La concorrenza aiuta i giovani e gli svantaggiati

Di Giuseppe Pennisi, – formiche.net 06/11/2021 

Economia: https://formiche.net/2021/11/concorrenza-giovani-pennisi/

Chi scrive e numerosi altri collaboratori (più autorevoli di me) di questa testata sono “figli” delle borse di studio di istituzioni italiane e della generosità di fondazioni e università americane perché partendo da situazioni complicate hanno potuto accedere a percorsi che li hanno portati ad alti livelli professionali o accademici.

Il disegno di legge sulla concorrenza appena licenziato dal Governo è un documento complesso e di difficile lettura. E’ un geringonça, per utilizzare un termine dialettale di Lisbona, ossia messo a punto con cura dagli uffici di Palazzo Chigi dovendo, però, utilizzare componenti che non stanno bene insieme. E’ il primo disegno di legge sulla concorrenza in molti anni mentre tale ddl sarebbe dovuto essere annuale per aprire gradualmente al mercato i settori tutelati da lacci e lacciuoli, ove non da muraglie. E’ frutto di delicati compromessi tra forze politiche più o meno sensibili alle sirene dei gruppi di interesse che chiedono protezioni per questo o quello. Tali sirene si faranno, senza dubbio, sentire durante il dibattito parlamentare. Occorre resistere come fecero Ulisse e compagni di omerica memoria…. continua ⇒ forniche legge concorrenza 2021

Sanità: dopo le risorse, serve un piano I G. Turati

La bozza della legge di bilancio definisce le risorse per la sanità. Ma non affronta tre questioni cruciali: la ristrutturazione della rete ospedaliera da coordinare con i servizi territoriali, la dotazione di personale e il ruolo delle regioni. 

Le risorse del Fondo sanitario nazionale

Il governo Draghi ha varato nei giorni scorsi la bozza (incompleta) della legge di bilancio per il 2022. Per quanto riguarda la sanità, da un lato sono state confermate le risorse del Documento programmatico di bilancio, dall’altro restano meno chiare le linee di riforma complessive, per le quali abbiamo solo i titoli degli articoli sottoposti a verifica dal ministero dell’Economia e Finanza e dal ministero della Salute, con la contingenza politica che spinge ancora la discussione sulla campagna vaccinale e l’allungamento dello stato di emergenza nazionale….

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Sanità: dopo le risorse, serve un piano

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La vera riforma delle pensioni che nessuno fa

… da Libero del 29.10.2021, pagina 1-3, di Vittorio Feltri

La cosa che maggiormente stupisce della nostra classe politica è l’ignoranza. Essa non ha ancora capito come funziona il sistema pensionistico e ogni volta che vi mette mano nel lodevole intento di migliorarlo lo peggiora non di poco.

Salvini in buona fede ha imposto l’introduzione della cosiddetta quota cento, senza tenere conto che negli ultimi anni le aspettative di vita si sono allungate. Ormai quasi tutte le persone muoiono dopo aver compiuto ottanta primavere, cosicché se una di esse va in quiescenza a 62 riscuoterà l’assegno dell’Inps per venti anni. Una spesa mostruosa per la Previdenza.

Ora Draghi si è inventato quota centodue. Una piccola insignificante modifica. La zuppa diventa pan bagnato.

Il vero problema è che avendo sostituito il modello retributivo con quello  contributivo, il lavoratore riceve un compenso proporzionale a quanto ha versato nel corso della sua attività quale dipendente. Quindi può collocarsi a riposo quando lo desidera, vedendosi restituiti i quattrini che gli sono stati sottratti con le famose trattenute. Il resto è retorica, peggio, finzione.

Occorre aggiungere e ripetere che l’Inps se ha un bilancio scassato non è per le pensioni che ogni mese è costretto a sganciare. Bensì per le palanche che sborsa per finanziare il settore assistenziale….

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MANOVRA 2022 – Il tallone d’Achille che nemmeno i sindacati hanno visto

di Giuseppe Pennisi, 02/11/2021 da ilsussidiario.net 

I sindacati non hanno visto accolte le loro richieste sulle pensioni nella Legge di bilancio. Probabilmente avrebbero dovuto insistere su un altro importante tema.

