I “ricchi” in pedalò che mantengono il Paese

Risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,
si dice spesso che la politica è come un sistema di vasi comunicanti, per cui i vuoti prima o poi si riempiono. Vorrei però la sua opinione su quel persistente vuoto nella copertura politica di un preciso gruppo sociale, i lavoratori dipendenti (e poi pensionati) con redditi dignitosi. Da anni questo ceto viene maltrattato, attraverso balzelli o mancati benefici, adducendo la motivazione del reddito, in realtà non alto ma non nascondibile (vedi parziale rivalutazione delle pensioni o esclusioni da bonus per redditi anche medio-bassi). Qualcuno avrà voglia di tutelare un ceto che è comunque di qualche milione di persone, stanche di pagare per tutti?

(lettera firmata)

Risponde Aldo Cazzullo

 

Documenti da Confedir

Care colleghe e cari colleghi,
Vi anticipo i documenti relativi alla Segreteria generale di mercoledì  21 dicembre.
Nel documento sulla legge di bilancio 2023 inviato alla Commissione
bilancio della Camera sono contenute le nostre proposte, elaborate ed
avanzate negli ultimi mesi. I margini di possibili modifiche alla
manovra sono irrisori per cui ci siamo limitati a due soli emendamenti,
uno per il personale pubblico in servizio e l’altro per quello in
quiescenza relativo al taglio della perequazione.

Abbiamo altresì segnalato gli emendamenti trasmessi dalle ooss.
Vi aggiungo anche un documento inerente proprio la questione della
rivalutazione delle pensioni.

Mi auguro che possiate partecipare alla Segreteria, seguirà come
anticipato la cena per lo scambio degli auguri natalizi.

Un caro saluto.

Michele Poerio

Documento emendativo_CONFEDIR – Emendamenti Bilancio 2023 – Il Manifesto dei Pensionati-StartMagazine – Pensionati attuali e futuri-StartMagazine  – SG 11-10-2022

 

Pensioni, cambia ancora la rivalutazione degli assegni: ecco chi guadagna e chi perde

amp24.ilsole24ore.com  – Marco Rogari, 19.12.2022

Con gli emendamenti del governo salgono a circa 600 euro al mese le minime degli “over 75” per il solo 2023 e si attenua il taglio nella rivalutazione

Pensioni minime a 600 euro mensili per i soli “over 75” ed esclusivamente per il 2023. Conferma dell’adeguamento pieno del 100% all’inflazione per gli assegni fino a 4 volte il minimo, pari a 2.100 euro lordi mensili, che beneficeranno di un aumento di 153 euro al mese sempre al lordo.

Rivalutazione che sale dall’80 all’85% per i trattamenti fino a 5 volte al minimo (2.626 euro lordi al mese), facendo lievitare l’importo da 153 a circa 162 euro, ma che diminuisce ancora per le altre 4 fasce:

  • dal 55 al 53% per le pensioni fino 6 volte il minimo (3.150 euro) con un ulteriore sacrificio di oltre 4 euro al mese;
  • dal 50 al 47% per quelle fino a 8 volte il minimo, pari a 4.200 euro, con una perdita di altri 9 euro;
  • dal 40 al 37% fino a 10 volte il minimo (5.250 euro mensili), con una contrazione aggiuntiva di oltre 11 euro;
  • dal 35 al 32% oltre le 10 volte il minimo, che nel caso di un assegno di 5.350 euro comporrebbe una riduzione sempre di circa 11 euro.

Sono gli effetti prodotti dagli emendamenti al capitolo pensioni della manovra con cui è stato ulteriormente rivisto il meccanismo di perequazione degli assegni pensionistici, che dal 1° gennaio 2023 prenderà il posto di quello attuale basato su sole 3 fasce.

Stop allo schema con tre fasce

Dal 1° gennaio 2023 uscirà di scena l’attuale schema articolato su 3 fasce di reddito per la rivalutazione delle pensioni:

  • 100% per i trattamenti fino a 4 volte il trattamento minimo Inps (525,38 euro mensili);
  • 90% per quelli superiori a 4 volte e fino a 5 volte il minimo;
  • 75% sulle fasce di importo superiori a 5 volte il minimo.

La quota di indicizzazione piena degli assegni al caro vita era stata fissata per il 2023 al 7,3% da un decreto del ministero dell’Economia…

… continua ⇒ Sole24Ore_PensioniCambiaAncoralaRivalutazionedegliAssegni_19.12.22

Il manifesto dei pensionati – Startmag

Michele Poerio, Pietro Gonella e Stefano Biasioli
18 dicembre 2022

Seconda parte dell’intervento di Michele Poerio, Presidente Nazionale FEDER.S.P.eV. e segretario generale CONFEDIR, Pietro Gonella, coordinatore Centro Studi, Stefano Biasioli, segretario APS-Leonida e segretario organizzativo FEDER.S.P.e V.

