Un Governo di BUGIARDI, PAUPERISTI, SENZA DIGNITA’

… articolo di Stefano Biasioli

Di Maio-Salvini & C. pensano di essere onnipotenti e onniscienti. Pensano che il “contratto” (contratto ? un vademecum contenente tutto e il contrario di tutto) abbia un peso identico alle Tavole della Legge, date da Dio a Mosè.

Pensano – come RENZI QUALCHE ANNO FA – che il consenso elettorale duri in eterno o almeno altri 4 anni e mezzo. Pensano di soddisfare “le voglie della plebe che li ha votati” con una serie di regalie, di mance e mancette date a man bassa ad una serie di soggetti che o non hanno mai lavorato (come di Maio) o hanno lavorato poco (come Salvini),  recuperando le risorse necessarie nel modo più bieco.

Ossia AUMENTANDO il DEBITO PUBBLICO, TAGLIEGGIANDO “alla membro di segugio” le GIUSTE PENSIONI DORATE dei DIPENDENTI PUBBLICI, TASSANDO le AUTO VECCHIE o POTENTI,  in nome di una falsa ecologia.

No TAV, NO TAP, NO PEDEMONTANA, NO AUTONOMIA al LOMBARDO-VENETO…..ovvero NO AI LAVORI PUBBLICI, che potrebbero funzionare anche negli anni 2000 come hanno funzionato nel secolo scorso con il Piano Marshall e con il Piano Fanfani.

Con la storia dell’ennesima valutazione sui costi-benefici, Toninelli e i suoi amici puntano alla “decrescita felice”.  Ma nessuna decrescita può essere felice. Infatti  la distribuzione di denari “ai miseri”  significa o aumento del debito pubblico (che pagheranno i nostri figli !) o esproprio a danno di tanti altri italiani, partendo dai pensionati, facilmente colpibili.

Il governo-giallo verde (Di Maio, Fico, Tondelli & C, in testa) pensa che la tagliola imposta ai pensionati sia senza conseguenze. Pensa che si possano derubare i pensionati, senza che questi reagiscano.  Pensa che la Consulta consenta anche a loro quello che ha consentito a Monti, Letta, Renzi e Gentiloni.

Si dimenticano – i 5S – che tagliando le pensioni over 90.000 euro lordi/anno- metteranno le mani in tasca anche ai Magistrati……

Non ci meravigliamo dei “pensieri” e delle scelte dei 5 S. Si tratta di un coacervo di soggetti che non sa cosa voglia dire: lavoro onesto, impegno, professionalità, dovere. Che non sa cosa voglia dire “mantenere la parola data”.

La pensione di ogni professionista – pubblico e privato – e di ogni lavoratore “in regola” è legata alla storia lavorativa di ciascuno, ai contributi versati (sia con le regole retributive che con quelle retributive) per almeno 4 decenni,  alla carriera fatta , alle responsabilità assunte, alla scelta della tipologia del lavoro (pubblico o autonomo).

Dal dopoguerra in poi, le regole pensionistiche sono state varate per legge, con scelte parlamentari giuste o sbagliate. Comunque sia, OGNI PENSIONATO ATTUALE HA VERSATO I CONTRIBUTI PER LA SUA PENSIONE SULLA BASE di REGOLE CERTE, sulla base di un “patto generazionale”.

Questo patto è stato cambiato almeno 20 volte, finora.

Ma, con i 5 stelle, IL PATTO NON VIENE SOLO STRAVOLTO, MA VIENE DISTRUTTO, INCIDENDO PESANTEMENTE IN MODO RETROATTIVO SU PENSIONI CONSOLIDATE e SULLE MODALITÀ di VITA dei PENSIONATI.

Ipotizzare tagli del 40% per le pensioni over 90.000 euro lordi/anno significa RUBARE AI PENSIONATI circa  1.333 euro lordi/mese (come minimo), intaccando il loro ruolo di tutela del welfare familiare (figli e nipoti).

