Green pass… caos o libertà?

Solo in Italia potevano mettere in piedi un caos da Green pass come quello che certamente si verificherà.
Vi immaginate i baristi, i ristoratori, gli addetti ai supermercati, i tassisti, gli autisti pubblici etc. a controllare  il possesso del Green pass?
Da Bolzano a Taormina, passando per Napoli…
…ci sarà  un commercio di Green pass fasulli, che riguarderà  immigrati, irregolari, no vax etc.
Tante multe al nord… tante contestazioni …su autobus, treni locali e treni lenti…nei negozi..
Passata la Olimpiade giapponese inizia la Olimpiade del ” pass”.
Ma potrei usare un altro termine.

Già, da Speranza & C. non possono essere partorite idee di buon senso.
Cui prodest?

Vita «pseudo-normale» che «normale» non è…

Siamo favorevoli al vaccino, ci siamo vaccinati, assieme a parenti e conoscenti.
Ma ci siamo chiesti, da subito, perché questi 2 governi “Conte 2 e Draghi” non abbiano varato per legge l’obbligo vaccinale, in presenza di una pandemia acclarata e persistente e in presenza di una emergenza sanitaria italiana declamata dal marzo 2020 e prorogata, tante volte, fino al 31/12/21.

Decine di Dpcm e regolette ministeriali continuamente cangianti ci hanno modificato la vita quotidiana, costringendoci ad abbandonare nostre pluridecennali abitudini, in cambio di che?

Di una vita “pseudo-normale” che normale non è perché, ora e domani, saremo circondati dai no-vax ossia da un 10- 15 percento di italiani contrari al vaccino perché negazionisti o contrari ad una terapia teoricamente genica, dagli effetti imprevedibili tra 10-20-30 anni.
Per cavarsela, Draghi e Speranza sono ricorsi a un mezzucci. IL GREEN PASS, che rompe le scatole ai vaccinati più anziani ( poco tecnologici) e che costringe gli esercenti e financo i preti a fare i gendarmi, senza mezzi.

Per non parlare del dramma scolastico di Settembre.

Già…
Tutto fa questo governo, pur di non varare il vaccino obbligatorio.

Perché?
Anche per non farsi carico delle possibili complicanze del vaccino su giovani, adulti, vecchietti e vecchioni.
Morale: Draghi non è meglio del Conte 2…, in materia sanitaria

 

PNRR e SANITÀ: dopo il 2026 ci sarà un secondo step fino al 2030? – Startmag

L’intervento di Pietro Gonella, Stefano Biasioli e Michele Poerio

Adesso che la Ue ha dato il via libera al Pnrr del governo Draghi, riprendiamo il tema delle modifiche da fare al Ssn italiano. Nel precedente nostro articolo abbiamo evidenziato che le novità del Pnrr sono riassumibili in alcuni 4 elementi fondamentali:

a) “Case della Comunità” (1 ogni 20.000 abitanti) – Standard 3.010.
Ora ne sono attive 459. Ne devono essere attivate, quale primo step, altre 1.288 entro il 2026 per un totale di 1.777 “Case”.
E le restanti 1.233 “Case” per raggiungere lo Standard di 3.010? Saranno attivate entro il 2.030 quale secondo step?

b) “Ospedali di comunità” (1 ogni 50.000 abitanti) – Standard 1.205.
Ora sono attivi 3.163 posti letto. Devono essere attivati 381 “Ospedali”, per un totale di ulteriori 7.620 posti letto (381 x 20 p.l.), per complessivi 10.783 posti letto quale primo step.
E i restanti 13.317 posti letto per raggiungere lo Standard di 1.205 per un totale complessivo di 24.100 posti letto (1.205 x 20 p.l.), numero che richiede l’attivazione di altri 665 “Ospedali”? Saranno attivati entro il 2.030 quale secondo step?

c) “Cure domiciliari” (per 1.500.000 abitanti, ovvero il 10% degli over 65). Ora sono seguiti a domicilio circa 702.000 pazienti (il 5,1% degli over 65).

d) “Centrali Operative Territoriali” (1 ogni 100.000 abitanti), quindi 602 in corrispondenza del Territorio di ogni Distretto.

