Corte Costituzionale e mancata rivalutazione delle pensioni (24.10.17)

CORTE COSTITUZIONALE e MANCATA RIVALUTAZIONE delle PENSIONI. Sentenza scontata..?.
(articolo di Stefano Biasioli 24.10.2017)
 
Martedì 24 Ottobre la Corte Costituzionale ha iniziato la discussione sulle  migliaia di ricorsi relativi alla pluriennale mancata rivalutazione delle pensioni, come frutto delle scelte degli ultimi 4 governi (Monti, Letta, Renzi e Gentiloni).
Il problema è scottante, perché una decina di Corti dei Conti Regionali ed alcuni Tribunali civili hanno rinviato il problema alla Consulta. 
Nel silenzio generale (i referendum veneti e lombardo, Anna Frank, il treno di Renzi, il rosatellum acidum…).martedì 24/10 la Consulta ha “dato l’avvio alle danze”. 
E’ toccato all’avv. Sciarra fare il riassunto delle puntate precedenti. Poi  gli avvocati dei ricorrenti  hanno ripetutamente citato le numerose sentenze della Corte sullo stesso tema (2012-2015-2016…) e la natura tributaria dei tagli pensionistici per le pensioni superiori a 2000 euro/lordi/mese. 
Hanno ricordato come la Legge Renzi (sett.2015) abbia disapplicato la sentenza 70/2015 della Consulta. Hanno ribadito che non può essere considerata ricca una pensione da 6 ad 8 volte il minimo INPS e che i “….pensionati italiani non possono essere i soli cittadini ad essere chiamati a salvare il bilancio statale…“.
L’Avvocata dell’INPS ha – come negli anni precedenti –  sacralmente affermato che l’INPS ha rispettato le sentenze della Consulta ed ha ricordato i danni provocati dalla scelta delle “pensioni baby” (Ndr??!!). L’Avvocato dello Stato ha terrorizzato i membri della Consulta ricordando alla Stessa che un Suo (“della Consulta”) parere positivo a favore dei ricorrenti  avrebbe prodotto un buco nel bilancio statale valutabile dai 15 ai 30 miliardi di euro, con sforamento del limite europeo del debito pubblico italiano  (il famoso 3%/PIL).
Nihil sub sole novi.
Chi scrive e l’intero gruppo dei pensionati raccolti nei Leonida, nel Forum pensionati e nella FEDERSPeV l’aveva ampiamente previsto. 
Si tratta dei soliti argomenti, vecchi e stantii, che hanno costretto i pensionati pubblici INPS ad essere il bancomat dei debiti pubblici, INPS e non INPS.
Nessuna certezza di ottenere, una buona volta, ragione dalla Corte Costituzionale. Oggi come ieri e come l’altro ieri.
Se il buon giorno si vede dal mattino, questo mattino era pieno di pesanti, cupe e nerastre nubi. Con tuoni e fulmini, all’orizzonte pensionistico.
Non sappiamo quando la Corte stilera’ la sentenza. Probabilmente lo farà dopo le elezioni regionali siciliane.
Restiamo in attesa. Non tanto dell’esito, che – da mesi – abbiamo pronosticato come negativo.
No. Questa volta siamo veramente curiosi di leggere e meditare le motivazioni di una nuova sentenza negativa. Come giustificheranno, questa volta, i “santi” giudici costituzionali  l’ennesimo e pluriennale esproprio pensionistico ?
Tasse, ma a carico di una sola categoria di contribuenti: quella dei pensionati e non anche  quella dei lavoratori attivi, a parità di reddito.
Da un lato, si salvano i vitalizi e si mantiene alta l’evasione fiscale, dall’altro si trasforma il pensionato in “bancomat sociale” nella prospettiva di un comunismo pensionistico. Prossimo-venturo.
Il tutto, nel silenzio piu’ assoluto di tutti i partiti dell’arco costituzionale. Dalla Meloni a Berlusconi, a Salvini, a Renzi, a Bersani, ai 5S.
Tutti zitti. Tranne Boeri, il politico mancato.
” Pensionati Europei…venite in Italia…!”, esclama ed invoca il Nostro…
Già, ma con che faccia il ricciolino  Boeri invita i pensionati del NordEuropa a vivere in Italia? Per taglieggiare anche loro, come fa con quelli italici?