Pensioni, tutte le novità sulla perequazione

Sentenza della Consulta 19/2025 sulla perequazione delle pensioni: fuori dalla realtà e dalla Costituzione vigente? L’intervento di Michele Poerio e Stefano Biasioli
La sentenza della Consulta 19/2025 ha “promosso” le misure di “raffreddamento” della rivalutazione automatica delle pensioni, di cui alla legge di bilancio 197/2022 per il 2023, perché non avrebbero leso i principi di ragionevolezza, proporzionalità e adeguatezza posti a garanzia dei trattamenti pensionistici, come da artt. 1, 3, 4, 23, 36, 38 Costituzione.
Vediamo se i Giudici della Corte sono entrati nella materia e hanno ragionato secondo logica e giustizia…

continua a leggere ⇒ StartMag_17.2.25_Pensioni-tutte le novita sulla perequazione

SENTENZA 19/2025 del 14/02/2025. PEREQUAZIONE delle PENSIONI

Ieri è stata diffusa la sentenza della C. Cost. relativa ai ricorsi contro i tagli alla rivalutazione delle nostre pensioni.

Nonostante le ripetute fake news, dopo 15 gg di meditazione, la Corte Costituzionale “se ne è lavata le mani” accettando integralmente le posizioni dell’INPS e dell’avvocatura dello Stato.

 In sintesi la posizione dei SOLONI di Palazzo dei Marescialli è questa: “tocca ai pensionati INPS over 4 volte il minimo INPS salvaguardare i conti dello Stato e quelli dell’INPS stesso…. I denari di costoro sono stati correttamente adoperati per fini assistenziali….. solo la tutela delle pensioni inferiori a 4 volte il minimo INPS è doverosa….tutte le altre possono essere taglieggiate dal governo di turno….L’effetto cumulativo dei tagli alle rivalutazioni è modesto….Voi “pensionati ricchi” avete avuto un TFR/TFS più alto (??!!)…e avete delle pensioni più alte, che Vi proteggono dall’inflazione….State buoni e non protestate…..Un futuro governo potrà modificare le regole e darVi una rivalutazione piena…”.

Già, CORNUTI e MAZZIATI, NOI PENSIONATI INPS, NOI PENSIONATI della DIRIGENZA PUBBLICA e PRIVATA.

E, questa, sarebbe giustizia ? Mi fermo, per evitare denunce. Ma ricordo a TUTTI che non finisce qui e che troveremo il sistema per fermare queste decisioni ingiuste e irrazionali. Questi giudici non sanno fare di conto e non conoscono gli effetti cumulati dell’inflazione, ma parlano di tagli fino al 2032, ovviamente tutti a carico nostro!

Stefano Biasioli
Presidente APS
15/02/2025

CC pronuncia_19_2025 perequazione –  CC_CS perequazione 2025

ARTICOLI del  15.2.25 (che troverete completi, nella sezione “Documenti” di questo sito)

Corsera_15.2.25_pag_15;  Italia Oggi_15.2.25_pag_29; Messaggero_15.2.25_pag_1-9; Foglio_15.2.25_pag_3; Giornale_15.2.25_pag_11; Sole24Ore_15.2.25_pag_22; FattoQuotidiano_15.2.25_pag_1-10.

La Corte Costituzionale continua a prendere tempo…

Sono passati 9 giorni 9… dall’udienza che la C. Costituzionale ha dedicato ai ricorsi contro i tagli alla rivalutazione delle pensioni, senza che sia stato ancora formulato il parere finale.

È la prima volta (a quanto ne sappiamo) che la seduta del 29/01/25 non sia stata chiusa con l’emissione di un comunicato stampa, come è stato invece fatto con le questioni costituzionali dibattute dall’inizio di febbraio ad oggi.

Ci chiediamo se questo silenzio sia positivo o negativo; se la Corte voglia emettere una sentenza innovativa oppure se voglia nascondersi riconfermando la sostanza dei tagli 2023-2024-2025 fino al lontano 2032.

