IL DOSSIER SULLE PENSIONI SEGRETATO (o quasi) – Formiche.net

Di Giuseppe Pennisi

Il documento conclude che previdenza ed assistenza non sono scorporabili, almeno per il momento. Il messaggio sembra rivolto soprattutto ai sindacati

Un sindacalista sarcasticamente dice: Non lo hanno pubblicato perché si vergognano. Il tema è il rapporto di 70 pagine su separazione tra assistenza e previdenza nei conti dell’Inps e non solo uscito dopo una lunga gestazione e che minaccia di bloccare sul nascere il negoziato governo-sindacati sulla riforma delle pensioni.

A prevedere la costituzione del gruppo di esperti fu alcuni anni fa l’allora ministro Giuliano Poletti ai tempi del governo Gentiloni. La Commissione tecnica è stata poi rilanciata dall’ex ministra Nunzia Catalfo per diventare finalmente operativa con l’arrivo al dicastero di Via Veneto del Dem Andrea Orlando. Dopo cinque mesi di lavoro è stato messo a un punto un dossier di una settantina di pagine destinato alle parti sociali. Speriamo che diventi pubblico….

continua a leggere ⇒ Formiche assistenza e previdenza_03.01.22

DL MILLEPROROGHE

Buongiorno a Tutti, si allega per dovuta conoscenza:

  • Il testo del Decreto-legge recante proroga dei termini (c.d. mille proroghe), approvato del Consiglio dei Ministri il 29 dicembre 2021;
  • il testo della relazione illustrativa relativa al medesimo decreto-legge.
  • Il testo DL Covid

Pagine da DL-6_parte 1

Pagine da DL-6_parte 2

Testo DL Covid

Milleproghe rel. Illustrativa_PARTE 1

Milleproghe rel. Illustrativa_PARTE 2

Milleproghe rel. Illustrativa_PARTE 3

Milleproghe rel. Illustrativa_PARTE 4

Milleproghe rel. Illustrativa_PARTE 5

PEREQUAZIONE e CONTRIBUTO di SOLIDARIETÀ, ECCO le NOVITÀ

Per opportuna conoscenza alleghiamo il testo dell’articolo a firma del Prof. Poerio e Dr. Biasioli dal titolo “Perequazione e contributo di solidarietà, ecco le novità”, pubblicato ieri da Start Magazine:

L’intervento di Michele Poerio, Segretario Generale CONFEDIR e Presidente Nazionale FEDER.S.P.eV., e Stefano Biasioli, Past President CONFEDIR e Segretario APS-Leonida

 Sì! Oggi lo possiamo urlare ai nostri iscritti e a tutti i pensionati che sono nostri amici: abbiamo conseguito due grandi vittorie!

PRIMA VITTORIA

Abbiamo ottenuto il ripristino della perequazione delle pensioni secondo la modalità meno penalizzante per le nostre fasce pensionistiche.

È una battaglia che la FEDER.S.P.eV. e la CONFEDIR hanno condotto dai tempi del Governo Monti e della ministra Fornero, del Governo Letta, del Governo Renzi e dei Governi Conte I e II. Lo abbiamo fatto con ogni mezzo e persino invadendo di mail i banchi dei senatori e dei deputati, con richieste precise  supportate  dalle  preziose tabelle elaborate dagli amici Pietro Gonella e Carlo Sizia che è doveroso ringraziare pubblicamente.

SECONDA VITTORIA

Il 31 dicembre 2021 finisce l’iniquo contributo di solidarietà che perfino la Corte Costituzionale ha riconosciuto come illegittimo per la durata (5 e non 3 anni), ma, purtroppo, legittimo nella formulazione e applicazione (trattasi di vera e propria tassa mascherata a carico solo di taluni pensionati e non di tutto il parco dei contribuenti con uguali introiti).

