INCAZZATURE DA LOCKDOWN – Parte 2

di Stefano Biasioli

DRAGHI CORTISONATO?
Questo è un paese che ritiene normale che i medici di famiglia (MMG) possano e debbano far diagnosi di COVID per via telefonica.
Ebbene, se è così, (e purtroppo lo è, in questa Italia volutamente ottenebrata), allora sia consentito anche a me – medico da 54 anni!- di fare una ipotesi diagnostica, basata sulla comparsata di Draghi alla TV (12/03/21) e sulle foto di Draghi (giornali del 13/03/21).
DRAGHI ha la faccia del cortisonato!

Vero o falso? Se fosse vero, perché assume cortisone? No, non è un problema di privacy sanitaria. L’uomo è un uomo pubblico e abbiamo diritto di sapere come sta e come viene curato.
Se la mia ipotesi fosse errata, nulla di male. Non avrei fatto danni ad alcuno. Ma, se la risposta telefonica dei MMG in tempi di Covid fosse errata, quanto danno farebbero o hanno già fatto? E, allora…. qual’è la morale?

Chi vaccina di più e chi vaccina meno. Ecco la mappa delle regioni

SALUTE E RICERCA di Redazione Start Magazine

Che cosa emerge dal report aggiornato della fondazione Gimbe sulla campagna di vaccinazione regione per regione

Al 10 marzo (aggiornamento hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose 1.747.516 milioni di persone (2,9% della popolazione), con marcate differenze regionali: dal 4,46% della Valle D’Aosta al 2,27% dell’Abruzzo .

Se da un lato il numero di somministrazioni sta progressivamente aumentando, con l’80,2% delle dosi consegnate somministrate alla popolazione, persistono notevoli differenze tra i diversi tipi di vaccino: se per Pfizer, infatti, sono state iniettate oltre il 90% delle dosi disponibili, questa percentuale scende per i vaccini AstraZeneca (52,2%) e Moderna (44,2%).

È quanto emerge dal report aggiornato sulla pandemia in Italia e sulla campagna di vaccinazione che è stato curato dalla fondazione Gimbe.

ECCO IL REPORT INTEGRALE DELLA FONDAZIONE GIMBE SULLE SOMMINISTRAZIONI DEI VACCINI

Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe rileva nella settimana 3-9 marzo 2021, rispetto alla precedente, un ulteriore incremento dei nuovi casi (145.659 vs 123.272) (figura 1) e, per la prima volta da 8 settimane, una risalita dei decessi (2.191 vs 1.940) (figura 2). In crescita i casi attualmente positivi (478.883 vs 430.996), le persone in isolamento domiciliare (453.734 vs 409.099), i ricoveri con sintomi (22.393 vs 19.570) e le terapie intensive (2.756 vs 2.327) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:

  • Decessi: 2.191 (+12,9%)
  • Terapia intensiva: +429 (+18,4%)
  • Ricoverati con sintomi: +2.823 (+14,4%)
  • Isolamento domiciliare: +44.635 (10,9%)
  • Nuovi casi: 145.659 (+18,2%)
  • Casi attualmente positivi: +47.887 (+11,1%)

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Un CAMBIO di PASSO nella LOTTA alla PANDEMIA

https://www.ilcommentopolitico.net/

di Cesare Greco

La lotta alla pandemia da Covid19 cerca di uscire dal clima di polemiche che l’ha accompagnata in tutti questi mesi per indirizzarsi verso una forte centralizzazione dell’organizzazione e delle decisioni. Per farlo, Draghi ha sostituito il commissario “a tutto” Domenico Arcuri con un generale con grande esperienza di comando e, fino ad oggi, a capo della più complessa ed efficiente organizzazione logistica dello Stato, quella militare. Le gravi carenze e le approssimazioni dell’organizzazione della lotta al virus erano del resto sotto gli occhi di tutti. Dallo scandalo delle mascherine d’oro, su cui indaga la Procura di Roma, alle costosissime “primule” dell’architetto Boeri, l’unico peraltro ad avere lavorato gratis, alla confusione di competenze tra stato e regioni, con tutte le conseguenti inefficienze e sperequazioni nella somministrazione dei vaccini, fino alla ridicola parata del primo carico Pfizer, condotto in processione e con telecamere al seguito in camion dal Belgio a Roma, per poi essere distribuito dai mezzi, guarda caso, dell’esercito in quelle stesse aree che già aveva attraversato per raggiungere la capitale, è stato tutto un susseguirsi di errori, ritardi, sprechi faraonici di denaro pubblico, attenzioni esasperate all’immagine più che alla sostanza, risposte non date e disarmanti ingenuità, a volere essere generosi, nei confronti delle lobby di settore. Tutto questo, e il proseguire su questo andazzo, rischiava di svuotare di efficacia la stessa campagna vaccinale a fronte di un incremento esponenziale dei contagi indotti dalle nuove varianti del virus, ancora e sempre più rapido ed efficiente nello svolgere il suo devastante lavoro sulla comunità nazionale. A ciò si è aggiunta l’incapacità di gestire in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale la lotta alla pandemia, lasciando spazio a rivendicazioni di autonomia organizzativa a chi aveva ampiamente dimostrato di essere totalmente inadeguato… CONTINUA…  UnCambiodiPassonellaLottaallaPandemia_4.3.21

