Quattro articoli 4 da:

Ilsole24ore, articolo di Marco Rogari: PENSIONI, ANTICIPO a 64 ANNI e 25 di CONTRIBUTI con L’INTEGRATIVA.

Il Giornale, articolo di Gian Maria De Francesco: MANOVRA, PENSIONI più FLESSIBILI: si POTRÀ USCIRE in ANTICIPO a 64 ANNI.

Corriere della Sera, articolo di Andrea Ducci e Enrico Marro: CASA, PREVIDENZA e FISCO – Le NOVITÀ in ARRIVO.

Libero Quotidiano, articolo di Ignazio Stagno: PENSIONI PAGATE dai MIGRANTI? L’INPS DICE di NO

Gli articoli completi sopra elencati, li potete trovare nella sezione “DOCUMENTI” di questo sito in data di oggi 18/12/24

 

Protezione efficace dei diritti pensionistici e delle prestazioni in tutta l’Ue. Approvata la mozione Confedir al Congresso CESI

Roma, 13 dicembre 2024

A Bruxelles, al Congresso CESI “Independent Trade Unions” è stata approvata la mozione CONFEDIR che chiede regole comuni per il pensionamento e la salvaguardia dei trattamenti maturati in ogni Paese europeo e in particolare in Italia.

Siamo molto soddisfatti – ha dichiarato il Segretario Generale Michele Poerio che la CESI Confederazione Europea alla quale aderiamo abbia condiviso la nostra mozione. È importante che in tutta Europa ci siano regole comuni in materia di trattamenti pensionistici, misure che garantiscano la “proporzionalità ed adeguatezza” delle pensioni. Sono necessarie misure giuste ed eque che tutelino le persone anziane ed il potere d’acquisto delle loro pensioni.

La CONFEDIR conclude il Segretario -continuerà ad adoperarsi per la protezione dei diritti pensionistici in Italia e in Europa, e ringrazia per la sua attività presso gli organismi e le istituzioni europee il Segretario Organizzativo Nazionale della Confederazione il Prof. Marcello Pacifico.

… continua a leggere ⇒ comunicato stampa_13.12.24_Federspev-Confedir

Perché le casse di previdenza sono il nuovo Pnrr

di Osvaldo De Paolini da Il Giornale del 13/12/24

Non c’è soltanto la prudente politica di bilancio impostata dal governo dietro la progressiva caduta dello spread, ormai proiettato verso quota 100 e probabilmente ancora più giù. Anche le risorse provenienti dal Pnrr hanno fatto la loro parte, consentendo al Pil italiano di mantenere livelli di crescita non esaltanti, e tuttavia invidiabili se paragonati a quelli di partner in difficoltà come Francia e Germania. Una congiuntura peraltro favorita dalla instabilità di gran parte dei Paesi europei, che contribuisce a far risaltare la fase di relativa stabilità che invece vive il nostro Paese, rendendo più credibile il nostro debito agli occhi degli investitori internazionali. A ciò l’editoriale ha indubbiamente contribuito la grande attenzione che la premier Giorgia Meloni sta dedicando alla politica estera, nell’idea che non ci può essere una credibile politica interna senza una politica estera degna di tale nome.

Non a caso la premier, dopo essere stata criticata agli esordi, oggi viene celebrata da giornali insospettabili come l’Economist quale «nuova carta vincente per l’Europa», ormai «ponte tra Bruxelles e la Washington di Trump»; oppure definita «vera protagonista della rinascita mediterranea» e comunque, secondo l’autorevole Politico Europe, «persona più potente d’Europa»…

…continua a leggere ⇒ Giornale_13.12.24_Perche le casse di previdenza sono il nuovo Pnrr

Le furbate di questo governo

Chi scrive non può essere accusato di “essere un sinistroso”, dato il suo percorso sindacale e date le centinaia di articoli scritti, qualunque fosse il governo di turno, da cinque decenni ad oggi.
Ebbene.
NESSUN ARTICOLO e NESSUN MEZZO MEDIATICO (almeno fino ad oggi) ha RIPORTATO 2 IMBARAZZANTI VERITÀ:

  1. L’Istat aveva certificato una inflazione 2023 al 5,7% e questo governo (DM del 15/11/24, pubblicato nella GU 278/2024 in data 27/11/24) l’ha abbassata al 5,4% (!);
  2. L’Istat aveva previsto una inflazione 2024 pari all’1,4-1,6% e questo governo (stessa fonte) ha definito che l’indice inflattivo 2024 per il 2025 sia pari allo 0,8% (salvo ricalcolo al 1° gennaio 2026).