Significa IGNORARE che NEL DECENNIO PRECEDENTE PESANTI TAGLI SONO GIÀ STATI FATTI, con il consenso (faticoso e arzigogolato) della Consulta.

Significa VIOLARE I DIRITTI ACQUISITI e TOGLIERE LA CERTEZZA della GIUSTA PENSIONE NON SOLO ai “PENSIONATI D’ORO” MA ANCHE A TUTTI I PENSIONATI.

Infatti, l’arbitrio è arbitrio. Violati i patti una volta, potranno essere violati di nuovo, anche per pensionati con pensioni lievemente superiori al limite dei 1520-1560 euro (3 volte il minimo INPS).

Infatti è più facile massacrare i pensionati che combattere seriamente l’evasione fiscale, che usare l’arma delle tasse sui redditi identici (da pensione o da lavoro) per coprire le necessità assistenziali della popolazione più fragile di questo paese.

Ma stiamo parlando delle vere emergenze assistenziali, non di quelle legate ai falsi invalidi, al lavoro in nero, alla disoccupazione voluta, agli immigrati per motivi economici !

NON CI MERAVIGLIAMO dei 5S.

Da Grillo in giù, sono cresciuti con il populismo nella zucca, con la presunzione nel cuore e con la voglia di mettere le mani in tasca agli ALTRI. 

CI MERAVIGLIAMO INVECE di SALVINI !

Ha preso voti dal centrodestra e, ora,  consente una smaccata deriva populistica, pauperistica e masaniellana ai SUOI COMPAGNI di SVENTURA.

CI MERAVIGLIAMO di SALVINI e gli ricordiamo il tragico percorso di Renzi. Non siamo così cattivi da ricordargli quello di chi guidava le camice nere, partendo da un pensiero socialista.

DAI TAGLI AI PENSIONATI, SALVINI AVRÀ UN DANNO ENORME. Perderà qualche milione di voti (almeno 1,5 milioni) nel solo Nord, alle prossime europee.

Si accettano scommesse. I GILET GIALLI NON CI SONO SOLO IN FRANCIA. Chi scrive li aveva già preparati 2 mesi fa, ben prima di quelli francesi.

Qualcuno li vuole vedere, fuori dai futuri seggi elettorali?

Diamo tempo al tempo….

CONTINUANO LE FAKE-NEWS PENSIONISTICHE !

Ce lo aspettavamo. Cosa? Che quelli del governo gialloverde, per giustificare la ripresa delle persecuzioni economiche contro le pensioni medio-alte, utilizzassere ancora una volta (come ai tempi di Monti-Letta-Renzi e Gentiloni) l’arma delle fake news e dell’invidia sociale.

Adesso ci si mette anche Libero (articolo di Attilio Barbieri, giorno 6/12/18, pag. 1-2 ) a sparare addosso ai PENSIONATI STATALI che “prendono il doppio degli altri”, ossia ai pensionati del settore privato. I primi (in totale= tanto al chilo) prenderebbero 2.469,7 euro lordi/mese mentre i secondi (in totale= tanto al chilo) prenderebbero 1.584,8 euro.

Da dove vengono i numeri? Dal Rendiconto Sociale INPS, pubblicato il 4/12/18. Noi non discutiamo (per il momento) la correttezza dei numeri INPS, anche se continuiamo a ribadire che la CERTEZZA dei BILANCI e DATI INPS CI SARÀ SOLO QUANDO IL SUCCESSORE DI BOERI SI DECIDERÀ FINALMENTE A SEPARARE I DATI dell’ASSISTENZA dalla PREVIDENZA.