Il Pnrr prevede la completa attivazione dei punti c) e d) in soli 5 anni, dal 2022 al 2026 (quale primo step), mentre, per i punti a) e b) è prevista solo una attivazione parziale/intermedia.
Su quest’ultimo punto ci risulta impensabile, quasi demenziale lasciare incompiuto – a metà strada – il processo di riorganizzazione del sistema sanitario incentrato sulla creazione di diffuse reti/strutture territoriali di prossimità verso i reali e quotidiani bisogni di salute, sia individuali che collettivi…

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…ecco un Nostro Articolo… SUL PNRR in tema di Sanità Pubblica

TUTTI i POSSIBILI EFFETTI del PNRR in TEMA di SANITÀ PUBBLICA

Articolo di P. Gonella e S. Biasioli

La pandemia Covid sembra aver smosso le acque, in Europa e in Italia. Ci sono voluti almeno 150.000 morti italiane, indotte direttamente o indirettamente dal Covid, per indurre l’Europa prima e il Governo italiano (poi) a prevedere all’interno del Pnrr un finanziamento specifico per una drastica riforma del Ssn italiano, datato 1978 e con pochi ritocchi da allora.

In un recente articolo abbiamo ricordato che, da almeno 25 anni, ci stiamo battendo per una modernizzazione del Ssn, volta ad evitare un suo declassamento, per l’evidente incapacità delle strutture sanitarie previste e create dalla legge 833 (1978-2021) di far fronte ai nuovi bisogni sanitari e al drammatico cambiamento delle patologie più gravi e a maggior consumo di risorse.

Il dramma del Covid – e i chiari indirizzi europei – hanno fatto elaborare a Draghi, all’interno del Pnrr, un abbozzo di riforma sanitaria, con un finanziamento specifico di circa 19-20 miliardi, anche se ne servirebbero molti di più (almeno 32).

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VERSO UNA NUOVA SANITÀ?

L’analisi di Pietro Gonella e Stefano Biasioli, 26 maggio 2021

Oggi è chiaro ai più che il ruolo primario dell’ospedale non può essere quello dell’attività ambulatoriale, ma quello del trattamento delle patologie acute importanti e delle patologie croniche riacutizzate. Tutti i restanti problemi clinici vanno affrontati a livello territoriale, anche per evitare che gli ospedali vengano bloccati totalmente da episodi pandemici, probabili anche in futuro. 

Forse il Covid indurrà la politica a ripensare largamente la struttura del Ssn. Ci sono voluti 150.000 morti e milioni di italiani infettati dal maledetto virus per rimettere in discussione l’attuale, vecchio, assetto del Ssn, nato nel 1978, in un contesto economico e soprattutto epidemiologico totalmente diverso.

Noi, da almeno venticinque anni, abbiamo posto il problema di una revisione del Sistema sanitario nazionale, mantenendone l’universalità e la gratuità, ma eliminandone le distonie organizzative e finanziarie, che oggi costringono il cittadino a lunghe liste di attesa e a spendere (per bypassarle) di tasca propria, per ottenere -a pagamento – ciò che trent’anni fa era invece gratuito, nei princìpi e nella prassi. Il Covid ha fatto esplodere il problema dell’assistenza territoriale, provocando disastri soprattutto dove questa non era mai stata implementata. Una sola citazione, la diversa modalità di approccio alla pandemia (soprattutto nella seconda e terza fase) da parte del Veneto e della Lombardia. Nel Veneto, la presenza della azienda zero e di un servizio epidemiologico generale ha consentito – nella parte intermedia della prima fase e nelle due ulteriori fasi – una gestione diversa da quella lombarda, prevalentemente ospedalocentrica. Per questo, in Veneto, la corsa verso i Pronto Soccorso è stata più contenuta che altrove, anche se riconosciamo che si sarebbe potuto fare di più, a livello territoriale.

