Graffio di Lenin: “NON SIAMO IN GUERRA…”

Stefano Biasioli, 12 marzo 2022

“No siamo in guerra…non è un’economia di guerra… È prematuro parlare di un recovery di guerra…”, queste sono (in sintesi) alcune affermazioni fatte da Draghi prima e dopo l’inutile vertice UE di Versailles, che non ha preso alcuna decisione sui temi caldi del momento: guerra, riscaldamento globale, crisi energetica, approvvigionamenti, difesa europea, nuove sanzioni anti-Putin.

Più passano i mesi, più Draghi sembra aver perso quell’alone iniziale di santità-tecnicismo-decisionismo, per cui era stato chiamato da Mattarella al capezzale dell’Italia, stremata dal Covid e dalle marachelle dei 2 governi Conte. Un anno dopo, Draghi ci appare spento, gonfio in viso e con la pappagorgia. Anche in Europa lo stanno snobbando, in particolare l’asse franco-tedesco. Ha chiesto che il “debito lo faccia la UE”, senza alcun riscontro. In definitiva, la volontà UE è fare a meno del gas e del petrolio russo, in tempi ristretti, mantenendo la transazione energetica entro il 2050. Come? Senza un piano europeo comune, basato su tempi certi e su finanziamenti concreti….

…. CONTINUA ⇒ GraffiodiLenin_NonSiamoinGuerra_12.3.22

Graffio di Lenin: “Draghi, chi?”

09.03.2022

I miei amici mi chiamano “Lenin”, da una vita. Non perché sia un comunista di vecchio stampo (“non c’è pericolo”) ma perché la mia faccia ricorda quella di quel Vladimir (1870-1924) che i russi chiamavano Lenin.
EccoVi allora le mie considerazioni, da “vecchio Lenin”, ossia da pensionato che pensava di poter continuare a vivere in pace. Non è stato così.

Prima, il dramma del COVID e la sprovvedutezza di chi ci ha governato dal 2019 ad oggi. Capi di governo e il pluriennale ministro che di “speranza” ha solo il cognome ma non certo la sostanza. Costoro hanno blaterato  di “guerra al Covid” e per vincerla sono stati costretti a passare da un commissario “facente tutto e male” a un generale, che – per nostra fortuna- ha messo in piedi una campagna vaccinale efficiente e efficace, nonostante la presenza dei soliti NO, dei NO VAX.

Nella battaglia contro il virus, gli italiani sono stati “precettati” e guidati con i paraocchi da chi ha creato una emergenza pluriennale (terminerà il 31/3/22, forse), supportata  da decine di DPCM para-costituzionali, tutti avvallati dalla magistratura e dal Quirinale.

Ora, la guerra in Ucraina. Una guerra condotta in prima persona dai poveri ucraini, contro l’invasore, quel Putin, fino all’altro ieri amico di molti nostri politici.
L’UE e l’Italia stanno a guardare il massacro ucraino, il massacro di un popolo che vuole comunque difendere la sua autonomia e la sua nazione. “Armatevi e partite”…. ma Noi europei stiamo a guardare, limitandoci all’invio di supporti bellici e di blocchi finanziario-economici che finiranno con il ritorcersi contro l’economia europea e – soprattutto – la nostra Italia, che abbiamo scoperto poco autonoma, in tutto.

Sanzioni contro Putin e gli oligarchi, ma solo fino a un certo punto… per evitare di irritare troppo il capo del Cremlino, che ha detto che non farà sconti a nessuno…

… CONTINUA A LEGGERE ⇒ GraffiodiLenin_DraghiCHI_9.3.22

PENSIONI di MARZO

Molti iscritti ci chiedono a cosa siano dovute le variazioni degli importi pensionistici di questi primi tre mesi 2022.

Affidiamo la risposta all’amico Pietro Gonella…

…“A marzo conguaglio per rivalutazione applicata a gennaio e febbraio 1,6 provvisorio contro 1,7 definitivo. Inoltre a seguito applicazione 4 nuove aliquote Irpef contro le 5 applicate prima.”

Il balletto dei vaccini

 Stefano Biasioli, 22 febbraio 2022

PREMESSA: i numeri.

