutazioni complesse, di cui pensiamo, e speriamo, tengano conto tutti. Persino i magistrati.
Carlo Nordio

La COSMED e le PENSIONI

Per alcuni giorni ci siamo trattenuti. Ma, alla fine, abbiamo scritto questa breve nota.

Nei giorni scorsi “Il Giornale” (articolo di A. Signorini – leggi tutto l’articolo nella sez. Documenti del 26.08.18) ha riportato un intervento del Segretario COSMED, Giorgio Cavalletto, relativamente al tema “pensioni d’oro”. Il cuore della sua dichiarazione ha riguardato questo aspetto:

«… gli 80.000 euro annui lordi attuali (il valore minimo per i tagli pensionistici, proposti dal DDL giallo-verde) equivalgono, con le addizionali comunali, regionali, ad assegni pensionistici da 3.780 a 3.922 euro netti per 13 mensilità. Quindi compare una nuova sigla sconosciuta: i 3.700 euro netti/mese»

Commentino LEONIDA:

  1. “Perfetto, Giorgio. Sono 4008 euro netti/mese, per 12 mensilità… Ossia l’obiettivo teorico dei 5S… Nulla quaestio…”
  2. “Cara Cosmed, dove sei stata nascosta, dal 2014 ad oggi, mentre i governi PD massacravano le pensioni, con il contributo di solidarietà e con la mancata rivalutazione?”
  3. “Quali iniziative legali ha attivato, dal 2014 ad oggi, la Cosmed a tutela dei “suoi” pensionati?”
  4. “Messa una pietra sul passato, perché – ora – la Cosmed non si unisce al folto gruppo del FORUM PENSIONATI (15 Associazioni pensionistiche, circa 800.000 pensionati) invece di restarsene in uno “splendido ma inutile” isolamento?”.

Ah, saperlo!

(Stefano Biasioli)