Sulle “affermazioni” di un Ministro della Repubblica Italiana

(testo a cura di P. Gonella – di APS-Leonida)

Tutti gli associati all’APS-Leonida non possono condividere le reiterate esternazioni con le quali il Ministro Di Maio continua da oltre sei mesi a qualificarli/rappresentarli all’opinione pubblica. Cerchiamo di riassumere, sottolineandole, alcune dichiarazioni di questa vandea/campagna mediatica tesa a denigrare una classe dirigente che invero ha la sola colpa, se così si può paradossalmente dire, di aver sempre e soltanto lavorato ed operato per il bene del Paese, svolgendo una rilevante funzione/attività pubblica e professionale, con impegno e qualificazione, senza limiti di orario. Più volte il Ministro, Vice Premier in coabitazione con Salvini, ha presentato ai media i percettori delle c.d. “pensioni d’oro” come parassiti sociali. Per la Treccani il “parassita” è un individuo che non lavora, non produce e vive alle spalle di altri, in buona sostanza uno sfruttatore/uno scroccone. Ultimamente – sempre con riferimento ai percettori suindicati – ha affermato che vuole tagliare di più i privilegi di questa gente che ci ha rubato il futuro.

A – Gente che ha “assicurato il futuro”

Noi associati all’APS-Leonida diciamo con forza e con convinzione profonda che, al contrario, abbiamo se mai “assicurato il futuro” e non certo “rubato il futuro”. E tale affermazione è incontestabile per i seguenti motivi:

  1. abbiamo lavorato per decenni, esercitando ai più alti livelli delicate e pesanti responsabilità professionali, economiche e sociali quale classe dirigente del Paese;
  2. abbiamo – in costanza di rapporto di lavoro – versato regolarmente i contributi previdenziali nella misura prevista dalle leggi statali vigenti medio tempore;
  3. abbiamo assolto l’obbligo tributario, pagando l’aliquota marginale massima (43%), concorrendo in tal modo a garantire l’erogazione continua e regolare di servizi pubblici essenziali per il benessere ed il progresso della comunità nazionale (istruzione, sanità, etc.);
  4. siamo andati in pensione nel rispetto di leggi statali vigenti al tempo, nell’ambito e nella certezza del rispetto del principio di legittimo affidamento (leale ed etica relazione Stato/Cittadino);
  5. continuiamo a pagare l’aliquota marginale massima dell’IRPEF (43%) anche in costanza di pensione;
  6. siamo l’unica platea di pensionati che – come evidenzia l’allegata tabella– consegue/percepisce prestazioni previdenziali che sono coperte con la più alta percentuale in assoluto dei contributi versati.

B – Ex Profilo lavorativo dei percettori delle c.d. “pensioni d’oro”

Al fine di controbattere, rigettandola, la definizione di “parassiti sociali” nell’accezione sopra esplicitata, non possiamo sottrarci dal dire quali ruoli   e quali funzioni hanno coperto/svolto  nel  corso della   loro carriera professionale gli attuali pensionati d’oro (ex dirigenti pubblici e privati, alti ufficiali delle forze armate, prefetti, ambasciatori, carabinieri, poliziotti, direttori generali, dirigenti medici, etc.), accennando soltanto, ad esempio, ad alcune figure: Magistrato, Generale dell’Esercito, dell’Arma dei carabinieri, della Guardia di Finanza, Direttore Generale di ASL, Dirigente Medico/Primario, etc..

Sono questi professionisti esempi di “gente che ci ha rubato il futuro”? O, al contrario, sono professionisti che incarnano l’opposto di come vengono descritti dal Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, cioè “gente che ci ha assicurato il futuro”?

