UN GENIO VENETO: Fabio Franceschi

Articolo di Stefano Biasioli

Fabio Franceschi: chi è costui? È un imprenditore Veneto, il titolare di Grafica Veneta, una casa editrice che ha pubblicato tutti i volumi sul genietto Henry Potter.

Ebbene, Franceschi è stato contattato 10 giorni fa da Zaia, il governatore del Veneto, disperato per la mancanza di mascherine protettive, contro il COVID-19.

Non si reperivano, perché la produzione “cinese” era bloccata, perché alcuni intermediari hanno fatto i furbetti e perché, in Italia, nessuna ditta era in grado di produrle.

         Franceschi si è messo al lavoro, ha recuperato una fornitura di TNT (tessuto non tessuto) ed ha modificato alcuni macchinari, per produrre una ampia mascherina “veneta”. Ampia perché si estende da orecchio a orecchio, ampia perché copre largamente il viso. “Veneta” perché ha ben visibile il leone di San Marco.

Alla luce della normativa vigente (art. 12 di un recente decreto governativo) la mascherina potrà essere usata dai cittadini (e non dai sanitari) perché non ha ancora l’approvazione ministeriale per essere definita “mascherina chirurgica di 1° livello”.

Quindi potrà essere usata come protezione individuale all’esterno degli ospedali, come autotutela e come tutela verso gli altri. Non certo come presidio sanitario ospedaliero.

Ma questo tipo di mascherina mancava e FRANCESCHI (con la collaborazione attiva di Zaia) l’ha studiata e prodotta rapidamente. La produzione odierna è di circa 700.000 pezzi/die, ma – a regime- potrà salire fino a 1,5 milioni di pezzi/die.

         Non solo, ma FRANCESCHI regalerà ai veneti 2 milioni di mascherine (in confezioni da 10 pezzi) che la benemerita Protezione Civile distribuirà all’esterno degli ospedali, dei supermercati e delle case di riposo.

Utilizzo? Giornaliero. Si tratta – a detta di Zaia che la usa da giorni “…di una mascherina ideale, perché non si inumidisce, non fa aloni, non lascia pelucchi…”

Morale della storia?

A Roma hanno perduto e perdono tempo, in Veneto si agisce: migliaia di tamponi; il focolaio iniziale (Vo’ Euganeo) bloccato fin dalla scoperta dei primi 2 infettati; i piani (A-B-C) per affrontare l’emergenza, ora le mascherine autoctone.

Un grazie di cuore a Franceschi e a tutti coloro che stanno combattendo contro questo virus, senza risparmiarsi.

Domani è un altro giorno !

Stefano Biasioli
Primario Nefrologo in pensione
Segretario dei pensionati veneti autonomi (APS Leonida)
Past-President CIMO

IN TEMPI DI CORONA-VIRUS (COVID-19)

Cari Amici pensionati,

in tempi di Corona-virus, in tempi grami come questi, ci possiamo solo tenere in contatto con i mezzi informatici.

Nella Sezione “DOCUMENTI e nella Sezione “ARTICOLI di questo sito abbiamo documentato l’evoluzione- in Italia, nel Veneto e nel mondo – di questa maledetta virosi, che – penso – farà piazza pulita di tante nostre ABITUDINI “BORGHESI”, costringendoci ad una analisi dei nostri comportamenti e delle nostre abitudini. Occhio critico, si….ma attenzione a cancellare ciò che di buono abbiamo fatto, nei decenni passati.

Un pensiero, doveroso, è rivolto a tutti quei sanitari che sono ora al FRONTE, ma ricordiamo loro che il loro lavoro terribile di oggi è possibile perché NOI VECCHIOTTI abbiamo messo la sanità triveneta in condizione di lavorare al meglio, grazie alle nostre capacità e grazie ai mezzi di cui disponevamo.

Passata la buriana, faremo i commenti del caso. Adesso è il momento, per NOI, di ADERIRE STRETTAMENTE ALLE REGOLE COMPORTAMENTALI e IGIENICHE.

Terque, quaterque, testiculis tactis….

A prestissimo,

il Direttivo APS-Leonida

N.B.
Qui sotto troverete i LINKS per visualizzare le statistiche italiane, europee e mondiali, sul virus.

