CONTRIBUTI di SOLIDARIETÀ? Ecco come uscire dal labirinto pensionistico

Di Giuseppe Pennisi, Formiche.net 12-12-2021

Il voto dei pensionati, conta e pesa. E  i “contributi di solidarietà” non fanno che complicare il tema e rendere più difficile la strada verso un sistema previdenziale equo e sostenibile. Il commento di Giuseppe Pennisi

Sta crescendo una nuova rivolta delle associazioni dei pensionati. Questa volta non contro i loro target abituali: il Movimento Cinque Stelle (M5S) ed il Partito Democratico (Pd), ma contro Fratelli d’Italia (FdI) ed in particolare la sua leader Giorgia Meloni, che in passato sono stati, per utilizzare il lessico della geopolitica, loro “alleati naturali” verso cui hanno convogliato la loro potenza di fuoco alle urne e da cui hanno sempre ricevuto supporto in Parlamento.

Il Fattore “P”, ossia il voto dei pensionati, conta e pesa. In Italia ci sono circa 20 milioni di cui circa 7 milioni con trattamenti inferiori ai 1000 euro al mese. Un terzo delle imposte viene pagato da pensionati del pubblico impiego, i quali, però, rappresentano il 17% del totale dei pensionati. Il 90% dell’Irpef  ha di recente ricordato il direttore dell’Agenzia delle Entrate, proviene da lavoratori dipendenti e pensionati. Sono numeri che contano e pesano nell’agone elettorale….

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Pensioni, l’errore del Presidente dell’Inps: non ci sono alternative valide a Quota 100

articolo di Simone Micocci del 26.06.2021 su money.it

Tiene banco da mesi il discorso legato al futuro delle pensioni in Italia. Da tempo si discute di cosa fare per il dopo Quota 100, con i sindacati che chiedono di prevedere un’ulteriore misura di flessibilità che possa evitare che si venga a creare uno scalone di cinque anni tra il 2021 e il 2022… CONTINUA ⇒ Pensioni, l’errore del Presidente dell’Inps- non ci sono alternative valide a Quota100_26.6

PENSIONI INPS, che cosa ha stabilito la Corte Costituzionale

di Michele Poerio 12/11/2020

Tutte le sorprese e le ambiguità della decisione della Corte costituzionale sulla rivalutazione automatica delle pensioni di importo elevato. L’intervento di Michele Poerio, presidente nazionale FEDER.S.P.eV. e segretario generale CONFEDIR.

 La Corte costituzionale ha sentenziato “che il legislatore può raffreddare la rivalutazione automatica delle pensioni di elevato importo e imporre a carico delle stesse un prelievo di solidarietà, a condizione che osservi i principi costituzionali di ragionevolezza e proporzionalità, anche in ordine alla durata della misura” (come si legge nel comunicato stampa del 9 novembre 2020 della Corte stessa). 

 Vediamo se le condizioni di ragionevolezza, proporzionalità, temporaneità (il comunicato dimentica adeguatezza) sono presenti nei provvedimenti previdenziali delle leggi che abbiamo, da ultimo, contestate (leggi 145/2018 e legge 160/2019, leggi di bilancio rispettivamente per il 2018 e 2019). 

…continua → Articolo Poerio_Start Magazine – Link della pubblicazione

 

Da Marco Perelli Ercolini:   Notizie in Breve n 044-2020 – Più allegati: 270 CORTE CONTI delibera_90_2020_sardegna – 271 Min_Salute a Presidente FNOMCEO_ecc – 272 Articolo Brambilla – 273 Corte_Cost sent_234_2020 – 274 DL_149-2020-Ristori-bis – 275 Lettera Presidente FNOMCeO – 276 Brochure_oncologici_nuova – 277 Il giuramento professionale – 278 INPS Mess_4157 del 09nov2020

TRIDICO mente sulla povertà e il premier ripete le bugie

L’Istat smentisce il presidente dell’INPS: poveri in calo di 0,6 punti non del 60%. Per Conte «risultato straordinario»di Giuseppe Marino  IlGiornale_18.6.20_pag_2

… inoltre…

Tutti i flop del verboso Tridico. Che annuncia sempre e non paga maidi Riccardo Mazzoni  IlTempo_18.6.20_pag_6

… ed ancora, notizia di ieri:

I dati inventati di Tridico. Guai per Tridico. L’Istat conferma che il Rdc non ha affatto ridotto la povertà assoluta del 60%. Che dice ora l’INPS?di Luciano Capone – IlFoglio_17.6.20_pag_1

Errori su importi pensioni erogate, in arrivo numerose lettere da INPS

di Chiara Compagnucci pubblicato il

Succede anche all’Inps di sbagliare e come insegnano gli errori del passato, a pagare il prezzo più salato sono i pensionati. Questa volta il caso è ancora più singolare perché gli sbagli del principale istituto di previdenza italiano sono all’eccesso. Proprio così: ha erogato assegni previdenziali più alti del dovuto.

