PENSIERI sul COVID-19 e SU CIÒ CHE SUCCEDE

di Stefano Biasioli

INTROIBO

Dopo aver visto e valutato con attenzione i numeri odierni della strage legata al Covid-19, credo che valga la pena – oggi per domani – di focalizzare una serie di personaggi che hanno avuto dei comportamenti discutibilissimi durante tutta questa emergenza virale.

Prima su tutto l’esimio professor  Conte, capo di uno sbrindellato governo rosso giallo. Un “signore” che,  per giorni, ha negato l’esistenza del problema virale attaccando ripetutamente i medici lombardi, che avevano scoperto la prima sede italiana del contagio, accusandoli di non aver saputo fare il loro mestiere.

Poi, con il passare dei giorni, il suddetto professore (da molti già soprannominato TENTENNA o QUINTO FABIO MASSIMO, il temporeggiatore)  lentamente, molto lentamente ha  cominciato a capire che doveva fare qualcosa. Lentamente, molto lentamente,  ha cominciato a varare – di notte-  misure blande per cercare di contenere l’epidemia.

Su queste è stato mal aiutato dal signor Borrelli, il timido  capo della protezione civile, rivelatosi del tutto inadeguato al ruolo. Costui avrà anche affrontato alcune emergenze ambientali ma si è, purtroppo per Noi, rivelato inadeguato a gestire questo dramma sanitario. Perchè? Perchè non ne ha le competenze e perchè non ha neppure “il fisico del ruolo”.

Per fortuna,  in Lombardia e in Veneto, Fontana e Zaia si sono dati da fare ben prima delle iniziative governative. Per questo loro agire e proporre  sono –  prima –  stati tacciati di razzismo e – poi – ascoltati solo parzialmente a livello romano, soprattutto nel momento in cui hanno consigliato al governo di chiudere tutto, ossia di blindare il paese e non solo le regioni notevolmente infette, come Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.

Conte si è messo un maglioncino per far vedere gli italiani che lavorava ma, dal punto di vista della comunicazione visiva e verbale, è stato un disastro perché ha creato solo confusione. Confusione, se non panico: quel panico che ha portato 30.000 abitanti della Lombardia con origine sudiste a  tornarsene in fretta in furia (di notte, in treno o in macchina) nei loro paesi di origine, che così hanno immediatamente inquinato.

Un altro soggetto che ha confermato di essere inadatto al ruolo è sicuramente stato Papa Francesco. Questo Papa, venuto da lontano, per almeno 15 giorni ha trascurato il problema dei Covid-19, continuando a parlare a favore dei migranti e a favore del mondo globale. Poi ha imposto (era  il 12 marzo 2020 )  la chiusura delle chiese romane e, con il suo comportamento,  ha indotto i suoi Vescovi ad aderire alla richiesta della politica di chiudere le chiese al culto, in altri termini di sospendere la celebrazione delle messe e di ogni altra attività religiosa “comunitaria”.

Una scelta da regime comunista, da repubblica cinese. Una scelta che avrebbe potuto essere “ammorbidita”, con molte messe aperte a pochi fedeli alla volta e non “sospendendo la fede comunitaria e la distribuzione dell’eucarestia”.

Fatto mai successo, nei paesi liberi e democratici, in oltre 2000 anni  di vita della chiesa cattolica, dato che – in tutte le pestilenze precedenti- il ruolo della Chiesa e delle manifestazioni religiose è stato fondamentale nella lotta contro le pestilenze stesse, come è ampiamente testimoniato dalla presenza di Cattedrali e di Chiese dedicate al culto della Madonna.

Si pensi alla Chiesa dedicata alla Madonna di Monte Berico a Vicenza, si pensi al Santuario  della Madonna della Salute a Venezia,  si pensi alle centinaia di migliaia di ex-voto che adornano tutte le varie Madonne nelle varie Chiese d’Italia e del mondo.

Invece no. Questo Papa  (che  nei giorni scorsi ha celebrato  7 anni di pontificato) ha sostanzialmente avallato la decisione di chiudere le funzioni religiose, di sospendere le messe, di evitare di somministrare la comunione ai fedeli in Chiesa. Avrebbe tranquillamente potuto dire che, come nei supermercati, in Chiesa si sarebbe potuto entrare a piccoli gruppi e che i sacerdoti – in questo periodo di pestilenza – avrebbero dovuto celebrare più messe del solito proprio per coprire la richiesta spontanea dei fedeli.

I cattolici italiani saranno forse il 16% della popolazione però la storia ci insegna che, in ogni pestilenza, anche i non credenti o i credenti molto freddi sentono il bisogno del Sacro e sentono il bisogno di rivolgersi al loro Dio, chiedendo protezione aiuto e salvezza.