Anche questo tema è stato da noi difeso, sempre, sentenze e tabelle alla mano. La solidarietà “spuria e coatta a carico dei soliti noti” è finita. Speriamo lo sia per sempre. Per ora abbiamo vinto. Ma noi vigileremo perché la cosa non si ripeta più, qualunque sia il Governo e qualunque sia la maggioranza politica che lo reggerà.

ASPETTI TECNICI

Il decreto del MEF del 17/11/2021 (G.U. Serie generale n.282 del 26/11/2021) ha stabilito (art. 2) di determinare, sulla base dei dati Istat, “la percentuale di variazione della perequazione delle pensioni per l’anno 2021 in misura pari a + 1,7% dal 1° gennaio 2022, salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione per l’anno successivo”.

Per effetto dell’anzidetto DM, nonché della circolare Inps del 23/12/2021 dal 1° gennaio 2022, e per il prossimo triennio, non opereranno più le 6 fasce di rivalutazione (100%, 77%, 52%, 47%, 45%, 40%), rispetto all’indice Istat    (fasce introdotte dalla legge di bilancio 160/2019), per ritornare ai più logici e giusti criteri che avevano caratterizzato il primo decennio degli anni 2000, durante i quali l’incremento da rivalutazione non avveniva secondo una unica percentuale, decrescente rispetto al valore complessivo dell’assegno (criterio penalizzante introdotto dal Governo Letta con la legge 147/2013), ma in misura distinta per i vari segmenti di importo di una singola pensione.

Quindi dal 2022 le pensioni Inps, ex INPDAP, avranno il seguente sviluppo, sulla base delle diverse fasce di importo:

  • fino a 4 volte minimo Inps 2021 (2.062,32 €) + 100% indice Istat= +1,700 % di aumento;
  • da 4 a 5 volte minimo Inps (da 2.062,33 a 2.577,90 €) + 90%  ind. Istat =  +1,530 % di  aumento;
  • oltre 5 volte minimo Inps (da 2.577, 91 €  in poi) + 75%  ind. Istat = +1,275% di aumento.

Si passa, quindi, per le pensioni medio-alte (diciamo quelle oltre le 6 volte il minimo Inps), da un recupero complessivo ben inferiore al 50%, rispetto all’inflazione accertata del periodo, fino a toccare l’80 – 85%.

Gli unici pensionati sempre tutelati dall’inflazione ufficialmente riconosciuta sono stati pertanto, anche negli anni difficili della congiuntura economica (dal 2008 ad oggi), esclusivamente i titolari di assegni fino a 3 volte il minimo Inps (fino a 4 volte il minimo, dal 2020).

A fine 2021 possiamo dire che la perequazione delle pensioni medio-alte (per intenderci quelle delle classi dirigenti, quelle sanitarie in particolare) è stata azzerata, o fortemente limitata, in 11 degli ultimi 14 anni (78,57 % del periodo), calpestando fondamentali principi costituzionali (in particolare quelli degli artt. 36 e 38) e decine di sentenze della Corte, facendo perdere alle pensioni fino al 15% del valore maturato (e di più hanno perso quanti hanno dovuto subire anche l’esproprio del “contributo di solidarietà”).

Un grazie di cuore a tutti coloro che ci hanno aiutato in queste battaglie!

L’attuazione del Pnrr

da ilcommentopolitico.net

Questa settimana, o in una presentazione al Parlamento il 22 dicembre o in occasione della conferenza stampa di fine anno, il 23 dicembre, ci si augura di avere un quadro organico sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Allo stato, vi è una gran messe di informazioni, ma non un quadro sistematico. Intanto bisogna specificare cosa si debba intendere con grado di attuazione. Il Pnrr è essenzialmente un programma che poggia su due gambe: le riforme e gli investimenti. I secondi hanno l’obiettivo di agevolare le prime. Le riforme richiedono essenzialmente atti legislativi e conseguenti realizzazioni. Gli investimenti comportano definizione di progetti compiuti e ben valutati sotto il profilo tecnico, finanziario ed economico ed, ovviamente, spese effettive per la loro realizzazione.

