COVID-19 ALCUNE RIFLESSIONI

di Stefano Biasioli – martedì 10 marzo 2020

Abbiamo fatto il liceo classico e siamo medici. Abbiamo  fatto parecchi lavori scientifici e abbiamo quindi dovuto elaborare alcune statistiche delle casistiche raccolte. Ma non siamo statistici di professione. Comunque sia, ci siamo dilettati a fare alcuni calcoli sul COVID 19, in Italia e in Veneto.

PREMESSA

Poiché siamo in Italia, non c’è certezza dei dati. Ad esempio, Borrelli – 09/03/20, ore 18 – diceva  che in Veneto i casi positivi erano 744 mentre per Zaia erano 771.

Noi, i conti, li abbiamo fatti sui dati di Zaia.  771 positivi, 221 ricoverati- di cui 61 in rianimazione- 21 deceduti, 529 a domicilio.

 RISULTATI

In Veneto, sono stati effettuati 16.041 tamponi, con una positività del 4,8%.

I soggetti in terapia intensiva (T.I.) sono il 7,91% dei positivi e lo 0,38% dei testati (dei sottoposti a tampone).

L’aumento % medio dei positivi (ultimi 3 gg) è del 15% giornaliero.

Se questo andamento si confermasse, in Veneto, tra 6 gg si raggiungerebbe il valore massimo dei soggetti positivi : circa 1.466 positivi, su una popolazione veneta di 4,9 milioni di abitanti.

In altri termini, se la positività dei tamponi è pari al 4,8% su 16.041 tamponi e se l’aumento percentuale dei positivi è pari al 15% giornaliero,

l’equazione 16.041: 4.900.000 = 4,8: x  da come risultato 1.466.

Tetto teorico massimo di veneti infettati, raggiungibile in 6 gg (1466-771=695 soggetti in più); (+ 90% : +15% = 6 giorni).

Se questi conti fossero corretti (ma la teoria confermerà la prassi o no ?) in Veneto il PICCO della virosi avverrebbe Domenica 15 Marzo 2020.

Sarà cosi ?

CONSIDERAZIONI FINALI

Se i dati fossero corretti, se il comportamento dei veneti fosse “corretto”, se in virus in Veneto fosse danneggiato dalle nostre abitudini alimentari (quelle che Toscani ha voluto mettere alla berlina) e dalla nostra efficienza sanitaria-ivi incluso il decisionismo di Zaia, allora ci aspetterebbero solo pochi giorni per arrivare al picco di infettati e poi tornerebbe, un po’ alla volta, il sereno.

Sarà così ?

Lo vedremo. Mi piacerebbe che i nostri vescovi – invece di usare le chiese come se fossero “stadi chiusi”- facessero tridui contro questa pestilenza e chiedessero l’intercessione della Madonna. Come si è sempre usato fare nei secoli dei secoli, in Veneto e non solo in Veneto.

Ma, si sa, oggi la religione è marginale, anche tra i preti.

Stefano Biasioli
Primario Nefrologo in pensione
Segretario APS-Leonida
Past President CIMO

COVID-19

Il Covid-19 ha fatto gioire il presidente Inps, Tridico e fatto piangere la consorteria dei ladri e degli zingari.
Perché?
Perché muoiono tanti pensionati.
E perché con la gente in casa si riducono i furti.
Anche i ladri chiederanno la cassa di integrazione?
” Lenin”

ESSERE LEONIDA NEL MARZO 2020

Cari Associati, troverete sotto a queste considerazioni alcune  riflessioni di Stefano sulla vicenda del COVID-19.

Siamo evidentemente una categoria a rischio, non tanto per colpa del COVID-19 quanto per la diffusa imbecillità dei nostri politicanti. Infatti:

  1. Siamo pensionati;
  2. Siamo Over-65 e molti di Noi sono Over-80;
  3. Siamo nonni e padri di ragazzetti che non possono andare a scuola;
  4. Il governo oggi ci ha diffidati ad uscire dalle nostre case;
  5. I 5Stelle l’altro ieri ci hanno detto che non dovrebbe esserci più permesso di votare;
  6. I conti dell’INPS dicono che noi abbiamo regalato allo stato 51,524 MLD di tasse nel 2018;
  7. quelli di Noi che hanno anche una pensione ENPAM hanno regalato all’ENPAM stesso circa 160 min di euro nello stesso anno, con poco riscontro sull’aumento della pensione individuale.
  8. Infine, come è stra-noto, siamo e saremo taglieggiati dalla legge 145/2018.

