CONSIDERAZIONI e RIFLESSIONI sulla operazione di eventuale “Ricalcolo Contributivo”…

…delle pensioni cosiddette «Pensioni d’oro»

  1. “GOLPE di STATO” del mondo della “ASSISTENZA” sul mondo della “PREVIDENZA”. Il Governo giallo-verde vuole usare i contributi versati dai lavoratori a favore di chi non ha mai lavorato o ha fatto il fannullone. Se lo Stato vuole dare a costoro una pensione lo deve fare con risorse erariali e non con risorse contributive destinate alla copertura delle future pensioni di chi ha sgobbato una intera vita.
  2. Se così avverrà, lo STATO (democratico) di DIRITTO verrà cancellato da uno STATO (populista) SOCIALE che punta a far trionfare sentimenti di odio e di invidia tra i membri della comunità nazionale, anziché sentimenti di pacifica e responsabile convivenza civile.
  3. Per quanto sta succedendo, vi è la necessità di fare un CENSIMENTO del numero delle pensioni che vengono erogate con versamenti contributivi pari a ZERO (chiosa: tutte le pensioni integrate al minimo, per insufficienza dei contributi versati, comportano un esborso erariale di 21 miliardi di euro all’anno! Se non è questo già da tempo, da oltre 40 anni, un “reddito di cittadinanza”???!!!!).
  4. Vi è inoltre la necessità di fare un CENSIMENTO volto ad effettuare un’operazione di trasparenza/conoscenza/informazione atta ad indicare/evidenziare la quota (la percentuale) di pensione che risulta coperta dal coacervo dei contributi versati, il c.d. Montante Contributivo (sommatoria dei contributi versati rivalutati alla data del pensionamento).
  5. Al riguardo, non può tacersi, ad esempio, che la platea di alcune categorie, quali ferrovieri e postelegrafonici, è “foraggiata” dall’erario: rispettivamente per 4 miliardi e per 1 miliardo, a motivo del fatto che i contributi versati dai lavoratori dei relativi settori attualmente in attività sono largamente insufficienti per l’erogazione delle pensioni in atto.
  6. Il programma governativo dei 5stelle mirante a colpire le c.d. “pensioni d’oro” modifica in corsa – attraverso il “Ricalcolo Contributivo” – le regole/norme vigenti al tempo dell’andata in pensione (è come se un arbitro di calcio, senza avvertire i giocatori prima dell’inizio della partita, fischiasse un calcio di rigore in caso di fallo in qualsiasi zona del campo e non solo in area di rigore). È questo un grave e pericoloso vulnusal principio dello “affidamento” (leale ed etica relazione) Stato/Cittadino da un lato ed al principio del “tempus regit actum” dall’altro.
  7. Il prospettato “Ricalcolo Contributivo” da parte del Governo non può – al fine di rispettare e non violare il precetto dell’articolo 3 della Costituzione ed al fine di essere credibile – non interessare/riguardare tutti i pensionati (anche, pertanto, le c.d. pensioni baby che sono numericamente tantissime e riguardano, ad esempio, insegnanti che, dipendenti dello Stato, sono andate in pensione in pensione a 31-32 anni di età con 14 anni 6 mesi e 1 giorno di contributi e che percepiranno la pensione per oltre 50 anni in rapporto alle loro aspettative di vita, cumulando oltre 600.000,00 euro di pensione a fronte di non più di 100.000,00 euro di contributi). Il “Ricalcolo Contributivo” delle pensioni in atto, se giuridicamente possibile, va effettuato in maniera generalizzata e universale, con riferimento cioè a tutte le posizioni pensionistiche in essere. In tal caso sarà verificato che le c.d. “pensioni d’oro” sono quelle dalle quali esita il più alto tasso (80/85%) di copertura contributiva, senza tacere che hanno pagato e continuano a pagare l’aliquota fiscale marginale massima – 43% – al pari di quanto fatto per decenni in costanza di rapporto di lavoro.
  8. Le modalità e i criteri del prospettato “Ricalcolo Contributivo” non sono a tutt’oggi note. Quel che è certo è che si verificherà, per i dipendenti statali, un vero e proprio busillis. Come si potrà infatti fare il “Ricalcolo Contributivo” in assenza del relativo database cartaceo o informatico che sia, database che è esistente soltanto dal 1996 in avanti? Per il periodo precedente lo Stato ha solo calcolato ma non versato i contributi di propria competenza (iscrivendoli/riportandoli tra i Conti d’Ordine in Entrata e in Uscita!).
  9. A seguito delle risultanze di simile mastodontica operazione di eventuale ricalcolo, andranno toccate anche le pensioni di importo superiore al minimo per rispetto del principio di uguaglianza di cui all’art. 3 della Costituzione, con la conseguenza che molte delle stesse dovranno quasi sicuramente essere ridotte al disotto dell’importo minimo: in tal caso dovrà scattare l’intervento integrativo da parte dello Stato attraverso la fiscalità generale.
  10. In presenza di una GENERALIZZATA e UNIVERSALE OPERAZIONE di “Ricalcolo Contributivo” non potranno essere ignorate le percentuali risultanti dal rapporto importo dei contributi versati = Montante Contributivo/importo della pensione corrisposta. Le c.d. “pensioni d’oro” esiteranno la percentuale più elevata del rapporto in parola. Così non sarà di certo per i ferrovieri, per i postelegrafonici, per i titolari delle pensioni baby e per tante altre categorie.

Firmato: il Direttivo dell’APS-LEONIDA – 18 luglio 2018