Corte Costituzionale – Taglio perequazione pensioni

A Tutti, il 29 gennaio scorso la Corte Costituzionale ha discusso i ricorsi per
incostituzionalità, conseguenti al rinvio delle Sezioni della Corte
dei Conti, Toscana e Campania, delle questioni relative
al taglio della perequazione dei trattamenti pensionistici degli anni
2023 e 2024, disposto nella legge di bilancio del 2023.

La sentenza non è ancora disponibile. Dobbiamo attenderne la
pubblicazione ed esaminarne il dispositivo. In linea teorica, se fosse
dichiarata l’incostituzionalità del blocco si dovrebbe
applicare per il 2024 la perequazione con le modalità del 2001, e
forse anche per il 2023.

Dobbiamo però essere prudenti. Qualora i ricorsi fossero accolti, si
dovrebbero attendere anche le decisioni del Governo. Rammento che dopo
la sentenza della Corte Costituzionale n. 70/2015
relativa alla incostituzionalità del blocco della perequazione per gli
anni 2011 e 2012, l’allora  Governo (Presidente Renzi, Ministro del
Lavoro Poletti), invece, di applicare come
avrebbe dovuto il criterio del 2001, emanò un decreto retroattivo che
ristorò molto parzialmente e non per tutti il blocco della
perequazione degli anni 2011 e 2012.
L’intervento impose la retroattività di una legge, così violando il
principio sancito dall’art. 11 del Codice Civile “la legge non dispone
che per l’avvenire: essa non ha effetto retroattivo”.
La Corte Costituzionale poi con la sentenza del 24/10/2017 ne sancì la
costituzionalità.

In fiduciosa attesa della sentenza, Vi saluto molto cordialmente.

Michele Poerio (Segretario Generale CONFEDIR)
Stefano Biasioli (Presidente APS-Leonida)