Ma, oggi, non è il tempo delle accuse ma della presa d’atto di ciò che ha o non ha funzionato. Oggi, finalmente è chiaro ai più che il ruolo primario dell’ospedale non può essere quello dell’attività ambulatoriale ma quello del trattamento delle patologie acute importanti e delle patologie croniche riacutizzate. Tutti i restanti problemi clinici vanno affrontati a livello territoriale, anche per evitare che gli ospedali vengano bloccati totalmente da episodi pandemici, probabili anche in futuro. Il Covid ha lasciato dietro di sé morti, soggetti totalmente guariti, ma anche migliaia di persone guarite ma con “strascichi”, ovvero con presenza di cronicità prima assenti (danni cerebrali, polmonari, cardiaci, renali, tiroidei ecc). Nel frattempo, per almeno 16 mesi, gli ospedali hanno ridotto al minimo la consueta attività chirurgica, oncologica, anestesiologica/antalgica, diagnostica, con effetti che si trascineranno per anni… continua a leggere QUI

VERSO UNA RIFORMA del SSN…

… le proposte di P. Gonella e S.Biasioli, 20 maggio 2021

PNRR Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – Missione 6: SALUTE SSN – Servizio Sanitario Nazionale e FSN Fondo Sanitario Nazionale

Radicale revisione del SSN e insufficienza finanziaria del PNRR e del FSN

Vetustà della Legge 833/1978
Quando l’opinione pubblica, ancora prima dei vari livelli istituzionali, ha potuto e dovuto riconoscere l’inadeguata strutturalità e organizzazione funzionale del Servizio Sanitario Nazionale (nato nel 1978 e riformato nel 1992/1993 e nel 1999)? Soprattutto quando ha subito e vissuto sulla propria pelle l’esplosione della pandemia da Covid-19.

La rete ospedaliera è stata ed è tuttora sottoposta a ritmi di lavoro insostenibili sia per carenza di personale che di posti letto di terapia intensiva e semintensiva.

La rete (assistenza) territoriale – che nell’occasione si è rivelata largamente impreparata, per non dire assente – ha dimostrato e dimostra sempre più la sua incapacità di risposta a fronte dei veri bisogni di cura dei cittadini… continua a leggere ⇒ VERSO UNA RIFORMA del SSN. Le proposte di….

… e pubblicato su Startmag.it il 22 maggio 2021

TRA TACITO e CICERONE

di Stefano Biasioli – 17 maggio 2021

È dai tempi del Liceo Classico Maffei di Verona che non ho dubbi: tra la prosa di Tacito e quella di Cicerone, preferisco la prima.
Pertanto ho deciso, oggi, di essere molto sintetico.

DEMOCRAZIA SOSPESA

Che da anni la democrazia italiana sia in sostanziale “sospensione”, pare evidente non solo a me ma anche a una cospicua pattuglia di cervelli “liberi”. Quei cervelli che i genialoidi di sinistra (quelli che pensano che “solo loro siano degli intellettuali con la “I” maiuscola”) considerano pericolosi sovranisti, privi di cultura e di pensiero autonomo.

È dal 2011 che la maggior parte dei governi è stata decisa al Quirinale, prima da Napolitano (1° e 2°) ed ora da Mattarella (solo 1°, spero!). La storiografia italica dirà tra qualche decennio quanto Napolitano abbia alterato il corso delle scelte democratiche dei cittadini votanti. Per quanto riguarda Mattarella, sono le cronache del suo settennato a dimostrare il peso specifico delle sue scelte nel formare e nel mantenere i governi Conte 1 e 2 e il governo Draghi 1 (solo uno o 2 o 3 ?).

Siamo arrivati al punto che non è più possibile criticare le scelte e le omissioni di un presidente della repubblica? Criticare, non minacciare. In ogni democrazia, la critica è lecita e ammessa! In Italia, sembra che non lo sia più. Eppure, eppure il presidente di questa povera Italia non viene votato direttamente dagli italiani ma viene scelto dai parlamentari, anzi dai partiti, con giochi e giochetti che si protraggono per 6-8-10 votazioni.