Ma l’articolista non si degna di ricordare alcune verità elementari che qui ribadiamo:

  1. Le regole pensionistiche non sono state fissate dai pensionati (pubblici o privati) ma dai vari governi, che le hanno modificate almeno 20 volte nei trentennio precedente;
  2. Esisteva una CASSA FLORIDA e AUTOMOMA, la CPS (Cassa pensioni sanitari) che è stata volutamente incorporata dai politici nell’INPDAP, per mascherare i mancati contributi di agricoltori, commercianti e C.. Noi, che sanitari siamo stati, chiediamo: “che fine hanno fatto e a cosa sono serviti i beni della CPS ?. Per regalare pensioni a chi?”
  3. Lo stesso dicasi dell’INPDAP, incorporato poi ancora una volta in un ente più grosso (l’INPS) per mascherare i buchi previdenziali INPDAP non certo legati ai pagamenti dei dipendenti pubblici, ai quali – mese dopo mese- è stato sempre trattenuto il 33% dello stipendio lordo, ai fini pensionistici. Che, nei fatti, si sia trattato di contributi virtuali (e quindi di debito pubblico mascherato) a NOI PENSIONATI PUBBLICI NON INTERESSA, né può esserci imputato. A NOI I SOLDI SONO STATI TOLTI: sul loro destino non abbiamo responsabilità. Nè  allora nè ora. Nei fatti, siamo l’unica platea di pensionati che percepisce prestazioni previdenziali coperte con la percentuale piu’ alta in assoluto dei contributi versati.
  4. SE IN ITALIA il 48% dei cittadini non paga le tasse e se le tasse evase superano (dice un recente Report del Ministero dell’Economia) i 250 miliardi di euro/anno, ciò non dipende dai dipendenti pubblici e/o dai pensionati pubblici. La scadente lotta all’evasione provoca la comparsa di una serie di pensioni di vecchiaia , di invalidità (dirette e ai superstiti) che, in un Paese con un fisco equo, non ci sarebbero. Dette pensioni (di qualunque entità esse siano) non sarebbero cosi’ numerose e, quindi, non ricadrebbero sui costi assistenziali dell’INPS e, quindi, su ogni cittadino fiscalmente “corretto”.
  5. Tra il 2012 e il 2017, gli assegni erogati dall’INPS sono calati (-000; -3,9% in 6 anni), soprattutto per il calo delle pensioni di vecchiaia. Ed allora, perché  il bilancio INPS soffre? Per colpa dei pensionati attuali (con pensioni legate ai contributi versati e non con pensioni assistenziali) o per colpa dei mancati controlli sugli aventi diritto e sui redditi IRPEF degli autonomi?
  6. I pluriennali studi di Brambilla e C. hanno dimostrato che il bilancio previdenziale INPS è in pareggio o in attivo. E’ il bilancio assistenziale INPS (legato alle decisioni assistenziali delle leggi finanziarie annuali) a essere IN PROFONDO ROSSO, con le ovvie conseguenze.
  7. Le TABELLE PUBBLICATE da Brambilla, da Ex responsabile dei dati statistici INPS, dall’APS LEONIDA etc hanno ripetutamente dimostrato che, per fasce pensionistiche da 3.000 euro lorde in su (3.000-6.000-8.000-10.000 etc) , il valore della pensione in essere è giustificato (coperto) al 100% dai contributi versati. Al proposito ricordiamo che, in data 15/03/16, un dirigente generale INPS (in audizione alla Camera dei Deputati) ha affermato quanto da Noi sostenuto da anni. Ossia che, le pensioni lorde superiori ai 100.000 euro annui, in caso di ricalcolo contributivo (del periodo retributivo, cosa peraltro tecnicamente impossibile) sarebbero certamente state incrementate.
  8. Perciò, questi benedetti pensionati pubblici – definiti “ricchi”- oltre ad aver per decenni pagato le tasse fino all’ultima lira/euro (senza poter evadere), nel periodo 2008-2018 hanno pagato, da pensionati, le tasse piu’ alte della media UE (aliquota marginale massima del 43%…) alle quali si sono aggiunte ulteriori tasse (Noi le chiamiamo così, perché così sono, nonostante il parere della Consulta !) costituite dalla mancata rivalutazione delle pensioni per 8 su 11 anni (2008; 2012-2018) e dal contributo triennale di solidarietà (2014-2016). Si tratta di una TASSAZIONE AGGIUNTIVA che ha portato all’INPS tra i 500 e gli 800 milioni di euro complessivi, denari usati dall’INPS per EROGAZIONI ASSISTENZIALI IMPRECISATE (quali sono le voci relative, nel bilancio INPS?).
  9. Anche l’articolista di Libero se la prende con le nostre pensioni dimenticando gli scandali legati a:
  • PENSIONI di DIAMANTE cioè le pensioni che hanno un differenziale tra ricevuto e versato superiore al 50% (pre-pensionamenti per crisi aziendali; ex ferrovieri; ex postelegrafonici; pensioni sociali etc);
  • PENSIONI BABY, tantissime e vigenti da oltre 30 anni: gente pensionata a 30-35 anni di età e che riceveranno il beneficio pensionistico per oltre 50 anni, con costi complessivi sui 9-10 miliardi di euro a fronte di non più di 2 miliardi di euro di contributi versato.;
  • PENSIONI EROGATE a PARTIRE da 38-41 anni di età a ben 700.000 pensionati “imberbi”;
  • MANCATO CONTROLLO INCROCIATO tra DENUNCIA IRPEF e TENORE DI VITA. Basterebbe obbligare gli automobilisti a tenere in macchina copia della denucia dei redditi, da presentare obbligatoriamente alla Polizia, in presenza di controlli per i più vari motivi. Se ne vedrebbero delle belle !