I sindacati mugugnano per la metodica e i contenuti del disegno di Legge di bilancio, il cui testo (al momento in cui viene redatta questa nota) è ancora in fase di limatura. Non hanno proclamato lo sciopero generale, ma solo una mobilitazione, anche perché con piccole concessioni in materia di richieste sulle pensioni e sugli ammortizzatori sociali il Governo li ha spiazzati. Uno sciopero generale sarebbe stato difficilmente comprensibile all’opinione pubblica e ai loro stessi iscritti. Avevano lanciato la proposta di “un patto per il lavoro”, ribadita anche nella manifestazione del 23 ottobre a piazza San Giovanni a Roma….

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LEGGE DI BILANCIO: I SINDACATI SCONTENTI MA PER LE RAGIONI SBAGLIATE

articolo di Giuseppe Pennisi da ilsussidiario.net

I sindacati mugugnano per la metodica ed i contenuti del disegno di legge di bilancio, il cui testo (al momento in cui viene redatta questa nota) è ancora in fase di limatura. Non si sa ancora se verrà proclamato il minacciato sciopero generale anche perché con piccole concessioni in materia di richieste sulle pensioni e sugli ammortizzatori sociali, il Governo li ha spiazzati. Uno sciopero generale sarebbe difficilmente comprensibile all’opinione pubblica ed ai loro stessi iscritti. Avevano lanciato la proposta di “un patto per il lavoro”, ribadita anche nella manifestazione del 23 ottobre a Piazza San Giovanni a Roma. Non contavano su un rilancio della “programmazione concertata” simile al “patto di San Tommaso” concluso nel 1993, ai tempi del Governo Ciampi, nonostante lo stesso Segretario del Partito Democratico (uno degli azionisti di rilievo del Governo) Enrico Letta vi avesse fatto più volte riferimento. Sanno che, a tempi dell’integrazione economica internazionale e dell’economia dell’incertezza, l’unica programmazione pluriennale fattibile è quella del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) già negoziato con l’Unione europea. Speravano, però, in qualcosa di più di un incontro con il Presidente del Consiglio che ascoltate le loro proposte, le ha in gran misura archiviate.

A mio avviso, hanno sbagliato il cavallo su cui hanno puntato per avere più voce in capitolo di quanto ne abbiano effettivamente avuta. Si sono inseriti nel dibattito sulle pensioni, sulla transizione da “Quota 100” per proporre non un percorso per tornare al sistema contributo quale definito nel 1995 (se del caso con qualche modifica) ma una riforma complessiva del sistema previdenziale (42 ani e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e dieci mesi per le donne) senza neanche quantizzarne i costi e specificare quali gruppi ne avrebbero tratto vantaggio e quali sarebbero stati penalizzati. Per bocca del Segretario della Cgil, Maurizio Landini, hanno anche chiesto il superamento del sistema contributivo che, a suo parere, sarebbe in vigore solo in Cina. È stato facile argomentare che tale proposta (se non meglio articolata) avrebbe avvantaggiato soprattutto i lavoratori di genere maschile del Nord a scapito della collettività in generale e soprattutto delle future generazioni. Il Presidente del Consiglio ha avuto buon e facile gioco nel dire che l’obiettivo era “il ritorno alla normalità” (ossia al sistema contributivo quale definito dal Governo Dini e aggiornato dal Governo Monti) per effettuare successivamente modifiche…

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…Nostro commento all’articolo di Pennisi

Condividiamo al 90% questo scritto dall”amico Giuseppe… su pensioni acquisite e spesa assistenziale continuiamo a essere più critici di Lui!
Le tabelle governative contrastano con le promesse governative di questi giorni.
Girano bugie… con i giornalisti adoranti Draghi…

MANOVRA – Quei tagli a spese e promesse che risparmiano solo il Reddito di cittadinanza

Articolo di Natale Forlani, 29.10.2021
Con la Legge di bilancio sono state ridimensionate le aspettative sulla spesa assistenziale. Salvo che per il caso specifico del Reddito di cittadinanza.
Rispetto dei tempi e rigore sui limiti della spesa. Su questo binomio la proposta per la nuova Legge di bilancio approvata dal Consiglio dei ministri intende marcare il passaggio dagli interventi messi in campo per sostenere le imprese, i lavoratori e le famiglie durante l’emergenza Covid, alle iniziative rivolte a consolidare la ripresa economica….
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REDDITO DI CITTADINANZA/ La spesa (a fini elettorali) che fa crescere il lavoro nero
Articolo di Natale Forlani, 27.10.2021
Ieri l’Inps ha diffuso i dati relativi al Reddito di cittadinanza aggiornati a settembre. Dati che devono far riflettere sulla misura.
I numeri dei beneficiari del Reddito e della Pensione di cittadinanza (di seguito Rdc e Pdc) continuano a crescere nonostante la ripresa dell’economia e dei posti di lavoro. L’osservatorio statistico dell’Inps ieri ha comunicato che, nel corso primi 9 mesi del 2021, hanno beneficiato dei sostegni circa 1,680 milioni di nuclei familiari con 3,730 milioni di componenti, per un importo medio dell’integrazione al reddito di 578 euro mensili per il Rdc, e di 270 euro per le 160 mila famiglie che hanno ottenuto la Pdc…
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Kant, Rawls e il green pass