È passato un anno dall’introduzione dei vaccini anti COVID (Sars2).
Per fortuna, la maggioranza degli Italiani si è vaccinata (almeno con 2 dosi), anche se la strategia comunicativa governativa (+ CTS)  o para-governativa (ISS, AIFA, Agenas…) è stata quanto meno irritante e dispersiva.
AstraZeneca sì e poi no, Pfizer sì, Johnson (?), Moderna come booster prevalente, Novavax come ruota di scorta tardiva.
Le terze dosi sono state fatte all’87,5% della popolazione (dato all’11 Febbraio, secondo la Fondazione Gimbe), con oscillazioni regionali dal 58,6% (Sicilia) al 73% del Lazio.
Numeri importanti, se rapportati ad altri Paesi UE e se si considera in numero degli infettati/sopravvissuti. Dato importante perché la guarigione fa slittare di altri 6 mesi l’ulteriore richiamo.

DATI di FATTO

Da circa 2 mesi, in ambulatorio, chiediamo ai singoli pazienti endocrinologici o nefrologici quale sia la loro situazione vaccinale. Abbiamo perciò identificato una serie enorme di variabili, che qui riassumiamo.
La più frequente: 2 dosi di Pfizer e terza dose (dimezzata) di Moderna, fatta da Dicembre 2021 in poi.
In sequenza: 3 dosi di Pfizer; 3 dosi di AstraZeneca; 3 dosi miste (Pfizer/Moderna) e infezione paucisintomatica da COVID; 1 dose di AstraZeneca e poi 2 dosi di Pfizer; 1 dose di AstraZeneca o Pfizer e poi COVID sintomatico, trattato a domicilio (come?) o in ospedale; 2 dosi di AstraZeneca e Covid paucisintomatico con negativizzazione ritardata; prima vaccinazione (ritardata) con COVID sintomatico autunnale; Covid contratto in ospedale, per un ricovero legato a cause non Covid. E potremmo proseguire…
Ciascuna di queste eventualità (riscontrate in clinica) ha poi ulteriori variabili, legate alle comorbilità, all’età, al sesso, all’assunzione o meno di farmaci anti ACEI, all’uso o meno di anti-infiammatori, allo stato nutrizionale, al lavoro e alla tipologia di vita “…ho paura e mi chiudo in casa… Non ho paura e cerco di frequentare il mio solito giro di amici…”.

UNA CERTEZZA

Quanti di questi vaccinati, infettati, guariti etc. ha effettuato un dosaggio periodico dei livelli di Anticorpi IgG anti COVID, al fine di conoscere la velocità del declino individuale della protezione anticorpale? Quanti di loro hanno testato la protezione cellulare?
Domanda retorica perché la vulgata ufficiale (da Speranza in giù ) ha quasi sempre negato l’utilità di siffatti controlli di laboratorio e comunque non li ha previsti nella routine clinica post vaccino o post malattia.
Perché ricordiamo queste verità?
Perché ora è incominciata  una nuova litania….

… continua a leggere ⇒ IlBallettodeiVaccini_Biasioli_22.2.22

Zaia farà i miracoli anti Covid?

L’intervento di Stefano Biasioli

Non siamo più cattivi del solito, ma questa volta non possiamo tacere.

Martedì scorso (nella solita conferenza stampa a Marghera) Luca Zaia ha dato, tutto trionfante, due annunci.

Il primo riguardava il netto calo della pandemia COVID-OMICRON in Veneto, attribuito da Zaia all’elevato numero dei vaccinati veneti (89% nella fascia adulta) e, non – per esempio- anche alle temperature elevate (rispetto alla media stagionale). Nessun commento sull’andamento della curva infettiva negli altri Paesi Europei, anche in quelli senza l’obbligo di green-pass…

Quisquilie.

Il secondo, molto più eclatante. L’ANNUNCIO che “IL VENETO RECUPERERÀ in BREVE TEMPO le 280.000 prestazioni ambulatoriali ospedaliere rimandate a causa della pandemia”  (!!!)