Insomma. NOI DICIAMO AL GOVERNO GIALLO-VERDE e a chi diffonde fake-news pensionistiche di DOCUMENTARSI, prima di scrivere o di dire cose sbagliate. Per ora, invitiamo anche costoro a leggersi la sottostante Tabella, elaborata da uno di NOI, basandosi su cifre reali.

Pietro Gonella e Stefano Biasioli

 

VENTO di GUERRA ?

Il Sole 24 ore di ieri ha  pubblicato un intervento bellicoso di Giorgio Ambrogioni, capo storico della Cida, con l’annuncio di una imminente manifestazione milanese di una trentina di associazioni pensionistiche aderenti al Forum pensionati d’Italia e al mondo dei pensionati privati e pubblici.

Ovviamente, mano a mano che vengono resi pubblici i testi parlamentari che taglieranno le pensioni in essere, cresce il malumore e la rabbia di centinaia di migliaia di pensionati.

Quelli over 90.000 euro lordi/anno, che saranno costretti ad un nuovo, pluriennale, pesante contributo di solidarietà, dopo solo 2 anni di tregua dal precedente.

Quelli che credevano alla quota 100 e si ritrovano beffati da quote superiori a 100 e a frazionamenti… ovvero… a regole e regoline vessatorie…

Infine quelli che  vedranno rivalutata poco o niente la loro pensione… dal primo gennaio 2019.

Non ci sono denari per i pensionati anzi ai pensionati si mettono le mani in tasca, per l’ennesima volta, dal 2008 ad oggi. 10 anni di rapine ai pensionati, finora.

Adesso il governo gialloverde riprende i tagli… finalizzandoli per funzioni assistenziali. Che dovrebbero invece essere coperte con tasse a carico di lavoratori attivi e di pensionati, a parità di reddito.  Invece no… Non si combatte l’evasione e si continua a tartassare i vecchietti, nella convinzione che costoro non siano in grado di reagire. Ma NON è così.

I pensionati,  ora, si sono organizzati nel Forum pensionati, che raccoglie 15 associazioni, tra cui i Leonida Triveneti.

640.000 aderenti, almeno 1.900.000 voti, diretti e indiretti.

