di Stefano Biasioli – 27 ottobre 2020
In medicina, esistono diverse sottospecie professionali. I medici ospedalieri (dipendenti o convenzionati), i medici di famiglia, i pediatri, i liberi professionisti, i medici universitari.
Nell’ambito delle scienze biologiche, esistono i teorici (solo insegnamento e ricerca di vario tipo) e i pratici (es. veterinari).
Chi scrive è stato medico ospedaliero, per 45 anni e – in veste di medico nefrologo – dializzatore – ha dovuto battersi sul campo contro vari nemici, allora sconosciuti o quasi: le insufficienze renali acute e croniche, le complicanze devastanti della sindrome nefrosica, le complicanze drammatiche del diabete (ulcere, necrosi, perdite di arti). Ha dovuto inventarsi soluzioni per dializzare TUTTI i pazienti uremici terminali: dialisi extracorporea, dialisi peritoneale, plasmaferesi, terapia nutrizionale, dosi massive di cortisonici….
Tutto, per cercare di salvare i malati. Tutto, inventandosi sussidi tecnici prima inesistenti: doppia pompa del sangue; cateteri peritoneali; nuove soluzioni dialitiche; tecniche diagnostiche nuove; approcci nutrizionali. Tutto sul campo, mettendo in gioco se stessi, pur di cercare di trattare i pazienti al meglio.
In quegli anni, Noi – nefrologi italiani – abbiamo insegnato al mondo come si faceva la dialisi.
Da quelle esperienze è nata la dialisi moderna (super computerizzata e super-personalizzata), ma senza quella prassi quotidiana, non si sarebbero fatti progressi strepitosi, quelli che hanno portato alla lunga sopravvivenza dei pazienti dializzati e anche ai trapianti d’organo.
Poche risorse (economiche e di personale) ma tanto ingegno e tanta volontà, senza limiti orari.
Non eravamo degli eroi, ma dei medici che cercavano di unire la teoria alla pratica quotidiana, per curare.
QUESTA LUNGA PREMESSA per DIRE che OGGI, se siamo arrivati ai problemi di questi mesi, la COLPA È DI CHI HA VOLUTO MASSACRARE LA SANITÀ PUBBLICA: tagliando risorse (-25 Mld in 20 anni), non programmando il personale medico e sanitario, non rispettando le scadenze contrattuali, riempiendo la sanità di assurde logiche bocconiane e di pseudo-budget…
GIÀ. QUANTO VALE UNA VITA UMANA ?
QUALI SONO STATI e SONO I DANNI PRODOTTI da UNA MANCATA PROGRAMMAZIONE SANITARIA: invecchiamento, pluripatologie, diabete, encefalopatie, cancri, VIROSI ?
Si, VIROSI !
Adesso il ministro della salute si chiama SPERANZA. “Speranza che tutto vada bene…”. Ricordate le lenzuolate di 6 mesi fa ? Dove sono, ora ?
C’è stato un ministro della sanità medico, uno dei pochi.
Si chiamava e si chiama Sirchia, un primario ospedaliero prestato alla politica. Sirchia (anni 2002-2003) si trovò a dover combattere la SARS, una pandemia pericolosa e con una mortalità attorno al 9%. Ebbene, Sirchia mise in piedi (istituì)il CDC(Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive), con il decreto legge 81/2003 e con la legge 138/2004. Questa legge prevedeva che il Centro fosse finanziato ogni triennio e fosse guidato da un grande epidemiologo, Donato Greco. L’obiettivo era quello di prevenire le virosi (se possibile) e di implementare una strategia difensiva contro le pandemie. Per evitare le bufere sanitarie, come quella attuale.
Ebbene, il CDC è stato finanziato fino al 2012 e poi soppresso, per colpa dei governanti di allora, di quella stessa “sinistra” che governa oggi.
Chi se ne ricorda? In nome della “spending review” sono stati TAGLIATI ORIZZONTALMENTE settori decisivi per la nostra vita: sanità, ricerca, istruzione. TAGLI ORIZZONTALI, senza pensare al futuro. Almeno quello che ci sta davanti: infezioni virali, a comparsa periodica. Virus nuovi, virus “naturali” o “artificiali”. Virus con comportamenti strani e con durate imprevedibili.
Il mondo globalizzato è un mondo esposto alle pandemie, ma l’Italia non ha un CDC o un suo equivalente. Perché ?
CONTE pensa di essere Churchill… Conte ha promesso vaccini anti-COVID, a “go go” e gratuiti.
Noi pensiamo che si tratti di un’araba fenice. Certo, molte multinazionali del farmaco sono state pesantemente foraggiate da Europa e USA, alla cieca, per creare un vaccino. Alcuni sono alla fase 3, che – di solito – dura 3-4 anni. Qui la faranno durare mesi ?
Noi, che siamo medici pratici, ci chiediamo ? Ammesso che il VACCINO anti-COVID arrivi a breve, funzionerà?
SE funzionerà, darà una copertura duratura o solo per pochi mesi ? Sarà gratuito o a pagamento (dal Luglio 2021) ?
Poche certezze, tanti dubbi. Noi, che siamo stati e siamo medici pratici, pensiamo che il futuro reale sia invece costituito dagli ANTICORPI MONOCLONALI, dal PLASMA dei SOGGETTI GUARITI e dagli ANTIVIRALI.
Per ora, assistiamo – sempre più incazzati – alle sceneggiate, insulse e pericolose, di un governo INCAPACE di PROGRAMMARE (5 mesi buttati via) e di APPRONTARE PIANI ORGANICI, da attuare su base regionale.
Assistiamo, imbesuiti, alla mancanza del vaccino anti-influenzale (e alla drammatica difficoltà nelle vaccinazioni programmate) e alla mancanza di regole chiare nei confronti dei POSITIVI al COVID, SINTOMATICI o NO CHE SIANO.
Chi va a domicilio, a visitare i positivi sintomatici? Chi va a domicilio a visitare i bambini (forse positivi) con febbre e tosse ?
PERCHÉ NON SONO STATE ALLESTITE UNITÀ TERRITORIALI SPECIFICHE, da inviare a domicilio ?
IL FALLIMENTO di IMMUNI dice tutto.
Dilettanti allo sbaraglio.
Questo sono Conte e i membri del suo fantomatico CTS.
Quelli che uccidono l’economia spicciola ma sono incapaci di gestire i trasporti pubblici e di capire che non è possibile SEMINARE IL PANICO NEL PAESE e continuare a fare promesse, che non sono in grado di mantenere…. .
Continuano a trattarci da untori, mentre siamo persone, mediamente istruite. Non ci volevano i soloni del CTS per insegnarci banali norme igieniche, che valevano anche ai tempi della “spagnola”, cento e rotti anni fa…
LA LIBERTÀ VIENE PRIMA DELLA SALUTE.
Ma la salute va garantita a tutti, senza mettere quei tutti alla “galera domiciliare”.
Non siamo schiavi, ma cittadini consapevoli.
Finalmente le categorie colpite ingiustamente (e irragionevolmente) dall’ultimo DPCM si sono arrabbiate.
Era ora che si muovessero, per evitare il fallimento del nostro Paese.
Stefano Biasioli
Primario Nefrologo in pensione