Giornalisti esultanti, ma ascoltatori TV perplessi. Tra costoro, anche NOI , che nella sanità lavoriamo da una vita e che ben conosciamo i danni che la pandemia ha fatto sui pazienti NON COVID negli ultimi 2 anni. Noi conosciamo le “irritazioni” (ma dovremmo usare un termine più crudo) dei pazienti, con visite e attività di day-hospital rinviate per mesi…

Poiché le affermazioni di Zaia sono state seguite da UN TESTO SCRITTO (Nota n° 55826/2020 , data 8/2/22), a firma del Dr. Luciano Flor (Direttore Area Sanità e Sociale della Regione Veneto) – su carta intestata della Giunta Regionale – che, in modo non chiarissimo, riafferma la riapertura dell’attività ambulatoriale e di day hospital (pur con limitazioni legate al non uso delle rianimazioni per le stesse) …

SIAMO COSTRETTI A PORRE ALCUNI QUESITI al Governatore e all’Assessore LANZARIN …

1)    Come si possono fare promesse di tal genere, quando sono di pochi giorni fa le PESANTI LAMENTELE dei PRINCIPALI SINDACATI dei MEDICI OSPEDALIERI (ANAAO e CIMO) che hanno -ancora una volta- rimarcato gli INSOSTENIBILI RITMI di LAVORO in OSPEDALE, dovuti sia al COVID che alla CRONICA CARENZA di MEDICI OSPEDALIERI VENETI ?

2)   Come si possono fare promesse di questo genere, a fronte delle recenti manifestazioni di protesta degli infermieri veneti , per le stesse ragioni?

3)   Come si possono fare promesse di questa fatta, quando i MEDICI OSPEDALIERI IN SERVIZIO sono stati costretti per 2 anni ad un PLUS-ORARIO (mai pagato in modo adeguato) e a PESANTI RITARDI nella fruizione delle FERIE ?

4)   IN DEFINITIVA, CHI ACCETTERÀ di AUMENTARE VOLONTARIAMENTE ULTERIORMENTE i PROPRI CARICHI di LAVORO, in assenza di regole scritte – CONCORDATE con le OOSS MEDICHE OSPEDALIERE – che prevedano garanzie assicurative (maggiori rischi generati dal plus-lavoro) e una chiara integrazione economica, con fondi regionali ?

Perché ZAIA, prima di fare promesse da marinaio, NON HA APERTO UN TAVOLO CON I SINDACATI dei MEDICI OSPEDALIERI per TROVARE una SOLUZIONE al CRONICO PROBLEMA delle LISTE di ATTESA, esploso in tempi di Covid?

No, caro Zaia, per ottenere un risultato in questo campo, non è sufficiente dire ai  “dirigenti regionali subordinati” di inviare una letterina a tutti i direttori generali delle ASL venete !!!

INPS, tra ASSISTENZA e PREVIDENZA ?

Inps: separazione tra assistenza e previdenza? L’intervento di Michele Poerio, Pietro Gonella e Stefano Biasioli

La FEDER.S.P.eV. (insieme alla CONFEDIR e a APS-Leonida) ha un DNA particolare, da sempre. Un DNA che non si è perso negli anni, ma che invece si è rinforzato (con mutazione positiva!), soprattutto sotto la Presidenza Poerio e del suo Direttivo. Quale? Quello di aver sempre detto “pane al pane, vino al vino” anche quando affermazioni di questo tipo o di ben maggior peso avrebbero certamente avuto un impatto negativo nei confronti dei potentati di turno, politici, ordinistici, tecnici di varia estrazione.

Nello specifico, la FEDER.S.P.eV. e la CONFEDIR da oltre trenta anni, da quando cioè è stata promulgata la legge 88/1989 che all’Art.37 prevede la separazione fra previdenza ed assistenza, hanno sempre sostenuto la imprescindibile necessità di separare, nel bilancio INPS, tali spese per definire con chiarezza i costi legati all’assistenza (e, quindi, a carico della fiscalità generale) da quelli legati alla previdenza (legati ai contributi lavorativi versati). Separazione prevista, peraltro, dalla nostra Carta costituzionale.

