Pensioni, cambia ancora la rivalutazione degli assegni: ecco chi guadagna e chi perde

amp24.ilsole24ore.com  – Marco Rogari, 19.12.2022

Con gli emendamenti del governo salgono a circa 600 euro al mese le minime degli “over 75” per il solo 2023 e si attenua il taglio nella rivalutazione

Pensioni minime a 600 euro mensili per i soli “over 75” ed esclusivamente per il 2023. Conferma dell’adeguamento pieno del 100% all’inflazione per gli assegni fino a 4 volte il minimo, pari a 2.100 euro lordi mensili, che beneficeranno di un aumento di 153 euro al mese sempre al lordo.

Rivalutazione che sale dall’80 all’85% per i trattamenti fino a 5 volte al minimo (2.626 euro lordi al mese), facendo lievitare l’importo da 153 a circa 162 euro, ma che diminuisce ancora per le altre 4 fasce:

  • dal 55 al 53% per le pensioni fino 6 volte il minimo (3.150 euro) con un ulteriore sacrificio di oltre 4 euro al mese;
  • dal 50 al 47% per quelle fino a 8 volte il minimo, pari a 4.200 euro, con una perdita di altri 9 euro;
  • dal 40 al 37% fino a 10 volte il minimo (5.250 euro mensili), con una contrazione aggiuntiva di oltre 11 euro;
  • dal 35 al 32% oltre le 10 volte il minimo, che nel caso di un assegno di 5.350 euro comporrebbe una riduzione sempre di circa 11 euro.

Sono gli effetti prodotti dagli emendamenti al capitolo pensioni della manovra con cui è stato ulteriormente rivisto il meccanismo di perequazione degli assegni pensionistici, che dal 1° gennaio 2023 prenderà il posto di quello attuale basato su sole 3 fasce.

Stop allo schema con tre fasce

Dal 1° gennaio 2023 uscirà di scena l’attuale schema articolato su 3 fasce di reddito per la rivalutazione delle pensioni:

  • 100% per i trattamenti fino a 4 volte il trattamento minimo Inps (525,38 euro mensili);
  • 90% per quelli superiori a 4 volte e fino a 5 volte il minimo;
  • 75% sulle fasce di importo superiori a 5 volte il minimo.

La quota di indicizzazione piena degli assegni al caro vita era stata fissata per il 2023 al 7,3% da un decreto del ministero dell’Economia…

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Il manifesto dei pensionati – Startmag

Michele Poerio, Pietro Gonella e Stefano Biasioli
18 dicembre 2022

Seconda parte dell’intervento di Michele Poerio, Presidente Nazionale FEDER.S.P.eV. e segretario generale CONFEDIR, Pietro Gonella, coordinatore Centro Studi, Stefano Biasioli, segretario APS-Leonida e segretario organizzativo FEDER.S.P.e V.

CONFEDIR, FEDER.S.P.eV. e APS-Leonida in qualità di Associazioni rappresentative:

  1. della ex classe dirigente del Paese (Alti Ufficiali delle Forze Armate; Generali di Esercito/Ammiragli di Marina/Generali di Aeronautica, Generali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza; Magistrati; Prefetti, Questori; Ambasciatori, Consoli; Direttori Generali, Sanitari e Amministrativi di ASL; Direttori Medici/Primari; Professori universitari; Dirigenti pubblici e privati, etc.),
  2. degli ex altri dirigenti (dirigenti: medici, farmacisti, veterinari, chimici, fisici, biologi, psicologi del SSN; dirigenti tecnici, professionali, amministrativi del SSN, dello Stato, delle Regioni, degli Enti Locali, degli Enti economici e non economici parastatali; dirigenti di aziende private, etc.) e dei relativi funzionari/quadri direttivi,

insieme di lavoratori che, in stato di quiescenza, sono percettori di trattamenti pensionistici superiori a 10 volte il TM, espongono – con riferimento agli stessi – i sotto riportati elementi/evidenze: …

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Pensionati attuali e futuri, è giunta l’ora di darci una mossa! – Startmag

Michele Poerio, Pietro Gonella e Stefano Biasioli
17 dicembre 2022

L’intervento di Michele Poerio, Presidente Nazionale FEDER.S.P.eV. e segretario generale CONFEDIR, Pietro Gonella, coordinatore Centro Studi, Stefano Biasioli, segretario APS-Leonida e segretario organizzativo FEDER.S.P.e V.