Un ulteriore commento:

È la stessa Corte che in 24 ore ha deciso sul “fine vita” confermando le scelte precedenti.

S.B.

Corte Costituzionale – Taglio perequazione pensioni

A Tutti, il 29 gennaio scorso la Corte Costituzionale ha discusso i ricorsi per
incostituzionalità, conseguenti al rinvio delle Sezioni della Corte
dei Conti, Toscana e Campania, delle questioni relative
al taglio della perequazione dei trattamenti pensionistici degli anni
2023 e 2024, disposto nella legge di bilancio del 2023.

La sentenza non è ancora disponibile. Dobbiamo attenderne la
pubblicazione ed esaminarne il dispositivo. In linea teorica, se fosse
dichiarata l’incostituzionalità del blocco si dovrebbe
applicare per il 2024 la perequazione con le modalità del 2001, e
forse anche per il 2023.

Dobbiamo però essere prudenti. Qualora i ricorsi fossero accolti, si
dovrebbero attendere anche le decisioni del Governo. Rammento che dopo
la sentenza della Corte Costituzionale n. 70/2015
relativa alla incostituzionalità del blocco della perequazione per gli
anni 2011 e 2012, l’allora  Governo (Presidente Renzi, Ministro del
Lavoro Poletti), invece, di applicare come
avrebbe dovuto il criterio del 2001, emanò un decreto retroattivo che
ristorò molto parzialmente e non per tutti il blocco della
perequazione degli anni 2011 e 2012.
L’intervento impose la retroattività di una legge, così violando il
principio sancito dall’art. 11 del Codice Civile “la legge non dispone
che per l’avvenire: essa non ha effetto retroattivo”.
La Corte Costituzionale poi con la sentenza del 24/10/2017 ne sancì la
costituzionalità.

In fiduciosa attesa della sentenza, Vi saluto molto cordialmente.

Michele Poerio (Segretario Generale CONFEDIR)
Stefano Biasioli (Presidente APS-Leonida)

Rivalutazioni Legge di Bilancio 2025 e “dintorni”: FATTI e NON PAROLE

Come avevamo ampiamente previsto, il giorno 28/12/24 il parlamento ha varato la legge di bilancio per il 2025. Come al solito, poca discussione alla Camera e al Senato: centinaia di emendamenti ritirati e maxi-emendamento finale. La sostanza è la solita: manovra di circa 28-30 miliardi di euro, in parte a ulteriore debito, con mance e mancette a vari settori e con una ulteriore penalizzazione (complessiva= dare – avere) per ciò che resta del “ceto medio” e della dirigenza pubblica, in particolare.

Ma andiamo con ordine…

… continua a leggere ⇒ Perequazione 2025_vs.04.01.25 più allegati: Art 69_c.1_Legge 388:2000_tre fasce di rivalutazione – Art. 34_c.1_Legge 448:1998

 

Le furbate di questo governo

Chi scrive non può essere accusato di “essere un sinistroso”, dato il suo percorso sindacale e date le centinaia di articoli scritti, qualunque fosse il governo di turno, da cinque decenni ad oggi.
Ebbene.
NESSUN ARTICOLO e NESSUN MEZZO MEDIATICO (almeno fino ad oggi) ha RIPORTATO 2 IMBARAZZANTI VERITÀ:

  1. L’Istat aveva certificato una inflazione 2023 al 5,7% e questo governo (DM del 15/11/24, pubblicato nella GU 278/2024 in data 27/11/24) l’ha abbassata al 5,4% (!);
  2. L’Istat aveva previsto una inflazione 2024 pari all’1,4-1,6% e questo governo (stessa fonte) ha definito che l’indice inflattivo 2024 per il 2025 sia pari allo 0,8% (salvo ricalcolo al 1° gennaio 2026).

SOSTANZA dei FATTI

  1. Inflazione truccata dell’1,1% (-0,3 e -0,8= -1,1%), prima ancora di definire le 3 fasce di rivalutazione (parziale, da 4 volte il minimo Inps in su!);
  2. Nessun conguaglio per il 2024;
  3. Tassi inflattivi sottostimati per tre anni (2023-2024-2025), per l’effetto trascinamento.

