Pensioni, come cambiano gli importi con la rivalutazione 2024 (le tabelle)

di Simone Micocci, money.it – 11 novembre 2023

Nei prossimi giorni il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ufficializzerà il tasso di rivalutazione con cui le pensioni verranno aumentate e adeguate al costo della vita. Nel frattempo ad anticipare questo importante valore è Il Sole 24 Ore, che in esclusiva ha svelato che la variazione percentuale dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, senza tabacchi, come rilevata dall’Istat in via definitiva per i primi nove mesi del 2023 e stimata per l’ultimo trimestre, è pari al 5,4%.

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Nord, Centro e Sud: chi paga le tasse (e quanto)

Michaela Camilleri, 6/11/2023 – Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali

I dati ricavabili dalle dichiarazioni dei redditi ai fini IRPEF sembrano confermare l’immagine di un Paese in forte squilibrio territoriale, con un divario tra Nord, Sud e – in parte – Centro stabile nel tempo: una riprova di politiche a sostegno del Mezzogiorno scarsi e inefficaci?

Dai dati MEF e Agenzia delle Entrate rielaborati dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali all’interno della settima edizione del Rapporto La Regionalizzazione del Bilancio Previdenziale italiano” emerge un quadro chiaro relativo al versamento della più importante imposta diretta: il totale dei redditi prodotti nel 2021 e dichiarati nel 2022 ai fini IRPEF è ammontato a 894,162 miliardi, per un gettito IRPEF generato di 175,17 miliardi (157 per l’IRPEF ordinaria; 12,83 per l’addizionale regionale e 5,35 per l’addizionale comunale), in crescita rispetto ai 164,36 miliardi dell’anno precedente. I dichiaranti sono 41,497 milioni ma i versanti, vale a dire coloro che pagano almeno 1 euro di IRPEF, sono solo 31,366 milioni: ciò significa che a ogni contribuente corrispondono 1,427 abitanti.

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La mappa della previdenza italiana: il bilancio per singola regione

di Mara Guarino, 7/11/2023 da Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali

Solo 9 delle 20 Regioni italiane presentano entrate contributive e uscite per prestazioni vicine a quel rapporto del 75% che può dirsi rappresentativo di un sistema vicino all’equilibrio: bene il Centro trainato dal Lazio e il Nord, con la sola eccezione di Piemonte e Liguria; pesanti i disavanzi del Mezzogiorno, che richiederebbe più investimenti e meno assistenza.

In Italia si è sempre affrontato il tema del welfare (e vale lo stesso per politiche economiche o relative al mercato del lavoro) come se il nostro fosse un Paese omogeneo, con le stesse problematiche e opportunità, tanto che ogni volta che si è proceduto con riforme o interventi, ad esempio sul sistema pensionistico, lo si è fatto con un approccio identico su tutto il territorio. Uno scenario in realtà confutato dai dati e, in particolare, dal confronto tra le diverse macro aree condotto dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali; confronto che, come emerge anche dal Settimo Rapporto “La Regionalizzazione del Bilancio Previdenziali italiano” presentato il 7 novembre al CNEL, evidenzia in realtà pesanti disequilibri, soprattutto a sfavore delle Regioni meridionali…

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Articolo del prof. Brambilla su corriere.it più nostro “commentino”

Corriere.it_07.11.2023_articolo di Brambilla

Ns. “commentino”

Per l’ennesima volta dobbiamo congratularci con Alberto Brambilla (articolo odierno su ilcorriere.it) per l’accuratezza e la competenza con cui affronta l’ennesima sforbiciata, inferta dal governo di turno alle pensioni. Quelle in essere e quelle future.

Dalla Fornero in poi (tranne l’anno di Draghi) i governi di sinistra (prima) e di destra (ora) si sono divertiti a danneggiare i pensionati, non solo non garantendone la protezione dall’inflazione ma addirittura andando a ledere i contributi legati al periodo retributivo (ante 1° Dic 1996).

Sbigottisce che la Meloni (brava ma circondata da molti emeriti incapaci, come insegna anche la recente burla russa ai suoi danni) non abbia voluto nel suo staff un tizio come Brambilla, che certe cose gliele avrebbe spiegate.

E, così, Brambilla fa’ la nostra fine: racconta con puntiglio il danno fatto a pensionati a pensionandi (danno recente: 2023-2024; danno futuro: 2025-2032; svalutazione inflattiva biennale e poliennale; lesione dei diritti acquisiti, incostituzionalità etc. etc.).

Non ci meravigliamo più di quel Salvini che fa battaglie senza senso soprattutto quota 103, non solo il ponte sullo stretto, in un’Italia travolta dal fango….