VOTI IN LIBERTÀ, VOTI CHE ABBANDONERANNO LA LEGA… PERCHÉ  SALVINI, GIOCHETTI & C. NON HANNO FATTO NULLA PER TUTELARE LA LORO BASE ELETTORALE: PROFESSIONISTI DI VARIA ESTRAZIONE, DIRIGENTI, MAGISTRATI, AVVOCATI, MEDICI,  INSEGNANTI, PICCOLI INDUSTRIALI…. Gente che ha sempre pagato le tasse, gente che ha versato il 32% del reddito per una pensione che ora viene ingiustamente massacrata. GENTE CHE HA TEMPESTATO l’INPS di RICHIESTE  PER LA RICOSTRUZIONE DELLA PROPRIA PENSIONE, senza ricevere risposta.

Gente che dona allo stato 43 miliardi di euro/anno di tasse. Gente che ha visto svalutare  la propria pensione del 20%, almeno, in 10 anni. Gente che è stata massacrata con queste 2 tasse aggiuntive: contributo di solidarietà e mancata rivalutazione.

E il borseggio alle loro tasche continuerà ancora. Grazie a Di Maio, a Salvini e a chi fa loro da suggeritore…

Ad malora (sic !)

I giubbotti gialli non hanno insegnato nulla a costoro?… Tremate… tremate… tira una brutta aria…

Stefano Biasioli, medico in pensione – Segretario APS-Leonida

Sulle “affermazioni” di un Ministro della Repubblica Italiana

(testo a cura di P. Gonella – di APS-Leonida)

Tutti gli associati all’APS-Leonida non possono condividere le reiterate esternazioni con le quali il Ministro Di Maio continua da oltre sei mesi a qualificarli/rappresentarli all’opinione pubblica. Cerchiamo di riassumere, sottolineandole, alcune dichiarazioni di questa vandea/campagna mediatica tesa a denigrare una classe dirigente che invero ha la sola colpa, se così si può paradossalmente dire, di aver sempre e soltanto lavorato ed operato per il bene del Paese, svolgendo una rilevante funzione/attività pubblica e professionale, con impegno e qualificazione, senza limiti di orario. Più volte il Ministro, Vice Premier in coabitazione con Salvini, ha presentato ai media i percettori delle c.d. “pensioni d’oro” come parassiti sociali. Per la Treccani il “parassita” è un individuo che non lavora, non produce e vive alle spalle di altri, in buona sostanza uno sfruttatore/uno scroccone. Ultimamente – sempre con riferimento ai percettori suindicati – ha affermato che vuole tagliare di più i privilegi di questa gente che ci ha rubato il futuro.

A – Gente che ha “assicurato il futuro”

Noi associati all’APS-Leonida diciamo con forza e con convinzione profonda che, al contrario, abbiamo se mai “assicurato il futuro” e non certo “rubato il futuro”. E tale affermazione è incontestabile per i seguenti motivi:

  1. abbiamo lavorato per decenni, esercitando ai più alti livelli delicate e pesanti responsabilità professionali, economiche e sociali quale classe dirigente del Paese;
  2. abbiamo – in costanza di rapporto di lavoro – versato regolarmente i contributi previdenziali nella misura prevista dalle leggi statali vigenti medio tempore;
  3. abbiamo assolto l’obbligo tributario, pagando l’aliquota marginale massima (43%), concorrendo in tal modo a garantire l’erogazione continua e regolare di servizi pubblici essenziali per il benessere ed il progresso della comunità nazionale (istruzione, sanità, etc.);
  4. siamo andati in pensione nel rispetto di leggi statali vigenti al tempo, nell’ambito e nella certezza del rispetto del principio di legittimo affidamento (leale ed etica relazione Stato/Cittadino);
  5. continuiamo a pagare l’aliquota marginale massima dell’IRPEF (43%) anche in costanza di pensione;
  6. siamo l’unica platea di pensionati che – come evidenzia l’allegata tabella– consegue/percepisce prestazioni previdenziali che sono coperte con la più alta percentuale in assoluto dei contributi versati.