C – Le pensioni di diamante

Il Governo giallo-verde, in prosecuzione di quanto fatto dal Governo Letta, continua ad  aggredire una sola  categoria di pensioni, quelle c.d. “d’oro”, dimenticando – volutamente per non registrare perdite/salassi di consenso popolare –  che sono  in  campo nel  settore  previdenziale anche  le   c.d. “pensioni di diamante”, prestazioni che hanno un differenziale ricevuto contro versatosuperiore anche al 50% (prepensionamenti per crisi aziendali o per altri motivi sociali, esodi, ex ferrovieri, ex postelegrafonici, pensioni baby, etc.). In ordine a quest’ultime, le “pensioni baby”, non si può non evidenziare che sono numericamente tantissime, che sono vigenti da ben oltre 30 anni e che riguardano, ad esempio, insegnanti che, dipendenti dello Stato, sono andate in pensione a 31-32 anni di età con 14 anni 6 mesi e 1 giorno di contributi e che percepiranno la pensione per oltre 50 anni in rapporto alle loro aspettative di vita, cumulando oltre 600.000 euro di pensione a fronte di non più di 100.000 euro di contributi. Le “pensioni baby” costano complessivamente 9-10 miliardi di euro a fronte di non più di 2 miliardi di euro di contributi versati! Non si può inoltre non evidenziare anche la eclatante situazione delle prestazioni pensionistiche di 3.000 euro mensili – circa 700.000 – che sono in pagamento tra 38 e 41,5 anni! Sorge spontanea una domanda: perché queste eclatanti situazioni vengono ignorate come non esistessero? Eppure queste comportano miliardi di esborsi a fronte di contributi versati o largamente insufficienti o addirittura pari a zero rispetto alla entità dei predetti esborsi! L’operazione di perseguire “l’equità del sistema previdenziale” – al fine di dare risposte al sistema assistenziale, con innalzamento delle pensioni minime – può essere socialmente condivisibile, ma va fatta con la fiscalità generale, cioè a carico dell’erario, e non certo “dirottando/succhiando” i danari del sistema previdenziale = contributi versati dai lavoratori che non possono essere sottratti alla loro naturale/obbligatoria/immanente destinazione ab origine.

D – Generalità e universalità dei prelievi forzosi

È  altamente discriminatorio che si  preveda di  assoggettare a dei  prelievi forzosi  soltanto una categoria di contribuenti/pensionati che – lo si deve  ribadire con forza – è quella che da un lato continua a scontare la progressività della tassazione pagando l’aliquota marginale massima dell’IRPEF (43%), dall’altro registra la più alta percentuale in assoluto dei contributi versati come evincibile dall’allegata tabella. Non possiamo qui non ricordare che siamo di fronte ad una platea di pensionati che ha subito negli ultimi quindici anni pesanti penalizzazioni (mancata rivalutazione per 8 anni sugli ultimi 11 e assoggettamento a prelievo forzoso = contributo di solidarietà) che hanno ridotto il loro potere di acquisto del 20%. Un’azione governativa che punti ad evitare ogni discriminazione di sorta non può che decidere di intervenire su tutti i redditi(indistintamente dalla loro natura: di lavoro dipendente, di lavoro autonomo, di pensione, etc.) che superano una certa soglia annua, nel rispetto quindi del disposto degli articoli 3 e 53 della Costituzione. Una distribuzione diffusa dei prelievi forzosi su tutti i suddetti contribuenti consentirebbe di reperire un plafond più consistente di risorse utili e finalizzate a costituire due fondi ad hoc per contrastare la povertà e la disoccupazione giovanile.

E – Lotta all’evasione fiscale

Peraltro noi di APS-Leonida non possiamo – per senso di responsabilità civile – astenerci dal rappresentare per l’ennesima volta che i due fondi di cui sopra, importanti e qualificanti per il perseguimento di un’autentica e condivisa coesione sociale, dovrebbero essere costituiti con la fiscalità generale a 360 gradi, interessare cioè l’intero universo dei contribuentie non soltanto i contribuenti percettori di redditi superiori a una certa soglia, e ciò in quanto trattasi di spesa assistenziale la prima e di spesa sociale la seconda finalizzata ad incentivare il lavoro a tempo indeterminato. Come farlo? Aumentando nei fatti la lotta all’evasione fiscale che, secondo l’ultimo  Rapporto sulla  stessa pubblicato  dal  Ministero dell’Economia e basato su dati ISTAT, oscilla tra i 255 e i 275 miliardi di euro, pari al 14-15% del PIL (dal Rapporto 2016 dell’Eurispes risulta che l’Italia ha un PIL sommerso di 540 miliardi di euro a cui andrebbero aggiunti almeno ulteriori 200 miliardi derivanti dall’economia criminale, per un totale di ben 740 miliardi euro, pari ad oltre il 30% del PIL!). Si tratta di una valanga di danari che, se recuperati almeno in parte, consentirebbero di disporre di cospicue risorse non solo per i due fondi sopra specificati, ma anche – e questo è un aspetto di primaria importanza per il progresso e il miglioramento della qualità della vita dell’intera comunità nazionale – per varare un piano pluriennale di investimenti in opere pubbliche volte a mettere in sicurezza l’assetto idrogeologico del territorio che ciclicamente viene sottoposto a sconvolgimenti al verificarsi di eventi meteorologici avversi. Gli investimenti per prevenire i disastri ambientali, purtroppo registrati anche in questi ultimi tempi con una virulenza inaudita, comportano costi sociali inferiori alle spese che si devono sostenere per riparare i danni provocati dai ripetuti dissesti territoriali (negli ultimi 30 anni si sono spesi al riguardo oltre 200 miliardi per far fronte agli stessi, senza peraltro che questo sia servito ad evitarne di successivi). In conclusione anziché aggredire le pensioni, lo Stato ed il suo Governo decidano di aggredire seriamente e senza indugi la questione, madre di tutte le battaglie, riguardante l’evasione fiscale.