CONFEDIR, FEDER.S.P.eV. e APS-Leonida in qualità di Associazioni rappresentative:

  1. della ex classe dirigente del Paese (Alti Ufficiali delle Forze Armate; Generali di Esercito/Ammiragli di Marina/Generali di Aeronautica, Generali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza; Magistrati; Prefetti, Questori; Ambasciatori, Consoli; Direttori Generali, Sanitari e Amministrativi di ASL; Direttori Medici/Primari; Professori universitari; Dirigenti pubblici e privati, etc.),
  2. degli ex altri dirigenti (dirigenti: medici, farmacisti, veterinari, chimici, fisici, biologi, psicologi del SSN; dirigenti tecnici, professionali, amministrativi del SSN, dello Stato, delle Regioni, degli Enti Locali, degli Enti economici e non economici parastatali; dirigenti di aziende private, etc.) e dei relativi funzionari/quadri direttivi,

insieme di lavoratori che, in stato di quiescenza, sono percettori di trattamenti pensionistici superiori a 10 volte il TM, espongono – con riferimento agli stessi – i sotto riportati elementi/evidenze: …

… continua a leggere ⇒ StartMag_Il manifesto dei pensionati _18.12.22

Pensionati attuali e futuri, è giunta l’ora di darci una mossa! – Startmag

Michele Poerio, Pietro Gonella e Stefano Biasioli
17 dicembre 2022

L’intervento di Michele Poerio, Presidente Nazionale FEDER.S.P.eV. e segretario generale CONFEDIR, Pietro Gonella, coordinatore Centro Studi, Stefano Biasioli, segretario APS-Leonida e segretario organizzativo FEDER.S.P.e V.

CONFEDIR , FEDER.S.P.eV. e APS-Leonida in qualità di Associazioni rappresentative — soprattutto dei percettori di trattamenti pensionistici di importo medio-alto e di importo elevato ma anche dei percettori di trattamenti pensionistici di importo medio —  hanno letto attentamente e preso atto con rammarico delle decisioni del Governo Meloni, che le ha proposte all’approvazione da parte del Parlamento, in merito alle misure adottate per contrastare gli effetti della galoppante e consistente inflazione che ha falcidiato il loro potere di acquisto nel corrente anno 2022 e che nel 2023 potrà essere recuperato seppur parzialmente e comunque in misura grandemente insufficiente…

… continua ⇒ StartMag_Pensionati attuali e futuri, è giunta l’ora di darci una mossa_17.12.22

I medici manifestano, ma dovrebbero chiedere il Mes. Pennisi spiega perché

da  formiche.net

Giuseppe Pennisi, 10 dicembre 2022 Economia

La pandemia ha messo a nudo le debolezze e le carenze della sanità italiana, che sconta un deficit di personale e risorse. Per questo è adesso quanto mai opportuna una ratifica del Meccanismo europeo per la stabilità.

Il 15 dicembre i medici, ospedalieri e del territorio, manifesteranno in piazza per “tutela” del Ssn (servizio sanitario nazionale) e per l’aumento del finanziamento nella legge di bilancio. La manifestazione si terrà a Roma. Nella preparazione, alcune voci si sono levate parlando di sciopero. Prontamente calmate, ricordando il “giuramento di Ippocrate” ossia il giuramento che viene prestato da medici, chirurghi e odontoiatri prima di cominciare a esercitare la professione e che costituisce un vero e proprio codice deontologico per le relazione tra professionista e pazienti…

… continua a leggere ⇒ Formiche_IMediciManifestanomaDovrebberoChiedereilMes_Pennisi_10.12.22

MEDICI IN PIAZZA, PERCHÉ SOLO ORA?

L’intervento di Stefano Biasioli, medico in pensione e segretario Aps-Leonida

Tra pochi giorni i medici, ospedalieri e del territorio, manifesteranno in piazza contro questo governo e per “tutela” del SSN (servizio sanitario nazionale).
Siamo i primi a dire che la pandemia ha messo in crisi l’intero assetto del SSN, evidenziando criticità — in ospedale e nel territorio — prima volutamente mascherate dai governanti di turno.

I sindacati medici e la FNOMCeO denunciano la mancanza di medici, in ospedale e nel territorio. Almeno 25.000 medici, cui bisognerebbe aggiungere la grave carenza di figure infermieristiche.

