Stefano Biasioli, 22 febbraio 2022
PREMESSA: i numeri.
È passato un anno dall’introduzione dei vaccini anti COVID (Sars2).
Per fortuna, la maggioranza degli Italiani si è vaccinata (almeno con 2 dosi), anche se la strategia comunicativa governativa (+ CTS) o para-governativa (ISS, AIFA, Agenas…) è stata quanto meno irritante e dispersiva.
AstraZeneca sì e poi no, Pfizer sì, Johnson (?), Moderna come booster prevalente, Novavax come ruota di scorta tardiva.
Le terze dosi sono state fatte all’87,5% della popolazione (dato all’11 Febbraio, secondo la Fondazione Gimbe), con oscillazioni regionali dal 58,6% (Sicilia) al 73% del Lazio.
Numeri importanti, se rapportati ad altri Paesi UE e se si considera in numero degli infettati/sopravvissuti. Dato importante perché la guarigione fa slittare di altri 6 mesi l’ulteriore richiamo.
DATI di FATTO
Da circa 2 mesi, in ambulatorio, chiediamo ai singoli pazienti endocrinologici o nefrologici quale sia la loro situazione vaccinale. Abbiamo perciò identificato una serie enorme di variabili, che qui riassumiamo.
La più frequente: 2 dosi di Pfizer e terza dose (dimezzata) di Moderna, fatta da Dicembre 2021 in poi.
In sequenza: 3 dosi di Pfizer; 3 dosi di AstraZeneca; 3 dosi miste (Pfizer/Moderna) e infezione paucisintomatica da COVID; 1 dose di AstraZeneca e poi 2 dosi di Pfizer; 1 dose di AstraZeneca o Pfizer e poi COVID sintomatico, trattato a domicilio (come?) o in ospedale; 2 dosi di AstraZeneca e Covid paucisintomatico con negativizzazione ritardata; prima vaccinazione (ritardata) con COVID sintomatico autunnale; Covid contratto in ospedale, per un ricovero legato a cause non Covid. E potremmo proseguire…
Ciascuna di queste eventualità (riscontrate in clinica) ha poi ulteriori variabili, legate alle comorbilità, all’età, al sesso, all’assunzione o meno di farmaci anti ACEI, all’uso o meno di anti-infiammatori, allo stato nutrizionale, al lavoro e alla tipologia di vita “…ho paura e mi chiudo in casa… Non ho paura e cerco di frequentare il mio solito giro di amici…”.
UNA CERTEZZA
Quanti di questi vaccinati, infettati, guariti etc. ha effettuato un dosaggio periodico dei livelli di Anticorpi IgG anti COVID, al fine di conoscere la velocità del declino individuale della protezione anticorpale? Quanti di loro hanno testato la protezione cellulare?
Domanda retorica perché la vulgata ufficiale (da Speranza in giù ) ha quasi sempre negato l’utilità di siffatti controlli di laboratorio e comunque non li ha previsti nella routine clinica post vaccino o post malattia.
Perché ricordiamo queste verità?
Perché ora è incominciata una nuova litania….
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