Questo  il Papa non l’ha capito e,  solo dopo una serie di reazione che devono averlo raggiunto nella giornata del 13 marzo, ha deciso di fare aprire le chiese di Roma al culto individuale,  ma nulla ha disposto sulla celebrazione delle messe…

Saremo franchi. Pensiamo  che Papa Francesco si sia rivelato  non in grado di reggere il ruolo che riveste. Mi sia concesso di pensare, allora, che la sua elezione sia avvenuta in un momento in cui lo Spirito Santo era profondamente distratto.

Cosa mi aspetterei adesso dal Papa? Mi aspetterei che dicesse ai suoi Vescovi e ai suoi sacerdoti di esporre in tutte le chiese aperte l’Eucaristia, da offrire quindi alla preghiera individuale dei singoli credenti.

Questo,  come scelta minima. Ma una decisione  sostanziale sarebbe quella di ordinare ai Vescovi e ai preti di celebrare la Messa per piccoli gruppi e di distribuire l’Eucaristia, pur con tutte le cautele del caso. Mascherina per i fedeli e per il prete, mascherina da abbassare solamente al momento della comunione. Disinfezione periodica dei banchi, preghiera periodica alla sera e suonata a distesa delle campane, come si faceva in tempo di guerra e come si usava fare nei tempi di epidemia.

E invece, il Papa ha dato un altro segno di non capire la gravità del momento. Tutti (o quasi tutti) gli italiani sono in prigione ma Lui no. Lui ha voluto farsi una passeggiata (senza mascherina !) per le strade di Roma, per mostrare che portava un mazzo di rose alla Madonna.

Incredibile!

SVOLGIMENTO

Altre figure saranno degne del nostro ricordo negativo:  l’intero partito che negava l’esistenza dei virus.

Quei politicanti che, per svilire Fontana e Zaia, si sono abbracciati ai cinesi e hanno mangiato cibo cinese all’inizio di questa epidemia.

Ci ricorderemo anche di alcuni soggetti europei che ci hanno preso per i fondelli ed hanno gravemente compromesso l’economia italiana,  a partire da quella signora Cristina Lagarde, che tutti ricordiamo principalmente per una lunga intervista dedicata agli aspetti positivi del suo lato B e all’enorme quantità di tempo da lei dedicato alla sua figura.

Ebbene, costei è stata scelta da Macron e dalla Cancelliera tedesca: due soggetti che, da quando sono entrati in carica, hanno ripetutamente danneggiato gli italiani e l’economia italiana, con le loro scelte discutibili (Libia, Grecia, vincoli sui nostri prodotti alimentari, banche…).

Alla fine di questa virosi, ci  ricorderemo di un’altra cosa e cioè che questa Italia ha bisogno di essere autarchica ossia ha bisogno di essere assolutamente indipendente sul piano produttivo. Significa essere in grado di produrre autonomamente tutti i beni essenziali per la vita: alimentari, sanitari, farmaceutici, trasporti, energia.

Questa virosi ci ha aperto gli occhi: non siamo neppure in grado di produrre le mascherine che ci servono, non siamo in grado di produrre le tecnologie sanitarie essenziali (letti di degenza, letti di rianimazione, monitors, respiratori, apparecchi di emodialisi etc). E noi italiani eravamo leader mondiali, in tutto questo. Una citazione per tutte: MIRANDOLA, la cittadina emiliana capitale mondiale della tecnologia dialitica!

Ebbene, la nostra industria deve tornare ad essere quella degli anni settanta, consentendoci di svincolarci, una volta per tutte, dalla dipendenza da produzioni estere.

Non devono più  esserci  problemi di forniture sanitarie inadeguate o addirittura mancanti.

Di apparecchiature medicali che non si trovano sul mercato;  di letti medicali che devono essere costruiti  in emergenza (Ditta Malvestio di Treviso e non solo); di mascherine introvabili; di disinfettanti “artigianali”;  di spazi sanitari inadeguati…

Per non parlare di un assistenza medica e sanitaria, gravemente compromessa dalla carenza assoluta di medici sanitari e tecnici sanitari.

Altissima professionalità da parte di tutti i sanitari coinvolti,  ma organici ridotti per colpa di chi non ha voluto/saputo programmare.

In altre parole e in maniera molto sintetica e rozza: occorre rifondare il  Servizio Sanitario Nazionale (SSN) nato nel 1978 ma ormai decotto, perché l’attuale struttura organizzativa è del tutto inadeguata a far fronte alle nuove emergenze e alle nuove malattie.

Per non parlare del profondo cambiamento che c’è stato, negli ultimi decenni nella richiesta sanitaria, da parte dei cittadini italiani sia malati che sani.