LINK PER l’ITALIA

LINK PER l’EUROPA e il resto del MONDO

QUESTE LE DICHIARAZIONI di ZAIA (13/03/2020)

1 – Stop – fino al 15/4- agli interventi chirurgici programmati, che prevedano un passaggio in rianimazione;

2 – Aggiunta di posti letto aggiuntivi, negli ospedali pubblici, sia di terapia intensiva che semi-intensiva;

3 – STOP ALLE ATTIVITA’ AMBULATORIALI, tranne quelle urgenti (U) e a 10 gg (B) e per quelle analoghe sui bambini e sugli oncologici;

4 – Avviso agli utenti (NB: da parte di chi? Regione o ASL/Presìdi osp.?);

5 – Le donazioni di sangue continuano;

6 – Vanno chiusi al pubblico TUTTI gli UFFICI SANITARIO-AMMINISTRATIVI OSPEDALIERI/TERRITORIALI con potenziamento della risposta telefonica;

7 – Va assolutamente favorito l’invio della  refertazione VIA INTERNET;

8 – Le FARMACIE ESTERNE dovranno assumersi il compito della distribuzione dei farmaci, finora dati ai pazienti dalla farmacia ospedaliera;

9 – L’attività pscichiatrica resta immodificata;

10 – L’attività DISTRETTUALE VIENE SOSPESA, tranne il caso di vaccinazioni o di certificazioni urgenti;

11 – La Regione aumenterà i posti letto di terapia intensiva da 494 a 700;

12 – Gli esperti veneti prevedono che il “picco” del COVID-19 avvenga verso la metà di maggio, in assenza di un rigido rispetto delle regole di autoisolamento.

(A cura di Stefano Biasioli).

Commento all’articolo di Luca Gerotto…

Art. di Luca Gerotto 14.3.20

COMMENTO all’articolo:

1)   IN UN PAESE CIVILE, qual’è il costo del SSN, in rapporto al PIL?

Non certo il valore attuale (6,5% PIL, dice costui). Ma questo 6,5% è tutto a  spese dello stato (NOI) o comprende anche la spesa out-of-pocket (circa 35 miliardi/anno)?

Secondo noi sanitari un paese civile (UE + etc) dovrebbe spendere circa il 7,2% del PIL per avere una sanità decente.

Ce accorgiamo in tempi di Coronavirus: mancano letti di degenza, mancano letti di terapia intensiva, mancano medici e sanitari vari.

2)   Nei fatti, i tagli economico-sanitari che avrebbero dovuto toccare le 7 Regioni in deficit, sono ricaduti anche sulle regioni virtuose (Veneto, Lombardia, E. Romagna, Toscana, Friuli-V.G., TN-BZ..) con le conseguenze odierne.

3) Dice costui che i ..”servizi sanitari non sono peggiorati…”…evidentemente non conosce i tempi di attesa…

4)   Non sa leggere i dati: se la spesa per il lavoro dipendente nel SSN è passata dal 35% del totale (anno 2002) al 30% del totale (anno 2019) ci sono almeno 2 motivi, che costui non sa.

IL GOVERNO NON HA STIPULATO 4 contratti collettivi della Sanità (buco nel 2005, buco nel 2008, contrattino nel 2009, buco nel 2012 e nel 2015, contrattino nel 2018 con postumi nel 2019) e NON HA RIMPIAZZATO I SANITARI ANDATI IN PENSIONE (10.000 medici e 25.000 infermieri).

5)   L’aumento dei consumi intermedi (2002=20,3% della spesa totale; 2018= 29,8% della spesa totale) è certamente legato ai farmaci costosi (che sono necessari, per l’esplosione delle malattie oncologiche e infettive) ma anche ad un aumento di altri consumi, che mi piacerebbe venissero precisati.

Nel frattempo un mucchio di farmaci già “gratuiti” è diventato a pagamento, passando dalla Fascia A alla Fascia B.

Tutto questo ci dice che ora, dopo la buriana del Coronavirus, dovremo RISTRUTTURARE IL SSN DALLE FONDAMENTA.

Stefano Biasioli
Primario Nefrologo in pensione
Segretario dei pensionati veneti autonomi (APS Leonida)