Ci fermiamo qui, ma questi sono almeno 8 buoni motivi per continuare ad essere iscritti alla Nostra APS-Leonida, anche per l’anno 2020.

Con gioia Vi diciamo che, ad oggi, ben 154 di Voi hanno già rinnovato l’iscrizione alla Nostra Associazione.

Ci auguriamo che questa scelta venga confermata anche da altre centinaia di Voi!

Un abbraccio aTutti, a 2 metri di distanza !!!!

Roberto Mencarelli e Stefano Biasioli

CORONAVIRUS: ITALIA, ITALIANI

Articolo di Stefano Biasioli – mercoledì 4 marzo 2020

 Ne ho abbastanza. Ne ho abbastanza di numeri, di comparsate televisive da parte di politici, tecnici, presunti tecnici. Ne ho abbastanza di gente incompetente (almeno nel 75% dei casi) che parla di una nuova influenza di cui sappiamo poco o nulla. Ne sapremo di piu’, tra mesi, quando questa “peste moderna” sarà passata. Peste moderna ? Sono abbastanza vecchio da ricordarmi gli oltre 3500 morti (alcuni dicono 5000) prodotti dall’asiatica; sono abbastanza vecchio da ricordarmi gli incubi indotti dall’HIV, anche nei soggetti sessualmente “consapevoli”, e di quelli prodotti dalla SARS e dalla peste suina.

Ma adesso si sta esagerando. Sono medico, ma non sono virologo e non mi hanno mai appassionato le malattie infettive anche se ( essendo nefrologo) in tutta la mia vita professionale ho avuto a che fare con Epatite B e C, con pazienti immunodepressi (trapiantati e non) e con pazienti massacrati dalla sindrome nefrosica.

Mi fido del noto virologo padovano che, da almeno un mese, sostiene che il Coronavirus-19 era tra Noi almeno da Novembre/Dicembre 2019  e che ci sono già 2 varianti del coronavirus attuale (COVID 19). Concordo sul fatto che il vaccino arriverà a patologia scomparsa, forse non prima dell’autunno 2021.

Concordo con i consigli sanitari diffusi, ogni ora. Sono quelli di una normale igiene e quelli legati ad alcune abitudini “civili”, spesso desuete.

Ho apprezzato ed apprezzo il decisionismo di Zaia e Fontana, non posso esimermi dall’osservare che il  governo nazionale ne ha combinato di cotte e di crude, spargendo il panico tra i “vecchietti ed i vecchi”, addirittura colpevolizzati di esistere. I fatti sono pochi, le incertezze molte. Per questo, ricordo pochi numeri e faccio alcune domande, banali banali.

Dove sono i governanti che hanno tolto alla sanità italiana, in 10 anni, 37 miliardi di euro? Dove sono i politici che hanno portato la spesa sanitaria italiana dal 7,4% del PIL (anno 2009) al 6,3% del PIL (anno 2018), mentre in Francia e in Germania la spesa sanitaria è oggi superiore al 9% del PIL ?

Dove sono i politicanti che hanno ridotto il numero dei posti letto ospedalieri da circa 200.000 (anno 2010) a circa 160.000 (anno 2019), ossia da 3 posti letto per mille abitanti a 2,7 per mille abitanti? Chi ha fatto queste scelte, quando la UE aveva un valore medio di 3,7 posti per mille abitanti ?.

Chi ha deciso di ridurre i posti letto in terapia intensiva da 324/100.000 abitanti (2007) a 275/100.000 abitanti (anno 2013)…ossia ad un numero di posti letto intensivi pari al 44% circa di quelli della Germania?

