Che ci si debba vaccinare anti COVID-19, nulla quaestio.
Che, in questi mesi, non si possa scegliere la tipologia del vaccino, è accettabile (con riserva) per uno “stato di necessità sanitaria”.
Che i vaccini disponibili sul mercato siano identici tra loro e di identica efficacia, è discutibile, ma lo sapremo tra anni, data la differenza strutturale esistente tra Pfizer o Astra-Zeneca versus gli altri…..
Iniettare i frammenti di RNA non appare (“a naso”) identico al fatto di iniettare dei virus attenuati.
Ma, Noi, non siamo virologi ma medici “praticoni”, esperti in altri campi.
Ci sia però consentito di dire che la pandemia da Covid ha messo in evidenza alcune verità.
- L’unione Europea ha dimostrato di essere una disunione assoluta, su un tema fondamentale qual è quello della salute;
- Chi si è fidato delle capacità della UE di recuperare dosi sufficienti di vaccino per gli europei, ha fatto un errore clamoroso. Lo dimostrano i fatti.
- L’egoismo tedesco ha indotto a privilegiare, per una siffatta Europa, un vaccino tedesco (Pfeizer) limitando gli acquisti delle altre tipologie di vaccini, sulla base dell’anticomunismo a sproposito (Sputnik V°) o di interessi nazionalistici (il blocco immotivato ad Astra-Zeneca, le diatribe folli tra FDA, EMA e AIFA).
Perché un vaccino testato su milioni di americani – quindi approvato dalla FDA – deve essere riesaminato dalla EMA e dall’AIFA? Perché perdere tempo e far girar carte, in presenza di una pandemia mortale?
In Italia, non siamo stati in grado di contenere la malattia (non l’infezione) perché non sono state date linee guida idonee e chiare da mettere in pratica come terapia domiciliare e perché si è puntato tutto sulle mascherine e sui lock-down, senza dimostrazioni statistiche serie che ciò contenesse la pandemia (al proposito si vedano i dati svedesi).
Ancora oggi, non sappiamo quali siano i criteri usati per scegliere i soggetti da vaccinare, con priorità:le statistiche attuali (si veda Libero del 23/03/21, pag. 2-3) dimostrano che, da regione a regione, si vaccina con diversa intensità e “a capocchia” (tipologie dei vaccinati, completamente diverse). Colpa del titolo V° della Costituzione o dell’assenza di linee guida nazionali universalmente applicabili?
Abbiamo sempre saputo che con questo virus dovremo convivere, nei prossimi anni. Abbiamo sempre sospettato che i prezzi attuali dei vaccini anti COVID, oggi bloccati, verranno liberalizzati , forse dal Luglio 2021.
La Pfeizer (conferenza Barclay’s dell’11/03/21) ritiene che, oltre alla duplice somministrazione attuale, dovrà essercene una terza, (dose booster contro le varianti).
Passata la pandemia, la virosi diventerà endemica, richiedendo una vaccinazione annuale, come quella contro la normale influenza. Piccolo particolare… il prezzo del vaccino sarà allora liberalizzato, passando dai costi attuali (negli USA, 19,5 dollari/dose, per il Pfizer e circa 20 per il Moderna, contro AstraZeneca a 2 dollari e Moderna a 4 dollari) ad un PREZZO LIBERALIZZATO, con ovvii enormi profitti per le ditte produttrici.
Il tutto, mentre – ancor oggi – non sappiamo (sulla base di statistiche affidabili) quanto duri la protezione vaccinale con le diverse tipologie di vaccino: 6-9-12 mesi? E’ possibile, poi, che la durata della protezione sia diversa tra giovani e vecchietti e tra sani e pazienti con patologie associate. Tante, troppe, risultato? Vaccinazione periodica, con vaccini facilmente reperibili sul mercato, perché liberalizzati e non garantiti dal SSN…
Domanda finale? A questo punto potremmo – finalmente- SCEGLIERE IL VACCINO DA FARCI SOMMINISTRARE? Se ho dovuto accettare il vaccino PFEIZER, POTRÒ FARMI ANNUALMENTE INIETTARE lo SPUTNIK o mi costringeranno a continuare con il vaccino tedesco ?
AH, SAPERLO !
Ma, NOI, testoni, lo domandiamo al Prof. PALÙ e non di certo al direttore generale della “sua” AIFA, quel direttore con cui è in disaccordo su quasi tutto!
Stefano Biasioli
Nefrologo e Endocrinologo