Boeri: “Con quota 100 il debito aumenta di 100 Mld: penalizzate donne e giovani”

(Sintesi dell’audizione del Presidente INPS, presso le Commissioni riunite bilancio di Camera e Senato in merito alla Nota di aggiornamento al DEF, questa mattina 11 ottobre 2018 )

Il presidente dell’Inps in audizione alla Camera: “Dal disegno di legge sul taglio alle pensioni d’oro risparmi inferiori a 150 milioni di euro” 

 Il ripristino della cosiddetta quota 100 rischia di portare ad un aumento del debito pensionistico di 100 miliardi di euro e di penalizzare giovani e donne. È il giudizio espresso dal presidente dell’Inps Tito Boeri, nell’audizione alla Commissione Lavoro della Camera secondo cui il pericolo “è quello di minare alle basi la solidità del nostro sistema pensionistico”. “E’ un’operazione che fa aumentare la spesa pensionistica mentre riduce in modo consistente i contributi previdenziali anche nel caso ci fosse davvero, come auspicato dal governo, una sostituzione uno a uno tra chi esce e chi entra nel mercato del lavoro”, ha aggiunto. 

“Cento miliardi di maggior debito pensionistico” 

“Uscite consentite con un minimo di 38 anni di contributi e 62 di età oppure abolendo l’indicizzazione alla speranza di vita dei requisiti contributivi minimi per la pensione anticipata (a tutte le età) portano ad un incremento nell’ordine di 100 miliardi del debito pensionistico destinato a gravare sulle generazioni future e, già nel 2021 a un incremento ulteriore (oltre la famosa gobba) di circa un punto di pil della spesa pensionistica”.

Inoltre secondo Boeri il ripristino di quota 100 premierebbe gli uomini e i dipendenti pubblici a scapito come detto di donne e giovani. La misura, ha detto, “premia quasi in 9 casi su 10 gli uomini, quasi in un caso su tre persone che hanno un trattamento pensionistico superiore a quello medio degli italiani (e un reddito potenzialmente ancora più alto, se integrato da altre fonti di reddito). Si tratta nel 40% dei casi di dipendenti pubblici che, in un caso su 5, hanno trattamenti superiori ai 35.000 euro all’anno (in più di un caso su 10, superiore ai 40.000 euro)”. 

“Donne e giovani penalizzati” 

La riforma voluta dal governo “porterà ad avvantaggiare soprattutto gli uomoni, con redditi medio alti e i lavoratori del settore pubblico. Penalizzate invece le donne tradite da requisiti contributivi elevati (quando hanno carriere molto più discontinue degli uomini) e dall’aver dovuto subire sin qui, con l’opzione donna, riduzioni molto consistenti dei trattamenti pensionistici, quando ora per lo più gli uomini potranno andare in pensione prima senza alcuna penalizzazione”. “Pesanti sacrifici – ha aggiunto Boeri – imposti anche ai giovani su cui pesa in prospettiva anche il forte aumento del debito pebnsionistico”. 

“Pensioni d’oro, dal ddl risparmi inferiori a 150 milioni” 

Il presidente Inps si è soffermato anche sul tema del disegno di legge sulle pensioni d’oro. Il risparmio che potrebbe arrivare dal ddl sarebbe inferiore a 150 milioni e riguarderebbe una platea di circa 30.000 persone. Secondo Boeri questa riduzione della spesa pensionistica solo se il taglio sulle pensioni superiori a 90.000 euro annui facesse riferimento all’intero reddito pensionistico e non alle singole pensioni. La riduzione massima sarebbe del 23% mentre quella media sarebbe dell’8%. 

Azione Leonida contro gli EFFETTI PERVERSI DEL DDL 1071 CHE TAGLIEGGERA’ LE NOSTRE PENSIONI

A Tutti gli interessati… ossia, ai pensionati che saranno colpiti dal DDL 1071

Ricordiamo a Tutti costoro, che il DDL 1071 (relatori R. Molinari e F. D’Uva più tanti altri) sta proseguendo il suo iter ed è ora alla Commissione Lavoro della Camera.

Il testo attuale (peraltro pieno di strafalcioni e di incongruità, che testimoniano la superficialità di questo esecutivo sul tema pensionistico… !) prevede che SIANO PENALIZZATI i pensionati attuali che rientrino in tutte e 3 le tipologie sotto citate:

  1. 90.000euro/lordi di pensione/anno;
  2. 4.500euro/netti di pensione/mese;
  3. Età del pensionamento: inferiore ai 65 anni (se pensionati prima dell’01/01/2013) o inferiore ai 66 anni (se “ritirati” successivamente a tale data).

QUINDI applicazione retroattiva (fino al 1996 ?), ai pensionati attuali, dei criteri peggiorativi del DDL; per i nuovi pensionati, invece, le penalizzazioni partiranno dal 01.01.2019.

ALLA LUCE DI QUANTO SOPRA, varata la legge , la dovremo impugnare.

Deve essere chiaro a Tutti i pensionati (over 90.000 e infra 90.000) che l’approvazione di una siffatta legge, con chiaro effetto retroattivo, mette le pensioni di Tutti in grave pericolo, perché, con la necessità attuale di reperire enormi risorse da ogni dove, è evidente che l’effetto retroattivo POTRA’ POI COLPIRE ANCHE LE FASCE PENSIONISTICHE DI VALORE INFERIORE A QUELLE CITATE.

Per questo abbiamo inviato una indagine per cercare di quantificare il numero dei potenziali ricorrenti contro il DDL 1071, una volta convertito in legge.