Chi ha fatto il sordo nei confronti dei medici sindacalisti (tra i quali il Sottoscritto), che – durante le trattative del CCNL 2002-2003- hanno, inascoltati, urlato che ci sarebbe stata, dopo 10-15 anni, una carenza di circa 10.000 medici e di un numero imprecisato di infermieri?

Adesso, non si pianga sul latte versato. Mancano posti letto nelle rianimazioni; soprattutto manca personale sanitario. Non secondo me, ma secondo il Prof. G. Bertolini del Mario Negri (studio Prosafe Margherita) se ogni medico deve seguire più di 4 posti letto intensivi, la mortalità aumenta dell’8%.

Ogni taglio economico alla sanità pari al -0,9% del PIL può causare un aumento importante della mortalità (+0,8%). Ad esempio, nel Sud d’Italia, nell’anno 2015, sarebbero morte 244 persone in meno, se fossero stati rispettati gli standards ospedalieri!

244 morti in meno. Il Covid, ad oggi, ha causato, INDIRETTAMENTE e NON DIRETTAMENTE, 55 decessi, in tutta Italia.

Ho un grande rispetto per i malati e per chi muore. Se non l’avessi non avrei fatto il medico e, soprattutto, non avrei scelto la specialità di nefrologia-emodialisi.

Ma occorre essere seri. Chi non credeva ai vaccini, ora taccia…! Chi pensava che investire in sanità fosse inutile, si vergogni. Chi ha gettato denari pubblici per scopi elettorali e di partito, verrà giudicato, un giorno.

Soprattutto dagli over 65….da quelli che, per Qualcuno, non dovrebbero aver diritto al voto. Mentre sono quelli che hanno tenuto in piedi, con il loro lavoro e con le loro tasse, il welfare italiano.

Sono quelli che, a scuole chiuse, badano ai nipoti e insegnano loro le regole del vivere civile. Regole, oggi, largamente desuete !

P.S.

Passato lo Tsunami del Coronavirus, qualcuno vorrà poi affrontare seriamente il problema dell’inquinamento da PFSAS-PSOA, ampiamente presente nel nostro Veneto?

O aspetteremo che questi “tossici” danneggino i nostri discendenti, compromettendone gli organi vitali?

Stefano Biasioli

Primario Nefrologo in pensione

Segretario APS-Leonida

Past President CIMO

SANITA’ 2020..statistiche.

PERCHÈ ?

Articolo di Stefano Biasioli –  domenica 1 marzo 2020

Siamo veramente ridotti male. Questo “nuovo” virus, non certo più pericoloso di quello della Sars o di quello responsabile dell’asiatica, ha messo a nudo la precarietà del sistema italia.

Giuste le prime misure, giusto aver invocato una quarantena per tutte le persone andate o tornate dalla Cina. Assurdo il clamore mediatico e la diffusione mediatica della paura.  Improvvido il comportamento del Governo, con continue incertezze sulle scelte operative. Non motivata l’eccessiva esposizione mediatica di Zaia e Fontana, che avrebbero dovuto limitarsi a brevi, secche e chiare dichiarazioni, senza partecipare a centinaia  di trasmissioni televisive.

Giusto dare i “consigli igienici” di prevenzione, assurda la chiusura prolungata delle scuole. Assurdo lo stravolgimento del campionato di calcio, con “partite si e partite no”. A Verona, nessun contagio ma il Chievo gioca e il Verona no.

Chiese chiuse e ristoranti aperti. Un esempio, a Vicenza- ieri sera – centinaia di persone a cena nei dintorni di Dueville e Povolaro. 4-6-8-10 per tavolo, a 70 cm uno dall’altro, per due ore. Baci e abbracci, vicini di posto, goccioline scambiate a gogo.

Chiese chiuse? Perché ? Perché l’ha chiesto la politica ? Ma non si poteva gestire lo spazio nei banchi? Chiese chiuse: perché ?

In altri tempi, il Papa avrebbe chiesto la protezione della Madonna sull’Italia e sul Mondo. Avrebbe fatto un triduo per invocare la cessazione della “peste o della pestilenza”, avrebbe pregato, assieme ai fedeli.

