ATTENZIONE ATTENZIONE!!!

Aggiornamento ricorso iscritto al n. 31934 CORTE dei CONTI di VENEZIA (depositato il 05/08/2023 – contro la mancata/parziale rivalutazione delle pensioni (Legge di Bilancio 2023 L. 197/2022 del 29.12.22, commi 309-310).

L’UDIENZA di DISCUSSIONE È FISSATA per il 08 GENNAIO 2024 alle ore 12:00

Legge di bilancio 2024: nuova patrimoniale sulle pensioni medio-alte

di Michele Poerio, 22/10/2023

Nell’elaborazione in corso della legge di bilancio 2024 si vocifera di una rimodulazione, per il 2024, del meccanismo di perequazione delle pensioni in atto all’inflazione oggi in vigore ( che si muove, secondo i dati ISTAT, in un range tra il 5,5 e 6% provvisorio nel 2023), che assicurerebbe la piena rivalutazione (100%) solo ai trattamenti fino a 4 volte il minimo INPS, con un incremento dall’85% al 90% per gli assegni da 4 a 5 volte il minimo, mentre la perequazione dei trattamenti oltre 10 volte il minimo sarebbe ulteriormente abbattuta (rispetto al 32% della legge 197/2022) sotto il 30% o addirittura azzerata.

Poiché al male non c’è mai limite ragionevole, occorre chiarire subito alcune verità… continua a leggere ⇒ StartMag_22.10.23_Legge di bilancio 2024- nuova patrimoniale sulle pensioni medio-alte

QUALE RIVALUTAZIONE per le NOSTRE PENSIONI?

I giornali di oggi (17/07/23) sono pieni di notizie e di tabelline sui diversi aspetti della legge di bilancio 2023, presentata ieri dal governo.

A Noi, già pensionati, interessa soprattutto di conoscere l’entità della rivalutazione 2024 delle nostre pensioni in essere. Ebbene, su questa questioncella, gli articoli degli 8 giornali da Noi letti riportano notizie difformi tra loro.

Si va da una TABELLA ANALITICA di QN (Quotidiano Nazionale) a NOTIZIE GENERICHE e CONFUSE.

Per questo ci rifacciamo qui all’articolo di Marco Rogari (Il Sole, 17/11/23, pag.5) che scrive testualmente: “…viene RIMODULATO il meccanismo di indicizzazione delle pensioni all’inflazione attualmente in vigore, che :

  • assicurerà RIVALUTAZIONE PIENA (100%) ai trattamenti fino a 4 volte il minimo INPS (2.101,52 euro);
  • farà salire dall’85 al 90% quelle tra 4 e 5 volte il minimo INPS ( 2.102 – 2.626,69);
  • vedrà scendere ulteriormente (sotto il 30%) la perequazione dei trattamenti superiori a 10 volte il minimo INPS (5.253,8)”

Sulla base dell’attuale schema invece scatterà, con il decreto fiscale approvato ieri, l’anticipo (dal 1° gennaio 2024 al 1° Novembre 2023) del conguaglio dell’indicizzazione 2022: lo 0,8% necessario per recuperare l’inflazione effettiva 2022 (8,1% e non 7,3%).

PRIME CONSIDERAZIONI APS-LEONIDA

Siamo troppo scafati per pensare che le norme attuali della legge di bilancio resteranno invariate durante i passaggi parlamentari, nonostante la maggioranza schiacciante del governo Meloni.

Qualche mal di pancia c’è, anche nel governo… anche se il messaggio di ieri è stato “. ..non saranno presentati emendamenti governativi…(!).

  1. Oggi possiamo ribadire che le NOSTRE AZIONI LEGALI 2023 contro i TAGLI RIVALUTATIVI SONO STATE GIUSTE e DOVEROSE….
  2. Solo il TESTO del DDL in Gazzetta Ufficiale ci dirà esattamente quanto sarà l’ulteriore taglio: dal 32% del 2023 al …28-20% del 2024?
  3. Ci saranno ipotesi di tagli anche per il 2025?

Comunque sia, ANCORA UNA VOLTA I PENSIONATI della DIRIGENZA PUBBLICA e PRIVATA continuano ad essere il BANCOMAT di QUESTO PAESE.