SOSTANZA dei FATTI

  1. Inflazione truccata dell’1,1% (-0,3 e -0,8= -1,1%), prima ancora di definire le 3 fasce di rivalutazione (parziale, da 4 volte il minimo Inps in su!);
  2. Nessun conguaglio per il 2024;
  3. Tassi inflattivi sottostimati per tre anni (2023-2024-2025), per l’effetto trascinamento.

CI HANNO PRESO PER “FESSACCHIOTTI” O PER “IMBRANATI”?

La sostanza: questa è un’ennesima  legge di bilancio che non tutela i dipendenti pubblici attivi e, soprattutto, i pensionati INPS  con pensioni superiori a 4 volte il minimo INPS. Ossia, tutela poco la  “vera fascia media di reddito” (ossia  quella che non ha , né può avere, entrate in nero) mentre – udite udite – alla fine favorirà, anche fiscalmente, chi può evadere le tasse, almeno parzialmente.
Già, ma da quale bacino elettorale ha recuperato voti il centro-destra? Dai soggetti con “entrate assistenziali”, dalle piccole partite IVA o dai dipendenti pubblici, attivi e pensionati, tutti titolari di pensioni INPS?
Pensioni INPS tassate alla fonte e rivalutate in modo quanto meno discutibile, per non dire un altro termine più offensivo ma veritiero!

Il PRESIDENTE
Stefano Biasioli 

NB) Ulteriori commenti sono rinviati alla lettura del testo definitivo della Legge di Bilancio, pubblicata in Gazzetta Ufficiale.

Considerazioni su Rivalutazione 2025

NOVITÀ: il Ministero dell’Economia ha emesso – in data 15/11/2024 – un DM, comparso nella GU 278/2024 (in data 27/11/2024).
Secondo Valerio Damiani (pensioniOggi.it) questi sono gli effetti delle nuove norme, sopra citate:
1. INDICE INFLATTIVO 2025= +0,8% (salvo conguaglio dall’1/172026);
2. NESSUN CONGUAGLIO per il 2024 (indice inflattivo +5,4%);
3. PENSIONE MINIMA 2025= 616,67 (per effetto di una rivalutazione straordinaria del 2,2%, passa quindi da 614,77 a 616,67;
4. SI RITORNA A TRE FASCE DI RIVALUTAZIONE, con copertura per la quota di pensione lorda relativa alle fasce inferiori. Quindi si ritorna alla finanziaria 2020 (legge 160/2019, art. 1, c. 478).
In dettaglio:
a) le pensioni lorde fino a 4 volte il minimo Inps (MINPS, ovvero entro 2.394 euro/lordi/mese → avranno una rivalutazione del 100% (+0,8%);
b) le pensioni da 4 a 5 volte il minimo Inps (da 2.395 a 2.993) → avranno una rivalutazione del 100% fino al valore di → a) 2.394 e del 90% da 2.395 a 2.993);
c) le pensioni da 2.394 in su avranno una rivalutazione:
– del 100% fino a 2.394 euro,
– del 90% da 2.395 a 2.993 euro,
– del 75% da 2.994 euro in su.
Questo il meccanismo ministeriale.

Continua a leggere ⇒ Considerazioni su RIVALUTAZIONE 2025_01.12.24 –GU_278 del 27.11.24

Pensioni, aumenti dello 0,8% nel 2025

da PensioniOggi.it di Valerio Damiani, 28/11/2024

In Gazzetta Ufficiale il Dm che fissa il tasso di perequazione provvisorio dal 1° gennaio 2025 per le pensioni erogate dall’INPS. Per gli assegni minimi in arrivo con la legge di bilancio anche una rivalutazione straordinaria del 2,2%.

Dal 1° gennaio 2025 grazie alla consueta operazione di rivalutazione le prestazioni saliranno dello 0,8%. Non ci sarà, invece, nessun ulteriore conguaglio sull’indice riconosciuto provvisoriamente nel 2024 (+5,4%). Lo stabilisce il decreto 15 novembre 2024 del Ministero dell’Economia e delle Finanze concertato con quello del Lavoro apparso ieri in Gazzetta Ufficiale (G.U n. 278 del 27 novembre 2024). L’adeguamento porterà le minime a 603,4€… continua a leggere ⇒ PensioniOggi_28.11.24_Pensioni-Aumenti dello 0,8% nel 2025 – GU_278 del 27.11.24

più articolo di Valentina Conte da ⇒ Repubblica_2.12.24_pag_13

più articolo di Daniele Cirioli da ⇒ ItaliaOggi_29.11.24_pag_31

più articolo di Barbara Weisz da ⇒ PMI.it_29.11.24_Aumento pensioni 2025-rivalutazione 0,8 per fasce e scaglioni