Resoconto Assemblea APS-LEONIDA (Padova 7 aprile 2018)

L’Assemblea dell’APS-LEONIDA di sabato 7 aprile è stata un successo.

Oltre 120 i presenti e ben 109 le iscrizioni all’Associazione APS-LEONIDA. In una prossima lettera Vi forniremo tutti i dettagli.

Per ora ci limitiamo a dirVi che la prima Assemblea dell’APS-LEONIDA ha all’unanimità approvato lo Statuto e la composizione del Consiglio Direttivo nelle diverse articolazioni statutarie.

In tutti i presenti era evidente la volontà di proseguire l’azione di tutela delle nostre pensioni, senza incertezze e titubanze.

L’APS-LEONIDA pertanto costituisce un importante sviluppo dell’azione volontaristica pro-pensionati, da noi iniziata nel lontano dicembre 2014.

Ad maiora!

(Il Consiglio Direttivo)

Commento di “Leonida” alle 2 notizie precedenti

Chi pensava che il risultato del 4 marzo potesse modificare il trend di aggressione alle pensioni si sbagliava clamorosamente.

I fatti dicono che:

  1. il bilancio INPS 2018 sarà clamorosamente in ROSSO per colpa delle straripanti spese assistenziali.
  2. L’Europa continua ad attaccare la spesa pensionistica globale dell’Italia, dicendo che deve calare rispetto al PIL e continuando a non tenere conto della sostanza di cui al punto 1.
  3. Draghi bacchetta Salvini e Di Maio che vorrebbero modificare pesantemente la Fornero ma, abbastanza esplicitamente, “consiglierà” al nuovo governo di tagliare la spesa pensionistica (si vedano i punti 1 e 2).
  4. Di Maio e i 5 Stelle vorrebbero regalare denari assistenziali a chi non ha mai lavorato.
  5. Berlusconi & C. vorrebbero integrare le pensioni sociali fino a una cifra non meglio precisata.
  6. La cattiva Europa chiederà all’Italia di sistemare il problema del mancato adeguamento dell’IVA (19 mld per il 2018 e 12 mld per il 2019).
  7. Le trasmissioni televisive, anche dopo il 4 marzo, continuano ad ospitare  “personaggi” che chiedono il taglio delle pensioni “ricche” ma che lasciano intonsi i vitalizi dei parlamentari.

Ecco perché dobbiamo continuare a difendere le nostre pensioni!

Vi attendiamo in tanti a Padova la mattina del 7 aprile prossimo (Hotel Four Points by Sheraton – uscita Padova Est). Raccoglieremo adesioni per le nuove iniziative legali.

I 5 STELLE e le NOSTRE PENSIONI

In questi giorni di caos post-elettorale può essere sfuggita a qualche pensionato questa notiziola apparsa su “LA VERITA'” del giorno 10 Marzo, a pag.7.  Francesco Bonazzi, autore di un  articolo su Di Maio e C., chiude l’articolo stesso con questo pesante inciso:

“…in particolare gli ECONOMISTI dei 5 STELLE  studiano i primi scaglioni del REDDITO di CITTADINANZA  e IPOTIZZANO di COMPENSARE la SPESA con UNA SFORBICIATA alle PENSIONI D’ORO”.

” Insomma, ci risiamo…Vogliono togliere a Noi pensionati INPS una fetta della PREVIDENZA (che ci siamo largamente pagati….!) per fare ASSISTENZA….a favore di…….tanti FANCAZZISTI…”

E NOI LEONIDA STAREMO ZITTI e BUONI ?  No….No….NO….NO….NO…

VENITE TUTTI A PADOVA – Sabato 7 Aprile, all’Hotel Four Points by Sheraton, a Padova Est – Orario: 10:00-13:00.

ABBIAMO VOTATO… ED ORA?

Abbiamo votato…..In tanti abbiamo voluto votare, nonostante gli ingorghi e le scempiaggini di chi ha pensato di rendere  più ostico il «diritto al voto».

Abbiamo votato e la maggioranza relativa dei votanti (quasi il 70%) ha deciso di punire il PD di Renzi, la ghenga di Renzi (l’ex cerchio magico ora cerchio tragico) e la sinistra che ci ha governato negli ultimi 5 anni.

È continuata l’onda lunga del NO al REFERENDUM marchiato “Renzi-Boschi”, quell’onda che non è stata capita dal fiorentino, per colpa del quale il PD e la sinistra sono  al minimo storico da decenni.

Una persona normale avrebbe accettato la sconfitta e si sarebbe dimessa, senza far tragedie. Ma il fiorentino non è una persona normale. È  un bulletto di periferia che non mantiene le promesse (…” se perdo il referendum smetto di fare politica…), quindi non ha dato le dimissioni ma le darà (forse?) tra un bel po’…ossia dopo la creazione del nuovo governo…..

Campa cavallo…… Non le darà, le dimissioni…. Si accettano scommesse….

Intanto nessuno sa cosa deciderà (con calma) il Presidente Mattarella… Nessuno sa chi avrà l’incarico esplorativo, dopo il primo giro dei partiti al Quirinale. Tutti ci ricordiamo la figuraccia di Bersani…..

I 5Stelle manterranno la «purezza originaria» ? Il Centrodestra riuscirà a convincere 40 deputati e 20 senatori ad aggregarsi alla coalizione vincente?

Il futuro sta sulle ginocchia di Giove. 