CI HANNO PRESO PER “FESSACCHIOTTI” O PER “IMBRANATI”?

La sostanza: questa è un’ennesima  legge di bilancio che non tutela i dipendenti pubblici attivi e, soprattutto, i pensionati INPS  con pensioni superiori a 4 volte il minimo INPS. Ossia, tutela poco la  “vera fascia media di reddito” (ossia  quella che non ha , né può avere, entrate in nero) mentre – udite udite – alla fine favorirà, anche fiscalmente, chi può evadere le tasse, almeno parzialmente.
Già, ma da quale bacino elettorale ha recuperato voti il centro-destra? Dai soggetti con “entrate assistenziali”, dalle piccole partite IVA o dai dipendenti pubblici, attivi e pensionati, tutti titolari di pensioni INPS?
Pensioni INPS tassate alla fonte e rivalutate in modo quanto meno discutibile, per non dire un altro termine più offensivo ma veritiero!

Il PRESIDENTE
Stefano Biasioli 

NB) Ulteriori commenti sono rinviati alla lettura del testo definitivo della Legge di Bilancio, pubblicata in Gazzetta Ufficiale.

Considerazioni su Rivalutazione 2025

NOVITÀ: il Ministero dell’Economia ha emesso – in data 15/11/2024 – un DM, comparso nella GU 278/2024 (in data 27/11/2024).
Secondo Valerio Damiani (pensioniOggi.it) questi sono gli effetti delle nuove norme, sopra citate:
1. INDICE INFLATTIVO 2025= +0,8% (salvo conguaglio dall’1/172026);
2. NESSUN CONGUAGLIO per il 2024 (indice inflattivo +5,4%);
3. PENSIONE MINIMA 2025= 616,67 (per effetto di una rivalutazione straordinaria del 2,2%, passa quindi da 614,77 a 616,67;
4. SI RITORNA A TRE FASCE DI RIVALUTAZIONE, con copertura per la quota di pensione lorda relativa alle fasce inferiori. Quindi si ritorna alla finanziaria 2020 (legge 160/2019, art. 1, c. 478).
In dettaglio:
a) le pensioni lorde fino a 4 volte il minimo Inps (MINPS, ovvero entro 2.394 euro/lordi/mese → avranno una rivalutazione del 100% (+0,8%);
b) le pensioni da 4 a 5 volte il minimo Inps (da 2.395 a 2.993) → avranno una rivalutazione del 100% fino al valore di → a) 2.394 e del 90% da 2.395 a 2.993);
c) le pensioni da 2.394 in su avranno una rivalutazione:
– del 100% fino a 2.394 euro,
– del 90% da 2.395 a 2.993 euro,
– del 75% da 2.994 euro in su.
Questo il meccanismo ministeriale.

Continua a leggere ⇒ Considerazioni su RIVALUTAZIONE 2025_01.12.24 –GU_278 del 27.11.24

Vicenda ASPE vs. APS-Leonida: ultimissime!

Vi aggiorno.

Ieri mattina ci siamo incontrati (Biasioli, Campedelli, Romano) con il Prefetto di Verona (Dott. Demetrio Martino) al quale abbiamo esposto i principali scopi e problemi della Ns. Associazione, inclusa la vicenda ASPE (Pensionati Unicredit) – APS-Leonida.

Il Prefetto è stato molto cortese, e il lungo colloquio è stato notevolmente utile con alcuni preziosi suggerimenti da parte Sua.

 

Avviso ai Naviganti…

Ieri a Palazzo Chigi, sala verde, nella persona del Prof. Michele Poerio (FEDER.S.P.eV. – CONFEDIR – APS-LEONIDA) ha chiesto al governo la separazione tra assistenza e previdenza nel bilancio Inps e il ritorno almeno alla legge 388 del 2000, per ridurre i tagli pensionistici. La Meloni ha preso appunti.