*  Il 15/03/2016, in sede di audizione alla Camera dei Deputati rispetto alla proposta Meloni per il ricalcolo delle pensioni ricche, un dirigente generale dell’INPS – oltre ad avere affermato che il ricalcolo del periodo retributivo è impossibile – ha dichiarato che per le pensioni lorde superiori a 100.000-120.000 euro annui, in caso di ricalcolo contributivo, sarebbero state incrementate.

LA MANCATA RIVALUTAZIONE…

“La mancata rivalutazione delle pensioni superiori a sei volte il minimo, sapete chi lo ha deciso ?
La Corte Costituzionale !

Sapete come la chiamava Marco Pannella ? “La suprema Cupola mafiosa” ! E stavolta aveva ragione !

La Corte, usando del suo sentire , come declinato da Pannella, ha deciso che il legislatore (Renzi) ha fatto bene ad adottare la scelta di riconoscere la perequazione in misure percentuali decrescenti all’aumentare dell’importo complessivo del trattamento pensionistico, sino a escluderla per i trattamenti superiori a sei volte il minimo INPS, destinando, così, le limitate risorse finanziarie disponibili, in via prioritaria, alle categorie di pensionati con i trattamenti più bassi.

Una figata !

Peccato che io avevo pagato quel Patto !
E poi: “Chi ha causato” le limitate risorse finanziarie?”  Io?
Mi hanno prelevato tutto quello che hanno voluto, con regole da loro decise.

La Finanza mondiale ci tosa e io pago per mantenere i Rothschild, complice la Lega che ci sta ad una redistribuzione del reddito intraclasse, senza neanche alzare la voce contro chi ci sta impoverendo, ma mandando Conte a Buenos Aires a calare le brache ?

In via Bellerio debbono essere proprio fuori di testa !

Penso che la loro permanenza Governo sarà di qualche mese !”

…il pensiero di Claudio Lucas

OGGI… SCIOPERO DEI MEDICI OSPEDALIERI

Era ora… sono passati 9 anni da quando è  stato sottoscritto un contratto nazionale, decente ma comunque un contratto.

Da allora è cambiata l’Italia ma i vari governi hanno fatto di tutto tranne che dare denari e organici ai medici ospedalieri e ai sanitari ospedalieri.

A nessuno, a Roma, interessano le sorti della sanità pubblica… e così si è risparmiato sul SSN e si è fatta sanità sulla pelle dei medici. Alla faccia della salute dei medici e dei pazienti e della normativa europea in tema di orario settimanale, di riposo dopo la guardia e di reparti con organici sufficienti a garantire la regolarità e la qualità del servizio.

Ma, come sempre, poco spazio è stato dato dai media alla massiccia protesta medica.

PROTESTA SACROSANTA MA IGNORATA DALLA TV DI MENTANA E MESSA IN CODA AI VARI NOTIZIARI.

GIÀ…. IN QUESTA ITALIA  di “palta”

Tutti danno retta alle “sparate” dei gialloverdi e pochi ai problemi sanitari….

E ora…. che succederà?  Noi abbiamo pietà per i Colleghi che andranno in  pensione avendo perso i benefici contrattuali di ben 3 contratti.

Un danno irreversibile che potrebbe dare avvio a azioni legali per danno contrattuale prolungato.

Un giorno di sciopero nazionale.

E adesso? Che faranno questi Sindacati ospedalieri? Si accontenteranno delle solite promesse sbrodolate dal ministero di lungo Tevere Ripa ?????