Ce lo racconta la storia della Chiesa e ce lo raccontano le vicende sanitarie di Venezia e della Serenissima.

E, invece no. Questo Papa – tanto ecologista e poco amante della teologia e della liturgia  – si è ben guardato di fare il Suo dovere: pregare insieme al suo gregge e fortificarlo, con la comunione.

E, invece, ha disperso il Suo gregge… per la Sua assenza. E il Patriarca è stato passivo…Una messa alla settimana, per tutto il Veneto……

Adesso, un’altra settimana di “ritiro casalingo”. Ma, quante mamme e nonni porteranno in questi giorni i loro pargoletti nei centri commerciali ?. E quanti bar e ristoranti saranno pieni ?

A risentirci

FARE CHIAREZZA SU PENSIONI , ASSISTENZA E PREVIDENZA

Per la settima volta, il Rapporto n° 7– redatto dal Centro Studi e Ricerche di Itinerari previdenziali – ha confermato quanto CONFEDIR, APS-LEONIDA e FEDER.S.P.eV. sostengono da circa 15 anni. (Troverete il Rapporto integrale e le Tabelle da Noi elaborate nella Sez. “LEGGI & DECRETI” Assistenza e Previdenza_vers_INTEGRATA_20_2_2020

In questo articolo riassumiamo la sostanza dei problemi e le cifre reali relative al Bilancio INPS-2018.

La verità è che il BILANCIO PREVIDENZIALE PURO 2018 dell’INPS è IN ATTIVO (+ 35, 247 miliardi) e che il BILANCIO ASSISTENZIALE 2018 INPS costa allo STATO (ossia a tutti i contribuenti attivi) ben 116,466 miliardi di euro.

116,466 miliardi sono il 4,56% del PIL !!!

Non solo ma, in una Italia in cui solo il 49% della popolazione presenta la denuncia dei redditi e paga le tasse, ben 8.286.787 di cittadini ricevono una pensione assistenziale.

Ulteriore passo.

Nel 2018, il numero delle PENSIONI INPS (previdenziali + assistenziali) è stato di 22.785.711, perche’ i 16.004.503 pensionati ricevono, ciascuno, 1,43 pensioni a testa.

Un semplice calcolo porta cosi’ a dimostrare che il  51,78% dei pensionati INPS fruisce  solo di una PENSIONE ASSISTENZIALE, ossia di una pensione non legata a contributi versati.

QUESTA è l’ITALIA di OGGI : una Italia in cui il 49% delle gente non paga le tasse e in cui il 51,78% dei pensionati riceve una “pensione assistenziale”, regalata dagli altri cittadini/lavoratori/pensionati.

Non solo, ma mentre – dal 2008 al 2018 – la SPESA PREVIDENZIALE “PURA” E’ CRESCIUTA dell’1,4% ANNUO, invece la spesa ASSISTENZIALE “PURA” è CRESCIUTA del 4,3% ANNUO !

Ancora, il N° dei pensionati INPS 2018 (16.004.503) è il piu’ basso degli 22 anni mentre il rapporto tra lavoratori attivi/pensionati (1,45) è il miglior risultato degli ultimi 22 anni (valore ottimale 1,5..) e tenderà a crescere – nonostante il reddito di cittadinanza ! NdR- per progressiva scomparsa dei titolari di pensione da piu’ di 38 anni….

Ancora, POCHI RICORDANO CHE LA CPS (cassa pensione sanitari) è stata distrutta, creando l’INPDAP, per salvare altre casse pesantemente in rosso. Ebbene, ancor oggi, il Fondo dipendenti ex FF.SS, la Gestione Artigiani, la Gestione Coltivatori Diretti/Coloni/Mezzadri, continuano a essere in rosso….per oltre 10,4 miliardi/anno, che si aggiungono alla spesa previdenziale…!

Categorie protette da decenni. Una volta le proteggeva la DC, che da loro traeva milioni di voti. Ma, ora, perche’ non si sistemano le cose?

E che dire dei CONTRIBUENTI SILENTI, ovvero dei denari di coloro che, pur avendo versato denari all’INPS, non riceveranno mai una pensione, per mancato raggiungimento dei requisiti richiesti? Questi denari, dove vanno?