Non ci meravigliamo di Forza Italia, in cui riecheggia ancora il flatus di Berlusconi “pensioni minime a 1000 euro”. A chi? A chi in 40 anni di vita non ha mai lavorato in bianco?

Continuiamo a domandarci la ratio di tutto ciò.

Bastonare sempre e comunque quel ceto medio che lavora per 40 anni e oltre, paga tasse senza evadere, china il capo, vota centro-destra per il 43% dei votanti e viene tradito da “quel sentimento comunistoide” (una volta si sarebbe definito clerico-marxista) che, per proteggere i presunti deboli, toglie il dovuto a chi ha una pensione 4 volte superiore al minimo INPS, con tagli via più crescenti.

Su questo, destra e sinistra si toccano. Comunità di Sant’Egidio, Caritas, ONG varie… i soldi per l’assistenza non bastano mai. E dove si pesca? Dalla Previdenza, dalle pensioni medie, medio-alte, alte (ma chi le definisce cosi?), taglieggiate nel biennio 2023-24 del 15%, come ciliegina sulla torta rispetto ai danni creati dalla Fornero capostipite.

Giorgetti non è certo un uomo di destra; Giorgetti scrive su dettatura dei suoi funzionari ministeriali. Nonostante i furti ai pensionati il debito pubblico 2014 aumenterà di almeno 14 miliardi! Spesi male, ancora una volta in mille rivoli, che non aumenteranno il PIL 2024.

Cosa fare? La Meloni chiami Brambilla gli affidi la gestione dell’INPS (istituto nazionale previdenza sociale non assistenza sociale), gli imponga la separazione tra assistenza e previdenza e faccia chiarezza sulla spesa pensionistica vera, anche all’Europa!

Se no lo farà, farà la fine di RENZI e non durerà 5 anni. I PENSIONATI SANNO QUANTO HANNO IN TASCA e SANNO CHI HA MESSO LE MANI nelle LORO TASCHE !!!

Non mi costa lanciare un’idea ! Negli anno settanta, per un certo periodo, Noi medici ospedalieri siamo stati pagati con assegni postdatati.

Ecco! Meloni, “se ci toglie denari mese dopo mese, almeno ce li trasformi in BOT, CCT, crediti Depositi-Prestiti… Trasformi un furto in un risparmio obbligato….!”

Se non lo farà, continueremo a consideralo un FURTO! E tale lo giudicherà anche la magistratura, alla buon’ora!

Stefano Biasioli

(Lenin) – 07/11/23

Legge di Bilancio 2024 (bollinato) – Art. 29 pag. 39 Rideterminazione indicizzazione pensioni per l’anno 2024

ART. 29. (Rideterminazione indicizzazione pensioni per l’anno 2024)

1. Al comma 309 della legge 29 dicembre 2022, n. 197, le parole «per il periodo 2023-2024» sono sostituite con le seguenti: «Nell’anno 2023».

2. Nell’anno 2024 la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici, secondo il meccanismo stabilito dall’articolo 34, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, è riconosciuta:

a) per i trattamenti pensionistici complessivamente pari o inferiori a quattro volte il trattamento minimo INPS, nella misura del 100 per cento;

b) per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a quattro volte il trattamento minimo INPS e con riferimento all’importo complessivo dei trattamenti medesimi:

1) nella misura dell’85 per cento per i trattamenti pensionistici complessivamente pari o inferiori a cinque volte il trattamento minimo INPS. Per le pensioni di importo superiore a quattro volte il predetto trattamento minimo e inferiore a tale limite incrementato della quota di rivalutazione automatica spettante sulla base di quanto previsto dalla lettera a), l’aumento di rivalutazione è comunque attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato. Per le pensioni di importo superiore a cinque volte il predetto trattamento minimo e inferiore a tale limite incrementato della quota di rivalutazione automatica spettante sulla base di quanto previsto dal presente numero, l’aumento di rivalutazione è comunque attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato;

2) nella misura del 53 per cento per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a cinque volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a sei volte il trattamento minimo INPS. Per le pensioni di importo superiore a sei volte il predetto trattamento minimo e inferiore a tale limite incrementato della quota di rivalutazione automatica spettante sulla base di quanto previsto dal presente numero, l’aumento di rivalutazione è comunque attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato;

3) nella misura del 47 per cento per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a sei volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a otto volte il trattamento minimo INPS. Per le pensioni di importo superiore a otto volte il predetto trattamento minimo e inferiore a tale limite incrementato della quota di rivalutazione automatica spettante sulla base di quanto previsto dal presente numero, l’aumento di rivalutazione è comunque attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato;

4) nella misura del 37 per cento per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a otto volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a dieci volte il trattamento minimo INPS. Per le pensioni di importo superiore a dieci volte il predetto trattamento minimo e inferiore a tale limite incrementato della quota di rivalutazione automatica spettante sulla base di quanto previsto dal presente numero, l’aumento di rivalutazione è comunque attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato;

5) nella misura del 22 per cento per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a dieci volte il trattamento minimo INPS.