Noi, nel nostro piccolo, sapremmo cosa fare. Ma noi siamo quelli che abbiamo bruciato il fantoccio della Bindi nel lontano 1999. Altri tempi, altri sindacati, altre storie sindacali…

Ma allora c’era un unico sindacato medico realmente autonomo: la CIMO.

 

Stefano Biasioli

(Past President Confedir – Past Past President CIMO)

Pensiero del giorno…

Questa sera – lunedì 5 Novembre, su Sky 821, alle ore 20:15…. INTERVISTA a STEFANO BIASIOLI… sulle PENSIONI.

(L’INTERVISTA È STATA FATTA A VERONA al CONVEGNO di APS-LEONIDA del 20 OTTOBRE SCORSO).

FINIANZIARIA E PENSIONI… NOTIZIE IN DATA 1.11.2018

(a cura di S. Biasioli)

Ieri, Di Maio DIXIT….. « …Riforma delle pensioni e reddito di cittadinanza sono finanziate nella legge di bilancio (7 + 7 miliardi) ma le norme relative saranno varate a parte, con un decreto sùbito dopo la legge di bilancio o prima della fine dell’anno…».

Al di fuori del «dimaiolese», il significato è chiaro.

Lo ha esplicitato su “LA VERITÀ” (01/11/18, pag. 2) Claudio ANTONELLI . Ne riportiamo integralmente lo scritto.

« Il reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni saranno esaminati DOPO la LEGGE di BILANCIO, con iter diversi e tempi più lunghi. Probabilmente saranno inseriti in un COLLEGATO, che non avrà un iter ordinario ma userà la DELEGA (Art.76 della Costituzione, potere legislativo al governo). Si tratta di una DELEGA PREVENTIVA che consente al governo di muoversi senza sorprese o agguati… Di solito lo si fa per le leggi fiscali. Lo schema ha però un lato negativo: i TEMPI.  L’iter del collegato durerà almeno 4 MESI… non solo ma il DECRETO COLLEGATO richiederà  numerosi DECRETI DELEGATI… per cui il reddito di cittadinanza potrebbe essere erogato a partire da Luglio 2019…

…A slittare (il 31/10/18) è stato anche IL TAGLIO alle PENSIONI D’ORO, che (secondo fonti governative) rientrerà tramite un EMENDAMENTO o uno dei DECRETI COLLEGATI alla finanziaria….

Forse per recuperare un parere di costituzionalità, forse per una scelta politica… In ogni caso, sembrerebbe accantonato il “calcolo Boeri” (NdR= taglio retroattivo basato sul delta tra età al pensionamento e nuova età pensionabile) ma RESTA LA MINACCIA del TAGLIO PENSIONISTICO che… partirebbe dai 2.800 euro netti/mese, creando un pericoloso precedente:              lo schema applica infatti una logica progressiva. Va inoltre ricordato che, dall’1/1/19, scatterà  l’adeguamento ISTAT delle pensioni… con un costo di 2 miliardi…

Per recuperare questi costi, il Governo potrebbe usare uno SCHEMA PROGRESSIVO, per TAGLIARE la RIVALUTAZIONE delle PENSIONI proprio partendo dalla SOGLIA di 2.800 euro. Sebbene, fino ai 3.000 euro netti/mese, si tratterebbe di pochi euro/mese, lo scherzetto  consentirebbe di risparmiare una cifra attorno al  MILIARDO e MEZZO…. ».

FIN QUI Claudio ANTONELLI (La Verità).

Ma, aggiungiamo NOI LEONIDA,

DEVE ESSERE BEN CHIARO AI PENSIONATI (attuali e futuri) che il GOVERNO GIALLO-VERDE HA INTENZIONE di COLPIRE 2 VOLTE i PENSIONATI:

  1. Con la MANCATA RIVALUTAZIONE delle PENSIONI, che continuerà anche dopo l’1/1/019, e che avrà un CARATTERE PROGRESSIVO (per tamponare la Corte Costituzionale), a partire dalle pensioni superiori a 5 volte il minimo INPS (circa 2.580-2.800 euro/mese);
  2. Con il NUOVO CONTRIBUTO di SOLIDARIETÀ QUINQUENNALE, che COLPIRÀ le PENSIONI over 90.000 euro lordi/anno, con tagli che (ipotesi A) saranno a partire dal REDDITO ZERO o (ipotesi B) saranno a partire da 90.000 EURO IN SU (per fasce).