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Gentili Tutti.
Con piacere pubblichiamo la lettera inviata dal Prof. POERIO  a Draghi e Meloni, relativa ad una eventuale riproposizione dei tagli pensionistici nella legge di bilancio 2022.
Pubblichiamo anche le tabelle elaborate dall’Amico Pietro Gonella relative a chi paga le tasse, in questo Paese. 
Pochi e sempre i soliti noti.
Leggete il tutto con attenzione. 
S.B.

Il futuro delle “regole per l’Europa dell’euro”

articolo da ilcommentopolitico.net

Il 16 dicembre alle 10 inizierà il Consiglio Europeo, per ora programmato come l’ultimo dell’anno. L’ordine del giorno riguarda l’emergenza Covid, dopo la comparsa delle nuove varianti (ed il progresso dei piani vaccinali dei vari Paesi), la gestione delle crisi e la resilienza, nonché vari temi attinenti alle relazioni internazionali dell’Unione europea (Ue) – dai problemi relativi alla Bielorussia e l’Ucraina ai rapporti tra Ue ed Unità Africana. Tra i vari punti in discussione, ci sono naturalmente quelli attinenti ai prezzi dell’energia.

Non è formalmente all’ordine del giorno, ma aleggerà sulla riunione il tema del futuro di quelle che per semplicità possiamo chiamare le ”regole per l’Europa dell’euro”. Non riguardano tutti i 27 Stati dell’Ue ma i 19 di quella unione monetaria che rappresenta il cuore stesso del processo d’integrazione.

Vennero definite all’alba dell’11 dicembre 1991, quando è stato concluso il negoziato per il Trattato di Maastricht. Da allora sono rimaste essenzialmente le stesse, anche se sono state affinate con vari accordi intergovernativi (di cui il più importante è il Patto di Crescita e di Stabilità); sono state poi “sospese” nella primavera del 2020 a ragione della pandemia. Queste regole (che riguardano la vigilanza delle politiche di bilancio principalmente tramite parametri quantitativi) si aggiungono a quelle pre-esistenti (nate con il “mercato unico” entrato in vigore il 1˚ gennaio 1993) che riguardano “gli aiuti di Stato” in tutti i 27; anche esse sono state “sospese” e sostituite con un “regime temporaneo” a causa della pandemia.

Dopo trent’anni sarebbe stato comunque il caso di fare una verifica, o un “tagliando”, per utilizzare il gergo tecnico. Tanto più che la sospensione ha offerto una pausa di riflessione….

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CONTRIBUTI di SOLIDARIETÀ? Ecco come uscire dal labirinto pensionistico

Di Giuseppe Pennisi, Formiche.net 12-12-2021

Il voto dei pensionati, conta e pesa. E  i “contributi di solidarietà” non fanno che complicare il tema e rendere più difficile la strada verso un sistema previdenziale equo e sostenibile. Il commento di Giuseppe Pennisi

Sta crescendo una nuova rivolta delle associazioni dei pensionati. Questa volta non contro i loro target abituali: il Movimento Cinque Stelle (M5S) ed il Partito Democratico (Pd), ma contro Fratelli d’Italia (FdI) ed in particolare la sua leader Giorgia Meloni, che in passato sono stati, per utilizzare il lessico della geopolitica, loro “alleati naturali” verso cui hanno convogliato la loro potenza di fuoco alle urne e da cui hanno sempre ricevuto supporto in Parlamento.

Il Fattore “P”, ossia il voto dei pensionati, conta e pesa. In Italia ci sono circa 20 milioni di cui circa 7 milioni con trattamenti inferiori ai 1000 euro al mese. Un terzo delle imposte viene pagato da pensionati del pubblico impiego, i quali, però, rappresentano il 17% del totale dei pensionati. Il 90% dell’Irpef  ha di recente ricordato il direttore dell’Agenzia delle Entrate, proviene da lavoratori dipendenti e pensionati. Sono numeri che contano e pesano nell’agone elettorale….

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