Su di loro TASSE OBBLIGATE e TAGLI PERMANENTI ALLE PENSIONI IN ESSERE (effetto inflattivo…).

La Meloni non ha speso, ieri, una parola per Noi pensionati, ancora una volta taglieggiati. Larga parte del Parlamento pensa che:

“SIAMO NOI i RESPONSABILI dei BUCHI PENSIONISTICI …..”

Dicono, pensano, agendo di conseguenza.

Invece NOI SIAMO QUELLI che GARANTISCONO IL WELFARE di FIGLI e NIPOTI e gli UNICI ad  ESSERSI PAGATI (in decenni di lavoro) gli ASSEGNI PENSIONISTICI, oggi via via taglieggiati e quindi calanti.

A cura di Stefano Biasioli, 17/10/2023 ore 10:34

Da Sussidiario.net – articolo su Sanità più Nostro commento

Di Carlo Zocchetti – 11/10/2023

Sanità, imparare a fare i conti della serva

C’è stata una polemica sulle cifre destinate alla sanità nella Nadef. Carta e penna e un po’ di aritmetica possono aiutare a fare chiarezza… continua a leggere ⇒ Sussidiario_11.10.23_Sanità imparare a fare i conti della serva

….Nostro commento:

Il problema è che:

  1. la sanità è sotto-finanziata dal 2011;
  2. la %: 6,1% del PIL è inferiore nettamente alla media europea;
  3. le previsioni del PIL Italico sono sovrastimate per gli anni dal 2023 al 2026, soprattutto alla luce delle guerre in atto e della nuova crisi energetica;
  4. se il PIL NON CRESCE o CRESCE MENO del PREVISTO, IL FINANZIAMENTO della SANITÀ, già insufficiente oggi, sarà ancora inferiore all’attuale;
  5. in ogni caso continuerà ad essere inferiore alle necessità sanitarie di una popolazione che invecchia e che si trova carente di medici, infermieri, farmaci-tecnologie, strutture territoriali e non solo.

Firmato, i Leonida

LA RISOLUZIONE DELL’INPS

a cura del Ns. Presidente Dott. Roberto Mencarelli

Mattina afosa a Roma, uno stretto manipolo di funzionari INPS si riunisce non so dove, forse al Ministero dell’Economia o forse in qualche scantinato segreto di Palazzo Chigi.

Sono quindici o sedici, determinati a trovare finalmente la soluzione allo storno di parte dei fondi pensionistici da chi ha pagato a chi non ha mai pagato durante l’intera vita lavorativa, dato che, quest’ultimi, poverini, hanno pensione inadeguata e umiliante rispetto al loro usuale stile di vita.

Si ragiona e si discute molto ma la soluzione appare assai lontana, fino a quando un occhialuto membro dice: …“Però il Covid è stato una benedizione per le nostre casse, vi ricordo Infatti, che la riduzione della spesa pensionistica da premorienza,  per il 2020, è stata pari a 1,11 miliardi di euro. Vi ricordo anche che, stimata la sopravvivenza statistica dei coniugi superstiti, l’entità della minore spesa pensionistica complessiva nel decennio 2020-2029, al netto delle nuove reversibilità, può alleggerire il bilancio INPS di circa 11,9 miliardi di euro”…*.

Un grande subbuglio ha così agitato l’anima dei presenti.

Alla fine, per menti sopraffine e intelligenti come le loro, la risoluzione finale non poteva essere che una sola:  “…per risparmiare bisogna accorciare la vita media dei pensionati, la longevità è troppo costosa…”

Tutto ciò che ne seguì e ne seguirà, appartiene alle cronache disumane: “…tagliamo la pensione ai troppo vecchi…”

*Alberto Brambilla, Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali
*Antonietta Mundo, Già Coordinatore generale statistico-attuariale INPS
*Articolo pubblicato sul Corriere della Sera del 31/3/2021

Fosche nubi di addensano sul capo dei pensionati italiani

di Lorenzo Stevanato

Una premessa: il bilancio dello Stato soffre, il debito pubblico ha raggiunto nuovi record (oltre 2800 miliardi quest’estate) in assoluto ed in rapporto al pil (siamo al 142 per cento, secondi solo alla Grecia, in Europa) in un quadro macroeconomico in cui prevale il pessimismo perché la crescita del pil si sta fermando mentre qualsiasi freno alla crescita della spesa primaria sembra impedito dall’esigenza della maggioranza al Governo di non scontentare l’elettorato. Nel frattempo la spesa per interessi sul debito pubblico è aumentata a dismisura a causa dell’inflazione (altro record: circa 80 miliardi, il 4 per cento del pil).