DAI NUMERI VERI ALLE PROPOSTE

Pragmatici come siamo, passiamo dai numeri reali alle proposte:

1) FARE TOTALE CHIAREZZA SUL BILANCIO INPS, SEPARANDO IL BILANCIO ASSISTENZIALE da quello PREVIDENZIALE.

Sara’ cosi’ evidente, ai cittadini e financo ai politici della sinistra, che la spesa assistenziale è diventata mostruosa e lo sarà ancora di piu’ con l’aumento dell’assistenzialismo politicamente voluto dai governi 2008-2022, scelta che ha certamente aumentato il debito pubblico. Scelte assistenzialistiche fatte invece di favorire l’aumento dei posti di lavoro, riducendone il carico fiscale.

Non si tratta di “un’operazione di maquillage” come sostiene Cazzola, ma di una  premessa doverosa, per non dover subire gli STRALI della UE per la “spesa pensionistica eccessiva” e per poter correttamente programmare il futuro, evitando gli errori fatti dalla Fornero in poi…. Ricordiamo che tale separazione era prevista dalla legge 88/1989….Sono passati 31 anni, invano.

2) ISTITUIRE UNA BANCA DATI dell’ASSISTENZA 

come proposta da Alberto Brambilla (CNEL, 13/11/19), con possibilità di un miglior controllo della spesa e con possibili risparmi nella gestione…

3) ISTITUIRE UNA ANAGRAFE GENERALE dell’ASSISTENZA

dove far confluire per CODICE e NUCLEO FAMILIARE, tutte le prestazioni erogate dallo Stato, dagli Enti pubblici e dagli Enti locali, cui associare le prestazioni offerte dal privato.

Ciò consentirebbe di conoscere correttamente quanto ogni soggetto e ogni nucleo familiare percepisca dai vari Enti erogatori e di ottenere (verosimilmente, come gia’ avvenuto per il reddito di cittadinanza) risparmi valutabili sui 100 milioni di euro, ora a carico della fiscalità generale.

4) COME COMINCIARE ?

Intanto DANDO A OGNI NEONATO e a OGNI NUOVO PENSIONATO una TESSERA SANITARIA che INCLUDA OGNI INFORMAZIONE UTILE sul piano anagrafico, sanitario e previdenziale.

Per  quest’ultimo aspetto, andrebbero inseriti i codici delle prestazioni previdenziali e assistenziali, del singolo e dell’intera famiglia, compresa la denuncia dei redditi annuale.

Il tutto, da tenere a disposizione per i controlli casuali, inclusi quelli della polizia stradale.

L’ “impresa” non sarebbe difficile, sol che lo si volesse….! Ma, l’l’Italia di oggi è basata sul caos, generale: politico, economico, organizzativo. Sulle regole violate migliaia di volte, cambiate migliaia di volte, interpretate diversamente migliaia  di volte.

Con la Magistratura che svolge un  ruolo suppletivo ingiustificato: quello di tamponare (in modo parimenti disorganico) i vuoti creati dalla politica.

Esempi ? Basta leggere i quotidiani, ogni tanto.

Ad maiora !

Stefano Biasioli
Past President CONFEDIR
Segretario APS LEONIDA
Consigliere CNEL

Prima Assemblea 2020 APS-Leonida

Si è tenuta sabato 1 febbraio scorso, presso l’hotel Four Points di Padova, la prima Assemblea degli iscritti 2020 all’APS-Leonida, convocata con urgenza per discutere di problemi urgenti relativi a:

  • collocazione della sede legale dell’Associazione e completamento della modulistica necessaria per l’iscrizione al Registro Regionale delle Associazioni  del terzo settore.

L’Assemblea ha deciso all’unanimità le linee di condotta da seguire su questi punti ed ha invitato la Segreteria a chiedere agli iscritti 2019 il rinnovo dell’adesione all’Associazione per il 2020.

Tra le varie ed eventuali si è deciso di supportare il Doot. J.A. di Merano al quale l’Inps ha chiesto proditoriamente un rimborso dimoltre 20.000 euro (per errori di conteggio da loro fatti!) con una trattenuta immediata sulla pensione di circa 2.400 euro/mese per 9 mensilità.