B – Ex Profilo lavorativo dei percettori delle c.d. “pensioni d’oro”

Al fine di controbattere, rigettandola, la definizione di “parassiti sociali” nell’accezione sopra esplicitata, non possiamo sottrarci dal dire quali ruoli   e quali funzioni hanno coperto/svolto  nel  corso della   loro carriera professionale gli attuali pensionati d’oro (ex dirigenti pubblici e privati, alti ufficiali delle forze armate, prefetti, ambasciatori, carabinieri, poliziotti, direttori generali, dirigenti medici, etc.), accennando soltanto, ad esempio, ad alcune figure: Magistrato, Generale dell’Esercito, dell’Arma dei carabinieri, della Guardia di Finanza, Direttore Generale di ASL, Dirigente Medico/Primario, etc..

Sono questi professionisti esempi di “gente che ci ha rubato il futuro”? O, al contrario, sono professionisti che incarnano l’opposto di come vengono descritti dal Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, cioè “gente che ci ha assicurato il futuro”?

C – Le pensioni di diamante

Il Governo giallo-verde, in prosecuzione di quanto fatto dal Governo Letta, continua ad  aggredire una sola  categoria di pensioni, quelle c.d. “d’oro”, dimenticando – volutamente per non registrare perdite/salassi di consenso popolare –  che sono  in  campo nel  settore  previdenziale anche  le   c.d. “pensioni di diamante”, prestazioni che hanno un differenziale ricevuto contro versatosuperiore anche al 50% (prepensionamenti per crisi aziendali o per altri motivi sociali, esodi, ex ferrovieri, ex postelegrafonici, pensioni baby, etc.). In ordine a quest’ultime, le “pensioni baby”, non si può non evidenziare che sono numericamente tantissime, che sono vigenti da ben oltre 30 anni e che riguardano, ad esempio, insegnanti che, dipendenti dello Stato, sono andate in pensione a 31-32 anni di età con 14 anni 6 mesi e 1 giorno di contributi e che percepiranno la pensione per oltre 50 anni in rapporto alle loro aspettative di vita, cumulando oltre 600.000 euro di pensione a fronte di non più di 100.000 euro di contributi. Le “pensioni baby” costano complessivamente 9-10 miliardi di euro a fronte di non più di 2 miliardi di euro di contributi versati! Non si può inoltre non evidenziare anche la eclatante situazione delle prestazioni pensionistiche di 3.000 euro mensili – circa 700.000 – che sono in pagamento tra 38 e 41,5 anni! Sorge spontanea una domanda: perché queste eclatanti situazioni vengono ignorate come non esistessero? Eppure queste comportano miliardi di esborsi a fronte di contributi versati o largamente insufficienti o addirittura pari a zero rispetto alla entità dei predetti esborsi! L’operazione di perseguire “l’equità del sistema previdenziale” – al fine di dare risposte al sistema assistenziale, con innalzamento delle pensioni minime – può essere socialmente condivisibile, ma va fatta con la fiscalità generale, cioè a carico dell’erario, e non certo “dirottando/succhiando” i danari del sistema previdenziale = contributi versati dai lavoratori che non possono essere sottratti alla loro naturale/obbligatoria/immanente destinazione ab origine.

D – Generalità e universalità dei prelievi forzosi

È  altamente discriminatorio che si  preveda di  assoggettare a dei  prelievi forzosi  soltanto una categoria di contribuenti/pensionati che – lo si deve  ribadire con forza – è quella che da un lato continua a scontare la progressività della tassazione pagando l’aliquota marginale massima dell’IRPEF (43%), dall’altro registra la più alta percentuale in assoluto dei contributi versati come evincibile dall’allegata tabella. Non possiamo qui non ricordare che siamo di fronte ad una platea di pensionati che ha subito negli ultimi quindici anni pesanti penalizzazioni (mancata rivalutazione per 8 anni sugli ultimi 11 e assoggettamento a prelievo forzoso = contributo di solidarietà) che hanno ridotto il loro potere di acquisto del 20%. Un’azione governativa che punti ad evitare ogni discriminazione di sorta non può che decidere di intervenire su tutti i redditi(indistintamente dalla loro natura: di lavoro dipendente, di lavoro autonomo, di pensione, etc.) che superano una certa soglia annua, nel rispetto quindi del disposto degli articoli 3 e 53 della Costituzione. Una distribuzione diffusa dei prelievi forzosi su tutti i suddetti contribuenti consentirebbe di reperire un plafond più consistente di risorse utili e finalizzate a costituire due fondi ad hoc per contrastare la povertà e la disoccupazione giovanile.