Intervento di Manon Aubry europarlamentare francese – 2 marzo 2021

LA FEBBRE EUROPEA DEL VACCINO

Scrive Pennisi – Formiche.net

Gli Stati dell’Ue, apparentemente d’accordo nell’attuare un piano vaccinale concordato tra loro, si fanno gli sgambetti per accaparrarsi dosi al di fuori di quelle inizialmente pattuite, trattano con intermediari di dubbia reputazione, e sono, su un poco trasparente mercato secondario, in conflitto aperto gli uni contro gli altri. Ma perché?

continua ⇒ LaFebbreEuropeadelVaccino_Pennisi_2.3.21

RIPRENDONO FIATO LE BUFALE PREVIDENZIALI

L’intervento di Michele Poerio, segretario generale Confedir e presidente nazionale Feder.S.P.eV.

“Arieccoci” cari amici e colleghi pensionati con le “fake news” sulle pensioni!

Non sarà che, avvicinandosi la scadenza (31/12/2021) dei taglieggiamenti delle pensioni previsti dalla legge di bilancio del primo governo Conte qualcuno già incomincia a pensare per l’ennesima volta di reiterare ulteriori tagli alle pensioni da 1.500 – 2.000 € lordi mensili in su e alle cosiddette “pensioni d’oro”?

Questo segnale ci giunge dalla CGIA di Mestre tramite il coordinatore del suo centro studi dott. Paolo Zabeo il quale, di tanto in tanto, ci illumina con le sue “pirle” (pardon) perle di saggezza previdenziale.

Infatti ha dichiarato: “paghiamo più pensioni che buste paga”.

Sostiene il dott. Zabeo che al 1° gennaio 2019 la totalità delle pensioni erogate in Italia ammontava a 22,78 milioni numero aumentato a 23 milioni circa tenendo conto del normale flusso di pensionamento e dell’impulso determinato dall’introduzione di “quota 100” a fronte di 22,77 milioni di lavoratori dipendenti.

Pertanto,continua Zabeo, possiamo affermare con una elevata dose di sicurezza che gli assegni erogati alle persone in quiescenza sono attualmente superiori al numero degli occupati presenti nel Paese”.

In futuro, quindi, secondo Zabeo, non sarà facile garantire la sostenibilità della spesa previdenziale che attualmente supera i 300 mld euro anno, pari al 16,7% del PIL.

Si tratta di dati assolutamente fasulli!!!

E qualcuno dica al dott. Zabeo che i pensionati sono numericamente nettamente inferiori ai lavoratori attivi (nel 2019 i lavoratori dipendenti erano 23,5 milioni contro 16,2 milioni di pensionati).

Semmai sono le prestazioni previdenziali di più, ma perché in Italia molti pensionati percepiscono più di una pensione (mediamente 1,45 prestazioni a testa).

È vero che nei primi mesi del 2020 per effetto Covid e “quota 100” i pensionati sono un po’ aumentati (16,4 mln) ed il rapporto tra attivi e pensionati si è un po’ deteriorato passando da 1,44 a 1,36 ma da qui a dire che c’è stato il sorpasso ce ne corre!

La ex ministra del lavoro Catalfo avrebbe dovuto smentire energicamente questi dati fasulli della CGIA, anche perché in Europa simili affermazioni si pagano a caro prezzo!

Non ha perso l’occasione, infatti, il frugale leader olandese Mark Rutte per criticare aspramente la spesa pensionistica da “cicale italiane”nel corso della trattativa sul recovery fund. Né tanto meno l’ex Presidente del Consiglio Conte si è peritato di smentire il Premier olandese forse perché non si vuole fare chiarezza su cosa è spesa previdenziale e spesa assistenziale. La spesa pensionistica “vera”, quella cioè sostenuta dai versamenti dei lavoratori e dei datori di lavoro è di 207 mld e non di oltre 300 che è la spesa aggregata fra previdenza e assistenza (a quando una netta separazione?).