Trattasi di atto illegittimo, per il quale l’APS-Leonida cercherà i modi possibili a tutela del Collega Pensionato.

Anche questo è un Nostro compito!

RIFLESSIONI SUL NUOVO PANIERE ISTAT

Articolo di Stefano Biasioli – giovedì, 06 febbraio 2020

I giornali di questi giorni sono pieni di notizie relative al coronavirus e a tutte le baruffe all’interno del governo 5S-PD, mentre altre notizie molto più importanti per il cittadino comune e soprattutto per il povero pensionato, latitano o vengono messe nelle ultime pagine.

Una di queste, guarda caso, riguarda il paniere Istat. Paniere che è stato stravolto, ancora una volta, in un modo incredibile.

A questo punto ci piacerebbe conoscere il nome e il cognome dei furbastri che decidono di cambiare il paniere Istat a loro piacere, seguendo le mode e non seguendo i consumi reali.

Tanto per dirne una, nel paniere 2020 entrano il sushi take-away i pasti a domicilio, le auto elettriche e ibride, il monopattino, l’estetista per uomo, lo smalto semipermanente, le camice portate in lavanderia ed altre amenità del genere mentre acquistano un peso sempre minore voci di spesa quotidiane che sono invece importantissime per il povero cittadino italiano, attivo o pensionato che sia.

Nella revisione annuale vengono svilite voci pesanti nel singolo bilancio familiare: acqua -21%, rifiuti -16,4%, energia elettrica -10,3%, gas -21%.

La revisione di quest’anno ha scatenato pertanto un putiferioperché sono entrati nel paniere prodotti a diffusione molto limitata. Un esempio su tutti: le automobili elettriche, che nel 2019 hanno rappresentato appena lo 0,5% delle immatricolazioni. Per non parlare poi dei monopattini elettrici e del sushi da asporto, voci del tutto sconosciute ai consumatori anziani.

Ancora peggio è il peso dato alla consegna dei pasti a domicilio, evidentemente possibile solo nei centri urbani dove questo servizio esiste.

E c’è di più.

Al contrario di quanto accade di solito, l’Istat non ha fatto come al solito, ossia non ha inserito nuove voci togliendone altrettante dal vecchio paniere.

No, si è limitata ad aggiungere queste nuove voci a quelle storiche,  alleggerendo  quindi il peso delle voci storiche, ossia dando minor importanza alle voci che realmente pesano nel bilancio delle famiglie italiane. Alcuni esempi per tutti:

  • è scesa l’incidenza dei prodotti alimentari, che da soli rappresentano la voce più pesante di costo, assieme a quella dei trasporti.
  • è stato alleggerito il peso della voce abitazione-acqua elettricità-combustibili, all’interno della quale rientrano (ad esempio) gli affitti, le rate di mutuo, le spese per il riscaldamento, e le bollette di acqua, luce, gas, spazzatura.
  • Quindi l’Istat ha deciso di ridurre il peso di spese fondamentali per i cittadini, spese che sono cresciute (e non di poco) nel corso degli ultimi 10 anni.
  • il dettaglio di tutto questo è contenuto in una tabella pubblicata su Libero del 5 febbraio a pagina 19, tabella che alleghiamo integralmente.

Dopo questi soprusi, c’è stata la protesta dell’Unione Nazionale Consumatori che ha espresso preoccupazione per il calo record dei pesi attribuiti alle spese di quotidiane utilità e che considera ingiustificabile questa scelta dell’ISTAT.

Altrettanto ovvia la protesta di Noi pensionati della FEDER.S.P.eV., del Forum Pensionati d’Italia e dell’APS-Leonida, a fronte di decisioni che definire immotivate è assolutamente poco, per essere gentili.

Diciamo che l’Istat ha preso un abbaglio ma saremmo molto più realisti nel dire che, ancora una volta, una manina sinistrorsa ha deciso di truccare i dati inflattivi e di comprimere ulteriormente la modestissima rivalutazione delle pensioni, basata sul recupero parziale dell’inflazione ufficiale.