Abbiamo inserito nella sezione  “DOCUMENTI” di questo sito il testo integrale aggiornato alla data del 30/10/23 bollinato.

Legge di Bilancio 2024 (testo del 28/10/23)

Siamo abituati a ragionare sui testi governativi finali, ossia sui testi stampati in Gazzetta Ufficiale. Ma non possiamo far finta di niente.

Anche questo GOVERNO, come tutti i governi dal 2011 in poi, intende far BANKOMAT SULLE PENSIONI. Bankomat… non Bancomat. K come il verbo greco “Klazo”.

1) PENSIONI FUTURE

a) certo, resta quota 103 (es. 62 anni di età + 41 anni di contributi) e non l’ipotesi 104….

Si guadagna un anno ma non a buon mercato. Perché? PERCHÉ SI RIDUCONO le FINESTRE di USCITA, con differenze tra dipendenti PRIVATI (che dovranno aspettare 7 mesi, anziché i 3 attuali) e dipendenti PUBBLICI (che dovranno aspettare 9 mesi, contro i 6 di prima).

b) Quindi: QUOTA 103 + 7 mesi (privati) e 103 + 9 mesi (pubblici).

FREGATURA o NO ?

c) l’assegno anticipato sarà tutto calcolato con le regole del SISTEMA CONTRIBUTIVO, anche per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996;

FREGATURA o NO ?

d) in ogni caso questo assegno anticipato non potrà superare (come valore lordo mensile massimo) QUATTRO VOLTE IL VALORE MINIMO INPS, fino al compimento dei 67 anni (“età pensionistica ordinaria”)…

… continua a leggere ⇒ LEGGE di BILANCIO_Biasioli.30.10.23

Anche l’ANAAO si è accorta del BANCOMAT PENSIONI!!!

lavoro e professione Manovra, Anaao Assomed boccia le misure sulle pensioni e avverte: via le mani dalle tasche dei medici e dei dirigenti sanitari

(articolo su IlSole24Ore del 26/10/2023) 

Alla luce della bozza della manovra economica apparsa sugli organi di stampa, Anaao Assomed esprime forte preoccupazione e sdegno per la norma di adeguamento al ribasso delle aliquote di rendimento delle gestioni previdenziali dei medici e dirigenti sanitari.

Infatti, con questa ipotesi di legge, la quota retributiva della pensione, ovvero quella riguardante i contributi versati prima del 1996, subisce un importante e gravissimo ridimensionamento, di fatto sottraendo migliaia di euro annui al futuro assegno previdenziale dei camici bianchi. La perdita che questa disposizione causerebbe alle pensioni, è stimabile tra il 5% fino al 25% di tutto l’assegno pensionistico, a seconda degli anni di contribuzione pre-96. Fino a un quarto di pensione!… continua a leggere tutto l’articolo ⇒ Sole24Ore_26.10.23_Anaao Assomed boccia le misure alle pensioni

Nota del 27/10/2023 di APS-LEONIDA

Finalmente l’ANAAO SI È ACCORTA dei TAGLI ALLE NOSTRE PENSIONI !

Peccato che i tagli del governo MELONI vengano dopo i tagli 2011-2021 prodotti, alle PENSIONI INPS, da tutti i governi precedenti (escluso quello Draghi), tutti governi di Centro-Sinistra. Da allora ad oggi, l’ANAAO è stata zitta e, ancora  adesso, minaccia sfracelli verbali, mentre NOI APS-LEONIDA + CONFEDIR + FEDERSPeV abbiamo, da anni, attivato azioni legali anti-tagli, sia alle Corti dei Conti che ai Tribunali ordinari.

L’ANAAO tintugna (= tracheggia) mentre NOI abbiamo agito e continueremo ad agire.

I Tagli provocano un danno pensionistico irreversibile ai PENSIONATI, ai PENSIONANDI e ai SUPERSTITI. Danno irreversibile, a fronte di contributi pensionistici e tasse pagate per decenni, senza evadere una lira.

Domanda finale: cosa farà concretamente, adesso, l’Anaao, contro questi ennesimi furti, che tolgono a chi ha pagato, per foraggiare chi non ha mai pagato tasse e contributi pensionistici  o li ha pagate in modo discontinuo?

“Lenin” – 27/10/23, ore 16:00