Da rilevare, inoltre, che sui 207 mld di cui sopra lo Stato se ne riprende oltre 50 di tasse per cui il costo delle pensioni “vere” ammonta a circa 155 mld a fronte di un versamento contributivo di circa 185 mld con un attivo di circa 30 mld. Il restante è spesa assistenziale pura che tanto piaceva ai  governi Conte I e II.

Pertanto mente, sapendo di mentire, chi sostiene che la previdenza sia in deficit.

Grossi problemi, inoltre, ci ritroveremo ad affrontare con la scadenza del blocco dei licenziamenti con circa un milione di lavoratori senza rinnovo contrattuale. Cosa faremo? Continueremo ad erogare redditi di emergenza a gogò? Continueremo a spendere montagne di quattrini in assistenzialismo puro? Se questi soldi, invece, fossero investiti nei cantieri e si creassero posti di lavoro, l’argomento pensioni perderebbe qualsiasi forza propagandistica.

Quindi: basta falsità e giù le mani dalle tasche dei pensionati!

Anziché perseverare con provvedimenti o proposte illegittime (rubare quote parti di pensione ai pensionati), avallate, peraltro, da sentenze squisitamente “politiche” della Consulta (vedi sentenza 234/20) per garantire un sistema di welfare di un paese civile è possibile, direi doveroso, lottare finalmente in modo serio contro: la corruzione, l’evasione e l’elusione, il lavoro nero, la burocrazia inefficiente ed autoreferenziale, la giustizia lenta ed ingiusta, il sottofinanziamento della sanità (perché non utilizzare il MES?), la scuola scollegata dal mondo del lavoro, la politica miope ecc.

In tal senso auguro buon lavoro all’attuale governo presieduto dal Prof. Mario Draghi!

Link della pubblicazione

Brevia n. 8:

Da Marco Perelli Ercolini: Notizie in Breve n 08-2021

Vi racconto il gran ballo delle mascherine

di Catone Il Censore

25/02/2021, su startmag.it 

Il corsivo sul gran ballo delle mascherine

Nella Roma del Papa Re, Giuseppe Gioacchino Belli sfornava sonetti a tempo perso con critiche severe alla corruzione allora dominante a Palazzo, dai Cardinali ai cuochi ed agli stallieri.

Il suo incarico ufficiale, però, era quello di presiedere la commissione di censura.

In questa veste era al corrente di tanti fatti e misfatti e anche lui di fronte al fascino delle monete sapeva accontentare i propri amici, trovando sagaci scappatoie.

Quando Giuseppe Verdi e l’editore Ricordi lo andarono a trovare perché l’opera “Gustavo III” veniva vietata in tutti gli Stati e Statarelli dell’Italia di allora, fu lui che, in cambio di qualche cortesia, trovò la soluzione: mutare il luogo dell’azione (dal Regno di Svezia alle colonie americane) ed il titolo (dal nome di un Re morto ammazzato durante una festa a Corte a quello, più prosaico, di «Un ballo in maschera»).

Oggi chi si aggira nel riquadro 49 dell’Altipiano del Cimitero Monumentale Campo Verano di Roma, dove c’è la tomba della famiglia Belli, sente bisbigliare, canticchiando, «ballo in mascherine». Pare che l’anima del poeta stia verseggiando un sonetto sulla vicenda tragicomica delle mascherine e delle supposte tangenti (altro che qualche monetina da Casa Ricordi!) che la avrebbero accompagnata….continua a leggere ⇒ IlGranBallodelleMascherine_startmag_25.2.21

Brevia n. 7:

Da Marco Perelli Ercolini: 

Le scomode verità di Itinerari Previdenziali sul welfare italiano

di Mara Guarino

Nel 2019 l’Italia ha destinato al welfare il 56,08% dell’intera spesa statale: una percentuale che, nonostante il debito molto elevato, colloca il Paese ai vertici delle classifiche mondiali e che, come puntualizzato dall’Ottavo Rapporto Itinerari Previdenziali, smentisce il luogo comune secondo cui si spenderebbe poco per le prestazioni sociali.

… continua ⇒ Le scomode verità di Itinerari Previdenziali sul welfare italiano_16.2.21

Brevia n. 7:

Da Marco Perelli Ercolini: Notizie in Breve n 07-2021