E – Lotta all’evasione fiscale

Peraltro noi di APS-Leonida non possiamo – per senso di responsabilità civile – astenerci dal rappresentare per l’ennesima volta che i due fondi di cui sopra, importanti e qualificanti per il perseguimento di un’autentica e condivisa coesione sociale, dovrebbero essere costituiti con la fiscalità generale a 360 gradi, interessare cioè l’intero universo dei contribuentie non soltanto i contribuenti percettori di redditi superiori a una certa soglia, e ciò in quanto trattasi di spesa assistenziale la prima e di spesa sociale la seconda finalizzata ad incentivare il lavoro a tempo indeterminato. Come farlo? Aumentando nei fatti la lotta all’evasione fiscale che, secondo l’ultimo  Rapporto sulla  stessa pubblicato  dal  Ministero dell’Economia e basato su dati ISTAT, oscilla tra i 255 e i 275 miliardi di euro, pari al 14-15% del PIL (dal Rapporto 2016 dell’Eurispes risulta che l’Italia ha un PIL sommerso di 540 miliardi di euro a cui andrebbero aggiunti almeno ulteriori 200 miliardi derivanti dall’economia criminale, per un totale di ben 740 miliardi euro, pari ad oltre il 30% del PIL!). Si tratta di una valanga di danari che, se recuperati almeno in parte, consentirebbero di disporre di cospicue risorse non solo per i due fondi sopra specificati, ma anche – e questo è un aspetto di primaria importanza per il progresso e il miglioramento della qualità della vita dell’intera comunità nazionale – per varare un piano pluriennale di investimenti in opere pubbliche volte a mettere in sicurezza l’assetto idrogeologico del territorio che ciclicamente viene sottoposto a sconvolgimenti al verificarsi di eventi meteorologici avversi. Gli investimenti per prevenire i disastri ambientali, purtroppo registrati anche in questi ultimi tempi con una virulenza inaudita, comportano costi sociali inferiori alle spese che si devono sostenere per riparare i danni provocati dai ripetuti dissesti territoriali (negli ultimi 30 anni si sono spesi al riguardo oltre 200 miliardi per far fronte agli stessi, senza peraltro che questo sia servito ad evitarne di successivi). In conclusione anziché aggredire le pensioni, lo Stato ed il suo Governo decidano di aggredire seriamente e senza indugi la questione, madre di tutte le battaglie, riguardante l’evasione fiscale.

*  Il 15/03/2016, in sede di audizione alla Camera dei Deputati rispetto alla proposta Meloni per il ricalcolo delle pensioni ricche, un dirigente generale dell’INPS – oltre ad avere affermato che il ricalcolo del periodo retributivo è impossibile – ha dichiarato che per le pensioni lorde superiori a 100.000-120.000 euro annui, in caso di ricalcolo contributivo, sarebbero state incrementate.

LA MANCATA RIVALUTAZIONE…

“La mancata rivalutazione delle pensioni superiori a sei volte il minimo, sapete chi lo ha deciso ?
La Corte Costituzionale !

Sapete come la chiamava Marco Pannella ? “La suprema Cupola mafiosa” ! E stavolta aveva ragione !