Da sempre la politica ha eluso la legge 88/1989; da sempre i vari presidenti dell’INPS (inclusi gli ultimi quattro) nulla hanno fatto in questa direzione, nonostante – nel corso degli anni dal 2011 ad oggi – i vari governi abbiano caricato sull’INPS almeno una decina di voci assistenziali.

Ci sarebbe da chiedersi il perché nessuno voglia questa separazione…

…continua a leggere ⇒ INPS, tra ASSISTENZA e PREVIDENZA_Poerio-Gonella-Biasioli

 

PARLAMENTO: SPETTACOLO INDECENTE

Vi ricordate i “fenomeni da baraccone?” …Noi si.

E, per questo, pensiamo che il teatrino della politica, nella scelta del futuro presidente della repubblica (p e r, minuscole!), sia stato e sia totalmente inadeguato a garantire un NOMINATIVO ECCELLENTE come nuovo Presidente (P maiuscola).
Pur sapendo della decadenza di Mattarella (3 Febbraio), i nostri parlamentari si sono ben guardati dall’arrivare alla data fatidica con alcuni nomi eccellenti, da sottoporre al voto, loro e dei grandi elettori. No, nulla di tutto ciò è stato fatto, con i risultati balordi di questi giorni. Veti incrociati, voti dati a casaccio, candidature poste a capocchia .

Non sappiamo CHI VERRÀ ELETTO e CON QUALE CONSENSO TRASVERSALE.

Non ci fidiamo delle presunte capacità da “giocatore di poker” di Salvini; non abbiamo mai stimato né stimiamo Letta-nipote, che però potrebbe essere guidato dallo zio.
A nostro modo di vedere, il centro-destra ha tutto il diritto di guidare le danze e di proporre e di votare una personalità “non di sinistra”, dotata di un curriculum personale impeccabile.
La stella di Draghi sta brillando sempre meno, perché la sua pretesa di una votazione plebiscitaria a suo favore non ha nessun senso. Non può considerarsi “unto del Signore” solo perché ha studiato dai gesuiti e perché il “buon” Berlusconi (mai da Lui ringraziato) gli ha fatto fare una splendida carriera europea.
Draghi è come Monti: scrivere 51 piani nel PNRR è solo il passo di avvio, specialmente ora che i progetti teorici risulteranno sottofinanziati, data l’esplosione dei costi energetici e non solo.

ELEGGETE IL PRESIDENTE, CON UNA SCELTA RAZIONALE, signori elettori!
E, poi, tornate subito ai problemi concreti dell’Italia:

  • IL CAOS NORMATIVO sulle REGOLE anti-PANDEMIA: farmaci, tamponi e green-pass: VA TUTTO RIVISTO E SEMPLIFICATO!
  • L’EVIDENTE INADEGUATEZZA DEL SSN, il cui datato modello (ospedaliero e territoriale) è largamente insufficiente, oggi, a garantire una valida tutela sanitaria;
  • L’INCAPACITÀ PROGRAMMATORIA dell’UNIVERSITÀ, che lascia gli italiani senza medici e senza infermieri…;
  • LE INSUFFICIENZE della MAGISTRATURA, che condanna all’ergastolo e poi assolve dopo anni un paio di infermiere. Senza che nessun magistrato venga indagato per gli errori evidentemente commessi. Potremmo citare anche il caso di Briatore, ma costui sa difendersi da solo…
  • LE INSUFFICIENZE della SCUOLA, aggravate da 2 anni di pandemia;
  • LA INFLAZIONE GALOPPANTE, con la mancata elaborazione di un piano energetico che consenta all’Italia di essere largamente indipendente dal gas russo. Occorre decidere: ritorno al carbone, nuove estrazioni in Adriatico, nuove centrali idroelettriche…in attesa del nucleare puro. Non si può distruggere la nostra economia solo perché l’UE a guida tedesca ha delirato sulle “green economy”.

Chi paga, ora, le bollette energetiche e chi paga, ora, la benzina?

Ecco, NOMINATO il PRESIDENTE, il PARLAMENTO TORNI SUBITO a LAVORARE e a DECIDERE, con o senza Draghi!

27/01/2022

Lenin