In ogni caso, scatteranno nuovi furti pensionistici, più  lunghi e più pesanti dei precedenti.

Pietro Gonella li ha quantificati (si vedano al proposito, in questo sito, le TABELLE GONELLA…- Sez. Notizie – data 29.10.18).

DI FRONTE alle CIFRE CHE CI SARANNO TOLTE, OGNI PENSIONATO DOVRA’ DECIDERE: restare “passivo” o ” ricorrere a massicce azioni legali” ?

NOI dell’APS-LEONIDA, di certo, RICORREREMO…..

VOI PENSIONATI, UNITEVI a NOI !!!!!!

Manovra economica per il 2019

Come   Nostre   precedenti  previsioni il DDL Bilancio 2019 passa  da 73 articoli a 115 articoli , come indicato nel Testo che verrà inoltrato  alle Camere entro domani 31 ottobre. Nell’articolo  si evidenziano alcuni  capitoli  della manovra, mentre  per pensioni e reddito di cittadinanza si conferma la predisposizione di due DDL Collegati.

A cura di Giorgio Landi e Stefano Biasioli… 

Manovra Economica per il 2019_30.10.18

A proposito dei tagli ai pensionati

Solo i pensionati perennemente  «distratti» ed i pensionati dal perenne  «nessuno me l’ha detto….» possono pensare che il governo giallo-verde non  attenti alle loro sudate pensioni.

DE MAIO VULT !  Mentre  Salvini non organizza alcuno sbarramento a tutela  delle “cosiddette pensioni d’oro”.

Noi della Federspev, dei Leonida, della Confedir, dei Pensionati uniti d’Italia siamo invece sul limitare del bosco, a controllare il nuovo attacco e a organizzare il contrattacco.

PER CHI NON HA MEMORIA

Noi pensionati  della fascia superiore a 5 volte il minimo INPS (circa 2.560 euro) ABBIAMO GIÀ DATO. Si, abbiamo già dato, perché – forzosamente- le nostre pensioni sono state abbattute, dal 1993 al 2018,  per 11 anni su 26. Siamo stati costretti dallo Stato a versare «contributi forzosi» per il 46,15%  dei citati 26 anni.

Vi ricordiamo le leggi che hanno danneggiato i pensionati: 41/1986; 448/1988; 438/1992; 449/1997; 388/2000; 127/2007; 214/2011; 147/2013;  109/2015.  Nove leggi e…forse…ce ne siamo perse anche alcune altre.  CONTINUA A LEGGERE

Tabelle di P. Gonella:

TABELLE dei PRELIEVI FORZOSI

CONTRIBUTO_SOLIDARIETA Tab_1_IPOTESI_1°

CONTRIBUTO_SOLIDARIETA_Tab_2_IPOTESI_2°

CONTRIBUTO_SOLIDARIETA_Tab_3_IPOTESI_1°_12%

CONTRIBUTO_SOLIDARIETA_Tab_4_IPOTESI_2°_10%+14%

CONTRIBUTO_SOLIDARIETA Tab_5_IPOTESI _1°_14%

CONTRIBUTO_SOLIDARIETA_Tab_6_IPOTESI_2°_10%+14%+16%

Le decisioni del Direttivo FEDERSPeV

Il Direttivo FEDERSPeV, riunito ieri nella sede di Via Ezio, 24 – Roma, ha approvato all’unanimità la relazione del Presidente Prof. Michele Poerio (Presidente anche del Forum Pensionati d’Italia) che ha in sintesi ricordato:

  1. le iniziative del Forum, della FEDERSPeV e dei Leonida degli ultimi mesi, nei confronti del PdL 1071;
  2. i documenti sul tema pensionistico scritti da molteplici pensionati (tra cui Poerio, Sizia, Biasioli, Gonella…) e da esperti in tema di pensioni (in primis G. Cazzola). Detti documenti sono presenti sul sito FEDERSPeV e APS-Leonida;
  3. il successo della Tavola Rotonda svoltasi a Verona sulle pensioni (N.B. trovate ampi riferimenti sul sito APS-Leonida);
  4. l’azione di proselitismo tra i pensionati, in previsione di nuove iniziative legali contro la prossima legge di stabilità.