Pensateci. Finito il Mattarella 1° sarà questo parlamento, che Mattarella ha voluto tenere in vita, a scegliere il nuovo presidente. Ma si tratta di un parlamento artificiale, perché il titolare del Quirinale ha deciso che non si poteva andare a votare per un nuovo parlamento. Perché? Perché c’era il COVID o per altri motivi? Ditelo VOI…

Ebbene, potrebbe succedere che i veti incrociati impediscano a Draghi-D’Alema-Prodi-Cartabia di arrivare al soglio sacro e che – guarda guarda – tocchi a Mattarella il destino di Napolitano. Ossia la riconferma per uno, due, 5, sette anni, con grande scorno del centro destra e di chi ritiene che, in tutti questi anni, chi siede al Colle non sia stato sufficientemente imparziale o neutro. Basti ricordare i veti posti su alcuni potenziali ministri, la tutela di Speranza, i silenzi ripetuti: sul CSM, sulla vicenda Palamara e sulla magistratura, su Arcuri e dintorni.

Capite? Se sarà rieletto Mattarella, chi ci garantirà che si terranno regolarmente le politiche tra 2 anni? Chi ci garantirà che potremo finalmente spazzare via, con un voto democratico, quegli estremisti di sinistra che vedono come loro guida gente come Speranza? Nomen, omen.

TERQUE QUATERQUE …….. con quel che segue.

Se io fossi la Meloni

di Stefano Biasioli

Non ho mai incontrato la Signora Meloni, ma di Lei  ho sempre apprezzato la grinta, la coerenza, le scelte politiche.
Nel contempo considero Salvini un capopolo grezzo, capace di suscitare consenso, ma privo di una vera strategia sul medio e sul lungo periodo. Ha sbagliato più volte, favorendo la nascita del governo giallo-verde, causando la nascita del governo giallo-rosso ed entrando nel governo Draghi 1, governo nettamente condizionato da due fattori: la politica economica (che il premier gestisce in prima persona)e il dramma sanitario, che Draghi ha lasciato nelle mani dell’imbelle Speranza e di un CTS, variegato ma autoreferenziale.
Salvini cala nei consensi e, oggi, si limita a dei borborigmi inefficaci. La Meloni cresce nei consensi, settimana dopo settimana, da anni. Certo, si tratta di consensi teorici, che potrebbero o no trasformarsi in voti elettorali, quando il Quirinale ci consentirà di votare, ultimo paese al mondo, per questo aspetto.

SONO CONVINTO CHE NON ANDREMO a “COVID ZERO”: si tratta di una malattia infettiva non sradicabile. Per chi non lo sapesse (o non se lo ricordasse) SOLO UNA MALATTIA INFETTIVA È STATA SRADICATA DAL PIANETA: il VAIOLO !
Cosa c’entra tutto questo con la Meloni? C’entra, c’entra.

Prima che ci facciano votare alle politiche, passeranno altri 2 anni. La sinistra pensa di “vincolarci” adducendo false precauzioni sanitarie, anche quando sarà vaccinato il 70% degli italiani… Estate 2022, circa.
Ebbene, da oggi al 2023, il consenso a Fratelli d’Italia potrebbe crescere ancora con 2 iniziative:

1) PROPOSTA di LEGGE di INIZIATIVA POPOLARE per la RESPONSABILITÀ CIVILE e PENALE dei MAGISTRATI.

Palamara ha scoperchiato il vaso di Pandora e adesso è sotto gli occhi di tutti la disastrosa situazione della magistratura italiana. Chi apre un fascicolo giudiziario ne deve rispondere: motivazioni, costi, durata certa delle procedure e del processo. Penali (economiche e di carriera) in caso di iniziativa “fantasiosa e immotivata”. Ancora, vanno chiariti i ruoli gerarchici all’interno dei singoli tribunali e non vanno consentite ulteriormente le “porte girevoli”: magistrato – politico-magistrato-avvocato etc. etc.