Ma intanto l’intellighenzia di sinistra, quella con la presunta superiorità etico-economico-morale ha già cominciato a bofonchiare. Ci sono bastate una trasmissione televisiva (Propaganda) ed una radiofonica (Giannino, radio 24 ore, ore 16 del 6/03/18) per  cogliere  lo sdegno degli economisti contro il voto democratico (oltre 16,5 milioni di italiani, quelli che hanno votato Lega e 5S) espresso da gente che – secondo costoro- non ha capito che le loro scelte elettorali  avrebbero fatto arrabbiare i soloni della UE. 

Hanno già paventato, questi commentatori, che il vertice UE ce la faccia pagare sul piano economico….come se non ci fosse bastato lo scempio fatto all’Italia dai saloni europei nel 2011.

Secondo questi economisti, Salvini e C. e DiMaio e C. ci trascineranno in un gorgo economico peggiore della Brexit.

Non hanno capito, costoro, che il voto dato alla Lega ed ai 5S è un voto di PESANTE PROTESTA  contro QUESTA EUROPA degli OLIGARCHI, contro questa commissione europea mai votata da nessuno, contro queste pesanti scelte europee che non sono mai state sottoposte al giudizio degli italiani. Se fosse posta, oggi, a Noi italiani la questione ” Europa si, Europa no”, di certo vincerebbe il NO.

Ancora, è ora di smetterla con la presunta superiorità degli economisti sulla politica. Chi non ha saputo prevedere la crisi pluriennale (dal 2008 in poi) non può pretendere, oggi, che gli Italiani accettino ulteriori tagli alla loro qualità di vita.

La priorità è favorire l’accesso al lavoro, per tutti….La priorità è evitare ulteriori danni al WELFARE, si tratti di sanità o di pensioni.

La priorità non è certo compiacere Macron o la Merkel, che hanno bei problemi in casa loro.

La seconda repubblica è finita domenica, l’intellighenzia se lo metta bene in testa….!

(Lenin)

Pensionati: votate per chi volete ma prima ricordate che…

1) La Consulta (01.12.2017) ha stabilito che i denari chiesti ai pensionati “non costituiscono un sacrificio sproporzionato rispetto alle esigenze dei conti pubblici” e che si tratta di un sacrificio parziale e temporaneo…” . Quindi, secondo la Corte “non è irragionevole contravvenire al patto sottoscritto…”.  Con queste frasi e con l’intera Sentenza (250/2017) nei fatti la Consulta ha stracciato l’art. 38 della Costituzione, creando le premesse affinchè i buchi statali rendano incerte e precarie le nostre pensioni.

2)  Il Presidente della Corte dei Conti, Angelo Buscema, nei giorni scorsi ha scandito che: “il quadro attuale della finanza pubblica ci indica come NON PIÙ PRATICABILE IL PERCORSO CHE, PER ASSICURARE I NECESSARI LIVELLI DI SERVIZI ALLA COLLETTIVITÀ, faccia ricorso ad una ulteriore crescita del debito pubblico”.

In parole povere, secondo Buscema, il debito pubblico non consente più di garantire i servizi essenziali quali la spesa sanitaria e quella pensionistica.

In piena campagna elettorale la politica assiste senza battere ciglio a decisioni come quelle sopra citate, che sono evidentemente non tecniche ma politiche.

Avete capito ?

La Corte Costituzionale (composta largamente da Giudici di sinistra) e la Corte dei Conti (in teoria un organo tecnico) hanno fatto scelte e dichiarazioni “politiche”.

Se le cose stanno così, il fatto che il debito pubblico cresca (per colpa della politica che non ha voluto tagliare la spesa pubblica, come consigliato da Cottarelli) porterà a farci perdere servizi, tutele, garanzie, sanità e pensioni. L’hanno deciso quelli della Consulta e quelli della Corte dei Conti. Nominati, di certo, in quei posti dai governi Monti-Letta-Renzi-Gentiloni.

MEDITATE, PENSIONATI, MEDITATE (Leonida)

Poletti: “Ipotizziamo un bonus di 2 anni per l’Ape sociale alle donne con figli”

Il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti torna a incontrare oggi le organizzazioni sindacali per un nuovo confronto sulle tematiche previdenziali, al quale hanno preso parte anche i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, insieme a una delegazione sindacale dei pensionati.

Al centro del tavolo: l’innalzamento dell’età pensionabile e l’unificazione del requisito anagrafico tra uomini e donne per l’uscita dal mondo del lavoro. I sindacati hanno ribadito la richiesta di stop all’aumento automatico dell’età di pensionamento di vecchiaia a 67 anni dal 1° gennaio del 2019, sottolineando come, tra l’altro, dal 1° gennaio 2018 scatterà l’unificazione del requisito anagrafico tra uomini e donne.

“Abbiamo inoltre convenuto – dichiara il Ministro Poletti – di attivare una commissione di lavoro mista tra Governo, organizzazioni sindacali e istituti interessati (Inps e Istat) che si occupi del tema della eventuale separazione tra assistenza e previdenza e che elabori un’analisi condivisa per verificare la composizione del paniere utilizzato come base per il calcolo dell’indicizzazione degli assegni pensionistici”.

Sul fronte donne, il Governo avanza una proposta: “Tra le cose su cui lavorare – prosegue Poletti – abbiamo ipotizzato la possibilità di abbassare fino a un massimo di 2 anni i requisiti contributivi previsti dall’Ape sociale per donne con figli”. Ma c’è anche il punto che riguarda il riconoscimento sul piano previdenziale del lavoro di cura: “Su questo – aggiunge – i sindacati si sono impegnati ad avanzare delle proposte, noi ci siamo riservati di esaminarle”.

“Nei prossimi giorni – assicura, infine, il Ministro – proseguirà il confronto avviato anche sulle tematiche del lavoro”.