Questa, a sua volta, è basata su un paniere Istat cangiante di anno in anno….. mai cangiante come nel 2020!

Nei giorni scorsi è arrivato dall’Istat il dato relativo all’inflazione di gennaio 2020, che vede i prezzi in aumento dello 0,6%, numero che sale allo 0,9% per i beni fondamentali per la vita quotidiana.

Un’ultima annotazione: dal 1928 la composizione del pannello Istat è stata rivista almeno 20 volte.

Di queste, quella di quest’anno è stata certamente la più significativa.

Senza dimenticare che anche quella del 2019 non è stata da meno, visto che sono stati introdotti nel pannello voci quali: zenzero, frutti di bosco, Web-TV e bici elettrica!

Riflettete gente, riflettete.

(Tabella estratta da: Libero, 05.02.2020, pagina 19)

Perequazione 2020 a cura di Carlo Sizia

Perequazione 2020 delle pensioni: di fatto inesistente per le pensioni medio-alte e fino al 2021, mentre persiste l’esproprio fino al 2023 per le pensioni oltre 100.000 € lordi/anno

Dopo il D.M. congiunto Economia-Lavoro del 15/11/2019, la Circolare INPS 147/2019 e l’ultima legge di bilancio (L. 160/2019) è chiaro e definitivo il quadro della rivalutazione delle pensioni pubbliche per il 2020.

In particolare, il D.M. anzidetto, su dati Istat, ha confermato (art. 1) la perequazione definitiva per il 2019 in misura del + 1,1% (quindi non ci sarà alcun conguaglio su quanto già percepito nel 2019), mentre l’art. 2 fissa in misura del + 0,4% la perequazione provvisoria, a partire dal 1° gennaio 2020, “ salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione per l’anno successivo”.

Il conguaglio, positivo o negativo, non c’è stato negli ultimi 4 anni (2016, 2017, 2018 e 2019) perché svalutazione previsionale e definitiva sono risultate coincidenti, mentre ci sarebbe stato un conguaglio positivo se la svalutazione previsionale (stimata a settembre) fosse risultata inferiore a  quella definitiva, al contrario il conguaglio sarebbe stato negativo qualora la svalutazione definitiva fosse risultata inferiore a quella prevista in via provvisoria.

Qui di seguito vengono riportati gli indici di svalutazione (provvisori e definitivi) e di rivalutazione degli ultimi 14 anni……. continua a leggere  →  Perequazione 2020 di Carlo Sizia_29.1.20

…RIFLESSIONI POST-VOTO

Che La Stampa italiana sia quasi tutta di sinistra è noto.

Che PD e succedanei (sardine e affini) abbiano fatto passare i risultati delle elezioni in E. Romagna come una Vittoria esaltante è comprensibile nella logica della sinistra che da sempre si considera moralmente, intellettualmente e strategicamente superiore a coloro che stanno dall’ altra parte.

Quella contraria alle dittature, alla compressione delle scelte individuali, alla meritocrazia e ai suoi effetti.

Se Vittoria della sinistra è  stata, si tratta di una vittoria di Pirro, una vittoria che ingessa i parlamentari e il governo in carica fino al 2022-2023, purtroppo.

Vittoria di Pirro perché la maggior parte delle Regioni è e sarà espressione del centrodestra, largamente maggioritario nel Paese.

Nel Paese reale, non nel paese virtuale.

Purtroppo non si tratta del paese di Bengodi ma di una Italia che avrebbe bisogno di altri gestori e di altre cure.

Avrebbe  bisogno di decisionisti e non di temporeggiatori. Di gente come Cesare Augusto e non di gente come Quinto Fabio Massimo.

Abbiamo visto tempi migliori…di questi. Anche se uscivamo dalla seconda  guerra mondiale…!.

Allora c’era più solidarietà…vera.

C’era la certezza che l’Italia sarebbe uscita dalle miserie lasciate dalla guerra.

Ora? Ora sperare in un drastico miglioramento pare utopia.

Basta guardarsi attorno…e osservare le facce dei passanti…

Stefano Biasioli