Articolo di Marzio Bartoloni da Il Sole 24 ore di oggi 12 aprile 2022
Non solo vaccini. Prestissimo gli italiani che rischiano di finire in ospedale per il Covid potranno curarsi facilmente con uno degli antivirali oggi disponibili senza la burocrazia e le complicazioni che finora ne hanno di fatto bloccato l’uso: basterà infatti la ricetta del proprio medico di famiglia e la scatola di pillole potrà essere recuperata subito dopo nella farmacia sotto casa. Ecco la grande semplificazione che potrebbe essere decisa già oggi dall’Agenzia italiana del farmaco quando si riunirà la commissione tecnico scientifica. Si tratta di una rivoluzione che può segnare un cambio di rotta nella lotta al Covid e nel ritorno a una gestione più “ordinaria” dell’emergenza sanitaria.
Già nei giorni scorsi il ministro della Salute Speranza lo aveva fatto presagire: «Ora che abbiamo più dosi a disposizione vogliamo arrivare a consentire la prescrizione anche ai medici di medicina generale per favorire un accesso più capillare». Oggi dunque si attende il semaforo verde dell’Aifa che oltre ad autorizzare la prescrizione del medico di famiglia consentirà a chi si è contagiato di ottenere, dietro presentazione della ricetta, la terapia direttamente in farmacia senza più complicazioni.
La novità riguarderà in particolare due farmaci antivirali orali (pillole appunto): il Paxlovid di Pfizer – che sarebbe efficace al 90% nell’evitare le forme gravi – e il Molnupiravir di Msd. Due terapie indicate per pazienti ammalati in modo lieve moderato ma che hanno specifici fattori di rischio per il Covid severo: tumori, insufficienza renale cronica, broncopneumopati a severa, immunodeficienza primaria o acquisita, obesità, malattia cardiovascolare grave e diabete.
La particolarità di questi farmaci è che per funzionare vanno assunti in tempi brevi: entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi.
Finora però potevano essere prescritti solo dagli specialisti ospedalieri su indicazione del medico di famiglia e distribuiti solo nelle farmacie degli ospedali, centri di riferimento. Una procedura complicata che ne ha frenato l’uso: l’Italia ha finora prenotato 6oo mila dosi di Paxlovid, ma da inizio febbraio ne sono state prescritte solo 6.822. Sulla stessa scia il Molnupiravir: solo 16.732 trattamenti in quasi 100 giorni per 2oo mila dosi.