“Gestione domiciliare dei pazienti con infezione da SARS-CoV-2” (aggiornata al 26 aprile 2021)
Pensioni salve per la maggior parte dei medici vaccinati anti-Covid
Non ci sarà alcuna sospensione della pensione per quei medici in pensione, sia di vecchiaia sia anticipata, che si rendano disponibili per fare vaccinazioni attraverso un incarico di lavoro autonomo, anche di collaborazione coordinata e continuativa.
Il chiarimento arriva da una circolare che l’Inps ha concordato con il Ministero del lavoro.
La condizione, spiega un comunicato dell’Istituto pubblico, è che l’incarico sia assegnato ai sensi dell’articolo 2 bis del decreto legge 18/2020 e comunque non oltre il 31 dicembre 2021. E in tal caso la compatibilità vale anche per i titolari di pensione attivata in quota 100 che siano ancora al di sotto dell’età prevista per la pensione di vecchiaia, al raggiungimento della quale reddito pensionistico e altro reddito da lavoro diventa cumulabile.
In sintesi, dunque, i redditi derivanti ai medici dallo specifico incarico attribuito sono pienamente compatibili con la titolarità di una pensione di vecchiaia, anticipata o quota 100.
AGENZIE DI SOMMINISTRAZIONE
Per quanto riguarda i medici assunti invece tramite un’agenzia di somministrazione lavoro, il reddito è cumulabile con la pensione di vecchiaia e con quella anticipata, ma non con quella “quota 100”. Per particolari fattispecie quali pensione di lavoratori precoci ed attraverso APe sociale, le condizioni sono dettagliate, insieme a quelle già descritte, nella circolare Inps 70/2021.
CHI RESTA PENALIZZATO
Il contestato articolo 3-bis continua invece a penalizzare i medici pensionati che non rientrano nei casi citati. Ad esempio la pensione dovrebbe essere sospesa ai medici assunti direttamente dalle Asl (e non dalle agenzie di somministrazione) con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato invece che con contratto di lavoro autonomo. Verrebbero penalizzati anche i pensionati che ricevano incarichi di lavoro autonomo oltre il 31 dicembre 2021.
Per questo Enpam continua a chiedere l’abrogazione della norma introdotta il 12 marzo scorso. A quanto risulta al Giornale della Previdenza, l’emendamento presentato dalla senatrice-medico Maria Rizzotti – che risolverebbe il problema –, è stato giudicato ammissibile e figura tra quelli segnalati per essere approvati.
Enpam, assurdo togliere la pensione ai medici anti-Covid
L’Enpam denuncia l’insensatezza di una norma, introdotta il mese scorso, che obbliga gli enti di previdenza a sospendere la pensione ai medici che accettano di aiutare le Asl per far fronte all’emergenza Covid.
“È curioso che un lavoratore autonomo libero professionista disponibile a fare un nuovo lavoro di utilità collettiva debba veder sospeso il reddito differito derivante legittimamente da un suo precedente lavoro”, commenta Alberto Oliveti, presidente dell’ente di previdenza dei medici e dei dentisti.
“Assurdo che un medico che lavora e che rischia non venga pagato – continua Oliveti –. Chiediamo al governo e al parlamento di correggere questa stortura”.
Il riferimento è all’articolo 3-bis del decreto-legge 2/2021, che è stato introdotto il 12 marzo scorso con la legge di conversione 29/2021. La norma da un lato prevede che durante l’emergenza Covid le aziende sanitarie e socio-sanitarie possano conferire incarichi remunerati ai medici andati in pensione di vecchiaia, ma dall’altro dispone che il trattamento previdenziale (cioè la pensione) non venga erogato durante i mesi di svolgimento dell’attività.
La senatrice Maria Rizzotti, medico, iscritta all’Ordine di Torino, ha presentato un emendamento al Decreto legge Sostegni che – se approvato – risolverebbe il problema. Nel testo, infatti, si propone di sopprimere la frase che impone agli enti previdenziali di non erogare la pensione durante lo svolgimento degli incarichi anti-Covid.
FNOMCEO com. 93
allegato al com. 93