Peccato… peccato che chi scrive abbia mandato un simile allarme circa 20 anni fa, in sede ARAN, durante le trattative per uno dei tanti CCNL, da lui firmato. Allora, nessuno diede retta a quell’allarme, ripetuto invano negli anni successivi. Dov’era, allora, la Presidenza della FNOMCeO? Dov’erano quegli altri sindacati, che ora vanno in piazza? Solo ora, dopo una serie lunghissima di governi di sinistra e di ministri della salute nominati dalla sinistra imperante.

Dov’erano, quando i governi sottofinanziavano il SSN, con cifre (espresse in percentuali sul PIL) nettamente inferiori alla media UE?
Lo dimostra un rapporto dell’OCSE (Health at a glance Europe 2022) che la spesa sanitaria italiana (SSI, anno 2020) ha un’incidenza sul PIL pari al 9,6%, contro la media europea del 10,9%.

Italia, SS = 9,6% del PIL;
Portogallo = 10,5%;
Spagna =1 0,7;
Francia = 12,2%;
Germania = 12,8% del PIL.

Quindi, in Italia si spende per la sanità meno della media UE e nettamente meno dei tedeschi…

continua a leggere ⇒ StartMag_MediciinPiazzaPerchesoloOra_10.12.22

Legge di Bilancio 2023: considerazioni amare

Leonida  – 07 dicembre 2022

Siamo in Avvento, giornate che precedono in Natale e – prosaicamente – il varo definitivo della Legge di Bilancio 2023.

Una legge importantissima, la prima del Governo Meloni, ma scritta (lo dicono quasi tutti) al 95% da Draghi. Poiché il 2023 potrebbe essere un anno amaro per l’Italia,  l’articolazione della spesa pubblica 2023 diventa fondamentale. Eppure, eppure da giorni i giornali sono pieni di dibattiti sul POS (Pos si, Pos no, No-Pos) e sul superbonus, mentre sembrano passati in cavalleria i micidiali tagli previsti – in Finanziaria- per le pensioni superiori ai 2100 euro lordi/mese.

Tagli micidiali e con danno permanente per tutti gli anni a venire (pensioni dirette e indirette), legati alla mancata applicazione della legge 388/2000 e all’aver aumentato il numero delle fasce pensionistiche da tagliare, con minor recuperi “reali” sull’inflazione (pur sottostimata).

Come al  solito in Italia, quando c’è un problema enorme (i nuovi tagli alle pensioni) qualcuno adopera mezzi di distrazione di massa. E, così, giornali, radio, TV + svariate tecnologie informatiche sono ZEPPE di POS-SI e POS NO, mentre i SALASSI ALLE PENSIONI vengono – volutamente – messi in un angolo buio e nascosto.

Noi, che i conti li abbiamo fatti e conosciamo i danni economici – fascia per fascia- non staremo zitti. Siamo riusciti a far pubblicare alcuni articoli, abbiamo contattato il centro-destra, ottenendo finora solo l’appoggio di Forza Italia, che presenterà un emendamento, in merito.

Non sappiamo che fine farà – questo emendamento- perché alla Camera ne sono stati presentati 450 (200 dalla maggioranza, 250 dall’opposizione). Non ci facciamo illusioni.

Se l’art. 58 non cambierà saremo COSTRETTI ad impugnare i nuovi tagli, dissotterrando l’ascia di guerra.

Graffio di Leonida sulla finanziaria

02 dicembre 2022, ore 15:40

Abbiamo ascoltato con attenzione la relazione del Ministro Giorgetti sul DDL Bilancio 2023.

Con sorpresa, abbiamo dovuto prendere atto che ha totalmente trascurato i pesanti tagli alle rivalutazioni delle pensioni superiori a 2.100 euro/lordi/mese.

Tagli di durata almeno biennale con un danno irreversibile per l’intera durata della fruizione pensionistica sia del titolare che dell’eventuale superstite.

Nulla poi il Ministro ha detto sulla conseguente sperequazione che colpisce, a parità di reddito, i pensionati rispetto ai lavoratori attivi. Dobbiamo invece congratularci (!) con l’onorevole Maria Cecilia Guerra (PD) che queste osservazioni ha serenamente fatte al Ministro.

Al Ministro e al Governo ribadiamo che il continuo massacro dei pensionati non potrà che creare un’atmosfera tesa del Paese, con conseguenti iniziative legali a tutela dei soggetti tartassati, i quali, ovviamente, avranno una minor capacità di spesa, con effetti negativi sul Pil.

… e per ora è tutto