CONFEDIR , FEDER.S.P.eV. e APS-Leonida in qualità di Associazioni rappresentative — soprattutto dei percettori di trattamenti pensionistici di importo medio-alto e di importo elevato ma anche dei percettori di trattamenti pensionistici di importo medio —  hanno letto attentamente e preso atto con rammarico delle decisioni del Governo Meloni, che le ha proposte all’approvazione da parte del Parlamento, in merito alle misure adottate per contrastare gli effetti della galoppante e consistente inflazione che ha falcidiato il loro potere di acquisto nel corrente anno 2022 e che nel 2023 potrà essere recuperato seppur parzialmente e comunque in misura grandemente insufficiente…

… continua ⇒ StartMag_Pensionati attuali e futuri, è giunta l’ora di darci una mossa_17.12.22

I medici manifestano, ma dovrebbero chiedere il Mes. Pennisi spiega perché

da  formiche.net

Giuseppe Pennisi, 10 dicembre 2022 Economia

La pandemia ha messo a nudo le debolezze e le carenze della sanità italiana, che sconta un deficit di personale e risorse. Per questo è adesso quanto mai opportuna una ratifica del Meccanismo europeo per la stabilità.

Il 15 dicembre i medici, ospedalieri e del territorio, manifesteranno in piazza per “tutela” del Ssn (servizio sanitario nazionale) e per l’aumento del finanziamento nella legge di bilancio. La manifestazione si terrà a Roma. Nella preparazione, alcune voci si sono levate parlando di sciopero. Prontamente calmate, ricordando il “giuramento di Ippocrate” ossia il giuramento che viene prestato da medici, chirurghi e odontoiatri prima di cominciare a esercitare la professione e che costituisce un vero e proprio codice deontologico per le relazione tra professionista e pazienti…

… continua a leggere ⇒ Formiche_IMediciManifestanomaDovrebberoChiedereilMes_Pennisi_10.12.22

MEDICI IN PIAZZA, PERCHÉ SOLO ORA?

L’intervento di Stefano Biasioli, medico in pensione e segretario Aps-Leonida

Tra pochi giorni i medici, ospedalieri e del territorio, manifesteranno in piazza contro questo governo e per “tutela” del SSN (servizio sanitario nazionale).
Siamo i primi a dire che la pandemia ha messo in crisi l’intero assetto del SSN, evidenziando criticità — in ospedale e nel territorio — prima volutamente mascherate dai governanti di turno.

I sindacati medici e la FNOMCeO denunciano la mancanza di medici, in ospedale e nel territorio. Almeno 25.000 medici, cui bisognerebbe aggiungere la grave carenza di figure infermieristiche.

Peccato… peccato che chi scrive abbia mandato un simile allarme circa 20 anni fa, in sede ARAN, durante le trattative per uno dei tanti CCNL, da lui firmato. Allora, nessuno diede retta a quell’allarme, ripetuto invano negli anni successivi. Dov’era, allora, la Presidenza della FNOMCeO? Dov’erano quegli altri sindacati, che ora vanno in piazza? Solo ora, dopo una serie lunghissima di governi di sinistra e di ministri della salute nominati dalla sinistra imperante.

Dov’erano, quando i governi sottofinanziavano il SSN, con cifre (espresse in percentuali sul PIL) nettamente inferiori alla media UE?
Lo dimostra un rapporto dell’OCSE (Health at a glance Europe 2022) che la spesa sanitaria italiana (SSI, anno 2020) ha un’incidenza sul PIL pari al 9,6%, contro la media europea del 10,9%.

Italia, SS = 9,6% del PIL;
Portogallo = 10,5%;
Spagna =1 0,7;
Francia = 12,2%;
Germania = 12,8% del PIL.

Quindi, in Italia si spende per la sanità meno della media UE e nettamente meno dei tedeschi…

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Graffio di Leonida sulla finanziaria

02 dicembre 2022, ore 15:40

Abbiamo ascoltato con attenzione la relazione del Ministro Giorgetti sul DDL Bilancio 2023.

Con sorpresa, abbiamo dovuto prendere atto che ha totalmente trascurato i pesanti tagli alle rivalutazioni delle pensioni superiori a 2.100 euro/lordi/mese.

Tagli di durata almeno biennale con un danno irreversibile per l’intera durata della fruizione pensionistica sia del titolare che dell’eventuale superstite.