Di Giuseppe Pennisi, 25/10/2021 – articolo su formiche.net

Per comprendere la logica di chi manifesta in piazza contro il certificato vaccinale è utile guardare a due pensatori: Immanuel Kant e John Rawls. Giuseppe Pennisi spiega perché il green pass è l’unica soluzione possibile per proteggere i più deboli

Le cronache ci dicono che mentre la minoranza rumorosa dei no vax , associata con black bloc, centri sociali, neo-nazi e neo/post-comunisti, mettono a soqquadro Trieste ed altre città, negli ospedali 1444 operatori sanitari si sono infettati negli ultimi trenta giorni; non si sa quanti pazienti che sono dovuti andare in ospedale per altre patologie (da malattie oncologiche a fratture causate sulle scale di casa) si sono infettati pure loro. I medici sono vincolati – si dice – dal giuramento di Ippocrate, così come i preti dall’obbligo di assistere tutti coloro che cercano Dio. In effetti, solamente le Chiese sono esentate, come gli ospedali, da richiedere il green pass.

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Il tormentone annuale delle pensioni. Ma la strada è solo una

Di Giuseppe Pennisi 23/10.2021

Invece di baloccarsi con una galassia di Quote e di sigle, si pensi a un sistema per i nostri figli e nipoti e si inseriscano eventuali toppe in una visione complessiva. Con una pensione con requisiti essenzialmente di età e finanziata dalla fiscalità, oltre che considerando i contributi versati, ma anche l’opzione complementare/integrativa basata su fondi privati.

Non c’è pace per i pensionandi si potrebbe dire mutuando dal titolo “Non c’è pace tra gli ulivi” di Giuseppe De Santis, film che nel lontano 1950 lanciò Raf Vallone e Lucia Bosé. Si pensava di avere risolto i problemi previdenziali con la «riforma Dini» che nel 1995 aveva sostituito il sistema retributivo per il computo delle spettanze con il sistema contribuivo – un metodo che scrisse allora l’economista Sandro Gronchi incorporava un “pilota” automatico” che avrebbe corretto squilibri senza richiedere altre riforme. Un riassetto analogo del sistema previdenziale veniva allora legiferato in Svezia. Non mi sembra che nel nordico Paese dove ora regna Carlo XVI Gustavo ci sia ogni anno un tormentone pensionistico analogo a quello che si verifica in Italia quando si deve approntare la legge finanziaria per il prossimo esercizio.

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Quell’intreccio tra manovra e regole europee

La possibile revisione dei vincoli europei, oggi all’esame dell’Ue, imporrà in ogni caso al Documento programmatico di bilancio ora e alla manovra poi di tenere ben sotto occhio i saldi. L’analisi di Giuseppe Pennisi

Tre documenti distinti di fonti e di origini differenti meritano di essere letti insieme per dare un senso alla manovra di finanza pubblica in fase di messa a punto. Il primo, non ancora approvato dal Consiglio dei Ministri mentre si scrive questa nota (sarà probabilmente disponibile in serata), è il Documento programmatico di bilancio (Dpb) in cui si delinea la strategia di bilancio per i prossimi tre anni articolando in programmi puntuali i contenuti della Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza (Nadef).

Il secondo è la Comunicazione della Commissione europea, inviata agli Stati membri ieri 18 ottobre, sulle regole per il funzionamento dell’Unione monetaria quando si sarà considerato superato lo stato di emergenza che ha portato alla sospensione del Patto di crescita e di stabilità (Pcs). Il terzo infine è uno studio sul debito pubblico pubblicato il 16 ottobre dall’Osservatorio dei Conti Pubblici dell’Università Cattolica….

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