Sono i numeri, terribili, di questi giorni ad imporcelo: 1.800 morti in 20 gg di virosi, e siamo ancora alle fasi iniziali. 25.000 infettati, con almeno 12.000 ricoverati, in emergenza. Atti eroici da parte dei sanitari tutti. Volontariato al top. Ma, “Signori miei ” (diceva un mio vecchio Parroco a Verona “ perché non programmare prima…. perchè non programmare subito, appena questa guerra sarà finita ?”.

Perché di guerra si tratta. Il Covid-19 ha già quadruplicato i morti prodotti annualmente dalla “solita influenza”. Ma ci aspettano alcune settimane terribili, perché la virosi sta arrivando al SUD.

Riprenderemo il ragionamento, statene certi.

Stefano Biasioli
Primario Nefrologo in pensione
Segretario dei pensionati veneti autonomi (APS Leonida)

QUESTE LE DICHIARAZIONI di ZAIA (13/03/2020)

1 – Stop – fino al 15/4- agli interventi chirurgici programmati, che prevedano un passaggio in rianimazione;

2 – Aggiunta di posti letto aggiuntivi, negli ospedali pubblici, sia di terapia intensiva che semi-intensiva;

3 – STOP ALLE ATTIVITA’ AMBULATORIALI, tranne quelle urgenti (U) e a 10 gg (B) e per quelle analoghe sui bambini e sugli oncologici;

4 – Avviso agli utenti (NB: da parte di chi? Regione o ASL/Presìdi osp.?);

5 – Le donazioni di sangue continuano;

6 – Vanno chiusi al pubblico TUTTI gli UFFICI SANITARIO-AMMINISTRATIVI OSPEDALIERI/TERRITORIALI con potenziamento della risposta telefonica;

7 – Va assolutamente favorito l’invio della  refertazione VIA INTERNET;

8 – Le FARMACIE ESTERNE dovranno assumersi il compito della distribuzione dei farmaci, finora dati ai pazienti dalla farmacia ospedaliera;

9 – L’attività pscichiatrica resta immodificata;

10 – L’attività DISTRETTUALE VIENE SOSPESA, tranne il caso di vaccinazioni o di certificazioni urgenti;

11 – La Regione aumenterà i posti letto di terapia intensiva da 494 a 700;

12 – Gli esperti veneti prevedono che il “picco” del COVID-19 avvenga verso la metà di maggio, in assenza di un rigido rispetto delle regole di autoisolamento.

(A cura di Stefano Biasioli).

Commento all’articolo di Luca Gerotto…

Art. di Luca Gerotto 14.3.20

COMMENTO all’articolo:

1)   IN UN PAESE CIVILE, qual’è il costo del SSN, in rapporto al PIL?

Non certo il valore attuale (6,5% PIL, dice costui). Ma questo 6,5% è tutto a  spese dello stato (NOI) o comprende anche la spesa out-of-pocket (circa 35 miliardi/anno)?

Secondo noi sanitari un paese civile (UE + etc) dovrebbe spendere circa il 7,2% del PIL per avere una sanità decente.

Ce accorgiamo in tempi di Coronavirus: mancano letti di degenza, mancano letti di terapia intensiva, mancano medici e sanitari vari.

2)   Nei fatti, i tagli economico-sanitari che avrebbero dovuto toccare le 7 Regioni in deficit, sono ricaduti anche sulle regioni virtuose (Veneto, Lombardia, E. Romagna, Toscana, Friuli-V.G., TN-BZ..) con le conseguenze odierne.

3) Dice costui che i ..”servizi sanitari non sono peggiorati…”…evidentemente non conosce i tempi di attesa…

4)   Non sa leggere i dati: se la spesa per il lavoro dipendente nel SSN è passata dal 35% del totale (anno 2002) al 30% del totale (anno 2019) ci sono almeno 2 motivi, che costui non sa.

IL GOVERNO NON HA STIPULATO 4 contratti collettivi della Sanità (buco nel 2005, buco nel 2008, contrattino nel 2009, buco nel 2012 e nel 2015, contrattino nel 2018 con postumi nel 2019) e NON HA RIMPIAZZATO I SANITARI ANDATI IN PENSIONE (10.000 medici e 25.000 infermieri).

5)   L’aumento dei consumi intermedi (2002=20,3% della spesa totale; 2018= 29,8% della spesa totale) è certamente legato ai farmaci costosi (che sono necessari, per l’esplosione delle malattie oncologiche e infettive) ma anche ad un aumento di altri consumi, che mi piacerebbe venissero precisati.