Senonché l’Italia è una sorvegliata speciale in Europa sul contenimento della spesa primaria.  Invece quella per gli interessi sul debito pubblico, purtroppo, resterà un gravoso fardello appesantito dall’inflazione.

In questa desolante situazione della finanza pubblica, che anno dopo anno si conferma tipicamente italiana, bisognerebbe agire in tre direzioni: a) rendere più efficiente l’ordinamento tributario, in particolare ridurre-razionalizzare le expenditures fiscali (agevolazioni, detrazioni, esenzioni)); b) operare per il recupero dell’evasione fiscale; c) spingere sull’incremento del pil con investimenti e riforme, in particolare accelerando la messa in atto del PNRR.

Queste azioni, però, non si vedono ancora attuate da parte del Governo e, comunque, non in modo efficace né con la necessaria tempestività.
Vari indizi fanno invece temere che si voglia reperire una parte delle risorse finanziarie, necessarie per gli interventi di spesa che non mancheranno nella legge finanziaria per il 2024, dai pensionati.
Non da tutti i pensionati, ma solo da quelli titolari di pensioni medio-alte.
Naturalmente non importa che il diritto agli assegni pensionistici che questi hanno acquisito sia il corrispettivo di contributi integralmente versati, né importa che il diritto stesso debba essere garantito alla pari del diritto di proprietà.

… continua a leggere ⇒  Fosche nubi si addensano sul capo dei pensionati italiani_2.10.23 – pubblicato su StartMag al 7.10.23

Graffio di Leonida 19 settembre 2023

STOP ALLA RIVALUTAZIONE delle PENSIONI ?

Continuano a girare voci e testi  (Italia Oggi,  sussidiario.net si vedano gli allegati) che ipotizzano, per il 2024, uno stop alla rivalutazione delle (dicono loro) “pensioni ricche”. Ossia quelle superiori a10 volte il minimo INPS. 

Nel 2024,  si passerebbe dalla rivalutazione ridicola del 2023 (= 32% del 7,3% ovvero 2,33%) a RIVALUTAZIONE ZERO.

In due anni queste pensioni e questi pensionati perderebbero dal 9 al 10% !

ZERO RIVALUTAZIONE a NOI, che abbiamo versato fior di contributi. L’ENNESIMA PRESA per i FONDELLI ! Ma che Paese è l’ITALIA ?

Anche questo governo continua nella deprecabile abitudine di favorire (14-15% di recupero inflattivo) chi non ha versato tasse o ha versato contributi previdenziali insufficienti a garantire una pensione minima. Che non ha versato tasse atte quanto meno a coprire il costo sanitario individuale (sanità pubblica).

In Italia, ormai, TUTTO E’ FLUIDO !  Anche le pensioni, la sanità, l’assistenza.

NOI PENSIONATI INPS, dirigenti pubblici e privati, siamo stati IMBROGLIATI, perche’ i denari da Noi versati mensilmente all’INPS per decenni vengono ora regalati a destra e a manca.

Questo è uno STATO che privilegia gli EVASORI REALI (solo il 51% degli italiani paga le tasse!) e massacra chi non ha mai evaso e non puo’ evadere !.

“Paga, Pantalone! “

Ovvero, dice BURIDANO : “Asinello, tu puoi vivere anche con meno biada….”

Asinelli, NOI ?

Poca biada, per NOI ?

ItaliaOggi_19.9.23_pag_33    –    sussidiario_19.9.23_La separazione tra previdenza e assistenza smontata dai numeri Inps

ATTENZIONE, ATTENZIONE ATTENZIONE!!!

Date della discussione dei Ns. ricorsi alle varie Corti dei Conti del Triveneto:

VENEZIA: 17-18 gennaio 2024

TRIESTE: 20 gennaio 2024

BOLZANO e TRENTO: date non ancora fissate

NB)
Nel corso dei mesi di settembre e di ottobre, partiranno i ricorsi in LOMBARDIA, LAZIO e SICILIA.