Di per sé l’impatto dovrebbe essere limitato perché è sufficiente recuperare la differenza tra la cifra esatta e quella effettivamente corrisposta per risolvere il disguido.

Peccato solo che l’errore è stato ripetuto mese dopo mese fino ad accumulare anni su anni per arrivare a importi fuori misura.

E allo stesso tempo non si tratta di pochi casi isolati perché sarebbero numerosi i pensionati coinvolti in questa vicenda tragicomica. A tutti loro è stata naturalmente chiesta e pretesta la restituzione.

Di per sé nulla di legalmente scorretto, se non che il disorientamento provocato non può che essere molto diffuso poiché questi ex lavoratori si trovano al centro dell’attenzione a distanza di tantissimi anni e per cifre di diverse migliaia di euro. Vediamo tutto.

Pensioni sbagliate, arrivano le lettere dell’Inps

Succede che da un giorno all’altro i pensionati si vedono recapitare dall’Inps una lettera con cui viene chiesta la restituzione di somme indebitamente percepite.

E non si tratta di cifre di poco conto ovvero di poche decine di euro, ma di importanti variabili che possono essere ben maggiori di 10.000 euro.

Dipende dall’errore di calcolo commesso dall’Istituto di previdenza, ma anche dal numero delle mensilità in cui lo sbaglio è stato rinnovato e ripetuto. Il numero dei pensionati coinvolti in questa vicenda di restituzione di soldi da pensione è imprecisato ma la richiesta di tutela e di spiegazione agli studi legali è in aumento.

Di certo c’è che, sulla base dei casi resi pubblici, sono i pensionati con assegni dall’importo contenuto a trovarsi nel bel mezzo di questa storia. Pensionati per cui anche una minima variazione della cifra percepita tutti i mesi può fare la differenza.

Resta da chiedersi fino a che punto l’iter dell’Inps sia perfettamente corretto considerando una recente sentenza della Corte di Cassazione secondo cui l’istituto di previdenza può rettificare in ogni momento le pensioni per via di errori di qualsiasi natura, ma non potrebbe recuperare le somme già corrisposte, a meno che l’indebita prestazione sia dipesa dal dolo dell’interessato.

Errori Inps diffusi sugli assegni di pensione

A confermare la diffusione degli errori da parte dell’Inps è l’avvocato Celeste Collovati che al taccuini del Giornale ricorda il caso di un pensionato che si è rivolto a uno studio legale perché si è visto arrivare una comunicazione in cui l’Istituto nazionale della previdenza sociale gli chiedeva la restituzione di 14.000 euro con la motivazione di aver scoperto una variazione del reddito da pensione negli ultimi tre anni.

Ricorda anche il secondo episodio di una pensionata di 90 anni che ha ricevuto una richiesta di versamento da parte dell’Inps di 2.200 euro con l’Inps che contesta un aumento di reddito negli ultimi 7 anni. Ma, fa ancora presente l’avvocato, è una “cosa del tutto impossibile”.

RIVALUTAZIONE ANNUALE delle PENSIONI: aggiornamenti (del 22.03.2019 – da sito INPS)

La legge di bilancio 2019 ha introdotto un nuovo meccanismo di rivalutazione automatica delle pensioni per il triennio 2019-2021, che ha interessato in particolare i trattamenti pensionistici di importo complessivo lordo superiore a tre volte il trattamento minimo. L’importo complessivo lordo è la somma di tutte le pensioni di cui un soggetto è titolare, erogate sia dall’INPS che dagli altri Enti presenti nel Casellario centrale, assoggettabili al regime della perequazione cumulata.

L’introduzione del nuovo meccanismo di rivalutazione ha comportato il ricalcolo delle pensioni che, in occasione del consueto rinnovo generalizzato, erano state inizialmente rivalutate secondo i criteri previgenti (legge 23 dicembre 2000, n. 388; circolare INPS 27 dicembre 2018, n. 122).

I nuovi criteri di ricalcolo, illustrati nella circolare INPS 22 marzo 2019, n. 44, (potete scaricarla in PDF anche da questo sito nella Sezione “Leggi e Decreti”) sono riportati nella tabella seguente. Le fasce di importo sono costruite in base al valore del trattamento minimo (TM) mensile dell’anno 2018, pari a 507,42 euro. ….. continua a leggere QUI