La Corte, usando del suo sentire , come declinato da Pannella, ha deciso che il legislatore (Renzi) ha fatto bene ad adottare la scelta di riconoscere la perequazione in misure percentuali decrescenti all’aumentare dell’importo complessivo del trattamento pensionistico, sino a escluderla per i trattamenti superiori a sei volte il minimo INPS, destinando, così, le limitate risorse finanziarie disponibili, in via prioritaria, alle categorie di pensionati con i trattamenti più bassi.

Una figata !

Peccato che io avevo pagato quel Patto !
E poi: “Chi ha causato” le limitate risorse finanziarie?”  Io?
Mi hanno prelevato tutto quello che hanno voluto, con regole da loro decise.

La Finanza mondiale ci tosa e io pago per mantenere i Rothschild, complice la Lega che ci sta ad una redistribuzione del reddito intraclasse, senza neanche alzare la voce contro chi ci sta impoverendo, ma mandando Conte a Buenos Aires a calare le brache ?

In via Bellerio debbono essere proprio fuori di testa !

Penso che la loro permanenza Governo sarà di qualche mese !”

…il pensiero di Claudio Lucas

PENSIONI ALTE, tagli dal 10% al 20% per 5 anni. Come funzionano le aliquote

Da il Sole24Ore del 01 Dicembre 2018 – Articolo di Davide Colombo e Marco Rogari.

Cinque distinte aliquote per cinque anni: da un minimo del 10% per gli assegni d’importo compreso tra i 90mila e i 130mila euro lordi annui a un massimo del 20% sopra i 500mila euro. L’emendamento del governo alla manovra sulla stretta alle pensioni elevate (cosiddette “d’oro”), con una chiara fisionomia di contributo di solidarietà a tempo, è nero su bianco.

Ed è pronto ad essere presentato e messo in votazione in commissione Bilancio alla Camera, sempreché nelle prossime 24 ore non ci sia un ripensamento dell’Esecutivo o dei relatori sull’opportunità di introdurre il ritocco a Montecitorio piuttosto che aspettare il passaggio al Senato…. CONTINUA A LEGGERE

OGGI… SCIOPERO DEI MEDICI OSPEDALIERI

Era ora… sono passati 9 anni da quando è  stato sottoscritto un contratto nazionale, decente ma comunque un contratto.

Da allora è cambiata l’Italia ma i vari governi hanno fatto di tutto tranne che dare denari e organici ai medici ospedalieri e ai sanitari ospedalieri.

A nessuno, a Roma, interessano le sorti della sanità pubblica… e così si è risparmiato sul SSN e si è fatta sanità sulla pelle dei medici. Alla faccia della salute dei medici e dei pazienti e della normativa europea in tema di orario settimanale, di riposo dopo la guardia e di reparti con organici sufficienti a garantire la regolarità e la qualità del servizio.

Ma, come sempre, poco spazio è stato dato dai media alla massiccia protesta medica.

PROTESTA SACROSANTA MA IGNORATA DALLA TV DI MENTANA E MESSA IN CODA AI VARI NOTIZIARI.

GIÀ…. IN QUESTA ITALIA  di “palta”

Tutti danno retta alle “sparate” dei gialloverdi e pochi ai problemi sanitari….

E ora…. che succederà?  Noi abbiamo pietà per i Colleghi che andranno in  pensione avendo perso i benefici contrattuali di ben 3 contratti.

Un danno irreversibile che potrebbe dare avvio a azioni legali per danno contrattuale prolungato.

Un giorno di sciopero nazionale.

E adesso? Che faranno questi Sindacati ospedalieri? Si accontenteranno delle solite promesse sbrodolate dal ministero di lungo Tevere Ripa ?????

Noi, nel nostro piccolo, sapremmo cosa fare. Ma noi siamo quelli che abbiamo bruciato il fantoccio della Bindi nel lontano 1999. Altri tempi, altri sindacati, altre storie sindacali…

Ma allora c’era un unico sindacato medico realmente autonomo: la CIMO.

 

Stefano Biasioli

(Past President Confedir – Past Past President CIMO)