Nel frattempo un mucchio di farmaci già “gratuiti” è diventato a pagamento, passando dalla Fascia A alla Fascia B.

Tutto questo ci dice che ora, dopo la buriana del Coronavirus, dovremo RISTRUTTURARE IL SSN DALLE FONDAMENTA.

Stefano Biasioli
Primario Nefrologo in pensione
Segretario dei pensionati veneti autonomi (APS Leonida)

 

I DATI SUL COVID-19 BALLANO… 11 marzo 2020

NON SO QUANTI SE NE SIANO ACCORTI, MA…..  i dati relativi a questa maledetta infezione dovuta al COVID 19 ballano.

Capita da alcuni giorni che i dati ufficiali del Ministero Salute o dell’ISTITUTO SUPERIORE di SANITÀ siano diversi da quelli diffusi ufficialmente da Zaia e C.

Oggi è successo nuovamente, sui dati del 10/03/20.

Secondo i saloni centrali, le infezioni venete – alla data del 10/03/20, ore 18:00 – erano 856.

Invece i giornali veneti di oggi dicono che erano 913.

Ciò ovviamente modifica il totale nazionale degli infettati, che salirebbe infatti dall’ufficiale 10.149 al “nostro” 10.206.

Ci si chiede : ” …quanti altri dati regionali saranno/sono errati” ?

Comunque sia, valutando l’andamento dei dati veneti, che allego, si osserva un progressivo aumento dei guariti e una progressiva riduzione della percentuale quotidiana di crescita dell’infezione.

Un piccolo segnale di speranza?

TERQUE, QUATERQUE, TESTICULIS TACTIS….

Stefano Biasioli
Primario Nefrologo in pensione
Segretario dei pensionati veneti autonomi (APS Leonida)

TABELLA COVID-19 in VENETO 11.3.20

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GENTE di ALTRA TEMPRA

di Stefano Biasioli – mercoledì 11 marzo 2020

Mi sono chiesto, da giorni, come si sarebbero comportati, in presenza del COVID-19, alcuni personaggi che non ci sono più, purtroppo.

GIOVANNI XXIII, non avrebbe di certo chiuso le Chiese, ma avrebbe invocato, quotidianamente e pubblicamente, la Vergine Maria e i Santi, per una protezione contro questa piaga virale.

Nei secoli passati, le pestilenze venivano combattute anche con le energie positive, spirituali, generate dal richiamo alla fede, alle pratiche religiose, alla lotta individuale contro i pericoli.

Si invocavano Dio, la Madonna e i Santi : in particolare San Rocco, patrono contro le pestilenze, a partire da quelle nel Lombardo-Veneto  (Gemona, Venezia, Brescia), negli anni 1476-1479.

Pochi lo ricordano, in questi giorni. Tra questi, Marcello Veneziani (Libero, 10 marzo, pag.14), un vescovo francese (Pascal Roland), l’Abate di San Zeno di Verona (monsignor Gianni Ballarini).

Ma non il Papa attuale, che se ne sta rinchiuso in Vaticano.

Giovanni XXIII ha fatto cadere il muro di Berlino. Il Papa attuale ha solo creato confusione, con il suo populismo anti-frontiere e con la sua prassi, ben lontana da quella della “chiesa, una, santa, cattolica, romana”. Per questo, invito a leggere il volumetto scritto dal Cardinale Robert Sarah (Dal profondo del nostro cuore), un Cardinale che viene dall’Africa e non dai palazzi romani.

SANDRO PERTINI, Francesco Cossiga, Bettino Craxi

Un presidente dal passato “inquieto” ma decisionista. Un altro presidente, sopravvissuto alle brigate rosse e a Gladio. Infine Bettino, “cazzuto” per Sigonella ma poi distrutto (!?) dalla frenesia di quelli di mani pulite.

Tutti costoro, avrebbero affrontato il COVID-19, dando carta bianca a UN COMPETENTE, trasformandolo in COMMISSARIO STRAORDINARIO PER L’EMERGENZA.

Avrebbero scelto, insomma, uno comeGUIDO BERTOLASO, medico infettivologo, esperto in catastrofi.

L’ATTUALE PRESIDENTE della REPUBBLICA, cosa farà ?

Resterà inerte come papa Francesco o SI BATTERÀ PERCHÉ QUESTO GOVERNO PASTICCIONE SI AFFIDI TOTALMENTE A GUIDO BERTOLASO ?

Ah, saperlo ! Intanto “i buoi sono usciti dalla stalla”…..Ma si può ancora mettere una pezza a questa catastrofe sanitaria, chiamando al capezzale le persone giuste.

NB) Passata la buriana, Qualcuno si renderà conto che il modello del SSN (datato 1978) è VECCHIO ????