a cura del Ns. Presidente Dott. Roberto Mencarelli
Mattina afosa a Roma, uno stretto manipolo di funzionari INPS si riunisce non so dove, forse al Ministero dell’Economia o forse in qualche scantinato segreto di Palazzo Chigi.
Sono quindici o sedici, determinati a trovare finalmente la soluzione allo storno di parte dei fondi pensionistici da chi ha pagato a chi non ha mai pagato durante l’intera vita lavorativa, dato che, quest’ultimi, poverini, hanno pensione inadeguata e umiliante rispetto al loro usuale stile di vita.
Si ragiona e si discute molto ma la soluzione appare assai lontana, fino a quando un occhialuto membro dice: …“Però il Covid è stato una benedizione per le nostre casse, vi ricordo Infatti, che la riduzione della spesa pensionistica da premorienza, per il 2020, è stata pari a 1,11 miliardi di euro. Vi ricordo anche che, stimata la sopravvivenza statistica dei coniugi superstiti, l’entità della minore spesa pensionistica complessiva nel decennio 2020-2029, al netto delle nuove reversibilità, può alleggerire il bilancio INPS di circa 11,9 miliardi di euro”…*.
Un grande subbuglio ha così agitato l’anima dei presenti.
Alla fine, per menti sopraffine e intelligenti come le loro, la risoluzione finale non poteva essere che una sola: “…per risparmiare bisogna accorciare la vita media dei pensionati, la longevità è troppo costosa…”
Tutto ciò che ne seguì e ne seguirà, appartiene alle cronache disumane: “…tagliamo la pensione ai troppo vecchi…”
*Alberto Brambilla, Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali
*Antonietta Mundo, Già Coordinatore generale statistico-attuariale INPS
*Articolo pubblicato sul Corriere della Sera del 31/3/2021