Nulla poi il Ministro ha detto sulla conseguente sperequazione che colpisce, a parità di reddito, i pensionati rispetto ai lavoratori attivi. Dobbiamo invece congratularci (!) con l’onorevole Maria Cecilia Guerra (PD) che queste osservazioni ha serenamente fatte al Ministro.

Al Ministro e al Governo ribadiamo che il continuo massacro dei pensionati non potrà che creare un’atmosfera tesa del Paese, con conseguenti iniziative legali a tutela dei soggetti tartassati, i quali, ovviamente, avranno una minor capacità di spesa, con effetti negativi sul Pil.

… e per ora è tutto

Ipotesi perequazione 2023 e 2024 su pensioni medio-alte: una patrimoniale di fatto (Osservazioni critiche e documentali sul DDL Bilancio 2023)

di  Carlo Sizia, Stefano Biasioli, Michele Poerio (a nome e per conto di Confedir e di FEDER.S.P.eV.)

28/11/2022

Il disegno di legge finanziaria in elaborazione prevede un forte “taglio” sulla rivalutazione delle pensioni oltre i 2.102 €/mese lordi (4 volte il minimo INPS), in particolare sulle pensioni oltre 5.253 €/mese (10 volte il minimo INPS di 525,38 €).

E così solo per le pensioni fino a 4 volte il minimo anzidetto (2.102 € lordi/mese) la rivalutazione 2023 sarebbe del 100% (che, secondo le valutazioni provvisorie dell’ISTAT e recepite previsionalmente dal Mef, equivarrebbe al +7,3%), mentre per le pensioni di importo tra 2.102 e 2.627 € (da 4 a 5 volte il minimo) la rivalutazione scende all’80% sull’intera misura della pensione, cioè + 5,84%; per quelle tra 2.627 e 3.152 € (da 5 a 6 volte il minimo) la rivalutazione scende al  55%, cioè + 4,01%; per quelle tra 3.152 e 4.203 (da 6 a 8 volte il minimo) la rivalutazione si ferma al 50%, cioè a + 3,65% ; per quelle tra  4.203 a 5.253 € (da 8 a 10 volte il minimo) la rivalutazione scende al 40%, cioè al + 2,92%; infine per la sesta fascia di pensione (quella oltre 5.253 € lorde, cioè oltre 10 volte il minimo INPS) la rivalutazione si ferma al 35%, cioè a + 2,55%.

Questo sistema di perequazione è nettamente peggiorativo rispetto al meccanismo consolidato di cui alla legge 388/2000 (ripristinato dal Governo Draghi per il 2022) e riprende, invece, il criterio della legge 147/2013 (Governo Letta), infatti l’incremento avviene (ed in misura percentualmente decrescente) sulla base dell’intero importo della pensione goduta, anziché  in misura distinta (a scaglioni, cioè) per i diversi importi di una singola pensione, garantendo almeno la rivalutazione piena di una quota-parte della stessa…

…CONTINUA ⇒ IpotesiPEREQUAZIONE-DDL-2023_28.11.22

Ipotesi perequazione pensioni 2023-2024 di Sizia Poerio Biasioli

I Pensionati e la Manovra

Giuseppe Pennisi, 28 novembre 2022 – Formiche.net

I pensionati sono oltre 18 milioni. Infatti le pensioni Inps vigenti al 1° gennaio 2022 e liquidate dall’Istituto erano 17.749.278 di cui: 13.766.604, ovvero pari al 77,6%, classificate dall’Inps come di natura previdenziale (vecchiaia, invalidità e superstiti), anche se –come spesso sottolineato dal Centro Studi e Ricerche – Itinerari Previdenziali e riferito su questa testata – frammischiate con elementi assistenziali, e 3.982.674, ovvero il 22,4%, che lo stesso Inps riconosce di essere puramente di natura assistenziale (invalidità civili, indennità di accompagnamento, pensioni e assegni sociali). Nel 2022 – affermano le analisi del voto – sono stati determinanti nel risultato elettorale, soprattutto perché stanchi quelli che, a torto o a ragione, considerano “tagli” alle loro pensioni quali “contributi di solidarietà” e “raffreddamenti” dell’aggancio all’andamento del costo della vita. Misure su cui la stessa Corte Costituzionale ha espresso, in più di un’occasione, perplessità. Data l’evoluzione demografica dell’Italia, il loro peso elettorale aumenterà in futuro…

… continua a leggere ⇒ formiche indicizzazione pensioni

pubblicazione su Formiche.net il 29.11.2022