2) GIUDIZIO POPOLARE SULL’OPERATO del PRESIDENTE MATTARELLA, nel suo settennato.

A mio avviso andrebbero proposte agli italiani due semplici domande:

a) “Secondo Lei/VOI, il Presidente Mattarella ha svolto con imparzialità e competenza il ruolo che la Costituzione affida ad ogni Presidente della Repubblica?”
Risposte possibili: Si, No, Non lo so….

b) “Secondo Lei/VOI, il Presidente Mattarella ha correttamente svolto il ruolo di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura?”
Risposte possibili: Si, No, Non lo so….

Perché questo “giudizio popolare?” Per evitare che Mattarella possa copiare il percorso pluriennale di Napolitano.
Ognuno di Noi è giudicato dagli altri per quello che fa, per quello che non fa, per come si comporta. Non si vede perché questo giudizio non possa essere espresso  sulla presidenza Mattarella, oggi-domani o dopodomani. Nella storia d’Italia la Presidenza Mattarella sarà ricordata per la “sua apparente neutralità” e per la persistente protervia avuta nel negare il voto agli italiani, consentendo la messa in opera di almeno 3 governi disarticolati rispetto ai risultati elettorali e alle convinzioni della maggioranza della gente.

Vero o falso, questo concetto? Noi, modestamente, pensiamo che sia vero…
Ma la MELONI cosa farà, in merito a queste nostre proposte?
Ah, saperlo, saperlo.

MASSIMA VERONESE: “Non far case sui torrenti, non far beghe coi potenti, non far affari coi parenti…”
Al lettore, interpretarla, adattandola alla situazione italiana di oggi….

Stefano Biasioli
Medico in pensione
Capricorno natalizio.

DRAGHI-1 e DRAGHI-2

17 aprile 2021

Sono perfettamente consapevole che, oggi, parlar male di Draghi produce lo stesso effetto dello sparlare del Pontefice (quale dei due ?).

Tuttavia lo faccio ugualmente, Capricorno come sono.

C’è stato un DRAGHI UNO,
Quello europeo, ieratico, magro, senza sorrisi, deciso. Il Draghi “Whatever it takes”.

C’è ora un DRAGHI DUE.
Quello a capo di un governo raccogliticcio, per scelta di un Presidente ormai mezzo rialzato dalla comoda poltrona quirinalizia.

DRAGHI DUE. Ingrassato, rosaceo in volto, forsanche con un po’ di edema. Un DRAGHI DUE, un po’ impacciato nella conferenza stampa di venerdì 16 pomeriggio, un po’ sorridente, un po’ così… poco preciso nelle risposte alla stampa, con il pallino spesso girato a quel fenomeno di Speranza.

Speranza, a cui, ancora – una volta – Draghi ha fatto elogi immeritati. Dalla cui bocca, ancora una volta, è uscita a malapena una data (26/04) relativa ai nuovi colori regionali. Speranza che, ancora una volta, vorrebbe tenere Noi italiani sotto scacco: uno scacco ingiustificato. Senza darci i numeri “veri” della pandemia; senza darci i numeri “veri” dei vaccinati (numeri e decadi di vaccinati); senza darci i numeri “veri” dei morti da SOLO COVID, ossia di coloro che sono morti per COVID, non avendo altre patologie preesistenti al COVID.

Speranza parlava e Draghi sorrideva, roseo. Su Speranza, DRAGHI ha messo il SUO MANTELLO PROTETTORE, non capendoche – quando si accerteranno tutti gli errori ministeriali sulla pandemia – l’aver protetto Speranza tornerà a SUO (di Draghi) DISCAPITO.

Ne prendo atto, ma la cosa non mi consola. Anzi.

Mi manca tanto il DRAGHI UNO. Mi manca tanto un BRAVO MINISTRO della SALUTE. Sono arrivato a rimpiangere la Garavaglia, Storace e financo (udite udite!) la Bindi.

Ad maiora!

Lenin (Stefano Biasioli)
17/04/21