Per questo Vi alleghiamo il nuovo modulo di pre-adesione contro il DDL 1071 e Vi invitiamo a restituircelo/inviarcelo entro il 15 di ottobre 2018 (prima della data della nostra Tavola Rotonda Pensionistica di Verona del 20.10.18) per comunicare in quella sede il numero totale dei possibili  aderenti alla prossima obbligatoria azione legale, che avrà il chiaro obiettivo di fare dichiarare l’incostituzionalità di questa nuova legge.

Per ulteriore chiarezza, gli aderenti prioritari alla nuova azione legale dovranno essere i pensionati che rientrano nelle 3 fattispecie sopra descritte.

Modulo da SCARICARE-COMPILARE-RESTITUIRE

Per i distratti: depositato il ricorso alle Sezioni Riunite della C. dei Conti di Roma

A Tutti i distratti… Vi ricordiamo che in data 13.09.18 lo Studio Angiolini di Milano ha depositato il nostro ricorso, alle Sez. Riunite della Corte dei Conti di Roma, contro la Sentenza nr. 31 della Corte dei Conti di Venezia (21.02.18).

A questa ulteriore azione legale hanno aderito nr. 179 pensionati Veneti e nr. 39 pensionati del Friuli V.G.

Per quanto riguarda il ricorso alla CEDU, lo stesso è stato depositato ma non possediamo ancora il numero del relativo repertorio.

Appena possibile Vi aggiorneremo

 

Il nostro commento alle prime notizie sul DEF

Noi pensionati prendiamo atto che:

– Si tratta di una manovra in deficit per il 90% della cifra totale…
– Non si finanziano i contratti pubblici
– Non si finanzia in modo adeguato la sanità
– Non si vara un piano Marshall per mettere in sicurezza ponti, scuole, ospedali…
Si premiano i nullafacienti… enza porre condizioni immediate di lavoro, almeno sociale, in cambio del bonus…
Si premiano gli evasori con una nuova sanatoria e con regalie pensionistiche
Si bastonano i pensionati che hanno versato fior di contributi e di tasse per lunghissimi decenni e si premiano gli evasori dando loro un reddito di cittadinanza.

Il debito aumenterà e il PIL non aumenterà in modo significativo….si accettano scommesse.

Una cosa è certa…… Tutti sono capaci di fare una manovra economica a debito. Per farla, non c’ era bisogno di Di Maio o di Salvini…… .

Complimenti vivissimi….

Lenin

 

Def e Manovra, ecco i numeri imposti da Di Maio e Salvini a Tria. Fatti, numeri, retroscena e commenti

di Michele Arnese – StartMag.it

Che cosa è stato deciso ieri sera a Palazzo Chigi sul Def? Ecco numeri, fatti, approfondimenti e indiscrezioni.

Alzare l’asticella del deficit fino al 2,4% del Pil per tre anni nella Nota di aggiornamento al Def libererà circa 27 miliardi di euro per la manovra (partendo dal dato tendenziale dello 0,8% inserito nel Def di aprile) e consentirà di portare a casa gran parte delle misure annunciate nel contratto di governo, a partire dalla sterilizzazione delle clausole di salvaguardia sull’Iva che pesano per 12,5 miliardi sul bilancio del prossimo anno.

Il reddito di cittadinanza vale invece 10 miliardi, poco più di quanto dovrebbe richiedere la revisione della legge Fornero con l’introduzione di quota 100 per andare in pensione, quotata al momento dalla Lega tra i 6 e gli 8 miliardi.

La flat tax sugli autonomi dovrebbe invece valere 1,5 miliardi (proiettati però in gran parte nel 2020), così come lo stanziamento a favore dei risparmiatori colpiti dai crac bancari.

Secondo Luigi Di Maio, alle coperture in deficit dovrebbero anche affiancarsi tagli di spesa, con una “riorganizzazione della spesa pubblica improduttiva”.

Ecco schematicamente il valore a spanne delle misure annunciate oggi da Lega e Movimento 5 Stelle come punti cardine della prossima legge di bilancio.

CLAUSOLE IVA 12,5 miliardi

PENSIONI A QUOTA 100 6-8 miliardi

REDDITO DI CITTADINANZA 10 miliardi

FLAT TAX PER AUTONOMI 1,5 miliardi

RISPARMIATORI BANCHE 1,5 miliardi

TOTALE 33,5 miliardi

 IN DEFICIT 27,2 miliardi

…CONTINUA A LEGGERE…

Un regime pensionistico speciale (e punitivo)

il BLOG di Giuliano Cazzola – 27.09.2018

Ho sempre ritenuto più onesta la linea di condotta di un tribunale rivoluzionario che fa eseguire le sentenze dai plotoni di esecuzione su persone responsabili soltanto di appartenere ad un’altra classe sociale, a una diversa etnia, a un’altra religione o ideologia politica. Almeno i condannati sanno perché dovranno morire.

Ancorché spietate, sono quelle le regole del gioco. Considero molto più ingiusto restare vittima di una sanzione ingiusta, nel contesto di un sedicente Stato di diritto, derivante da un’applicazione settaria e strumentale di una norma apparentemente legittima. Certo, tra i due casi c’è una differenza non da poco: il plotone di esecuzione ti fa la pelle; l’abuso della giurisdizione o di un processo decisionale deviato al massimo ti ospita nelle patrie galere o ti mette alla gogna o si limita a colpirti nel portafoglio….. CONTINUA A LEGGERE

Siamo di fronte alla più grande operazione di macelleria sociale della storia pensionistica dell’umanità?

Articolo di Giuliano Cazzola del 24.09.18

Da oltre trent’anni mi sono interessato, in vari ruoli, di previdenza e di welfare. A torto o a ragione, in tutto questo tempo, mi sono convinto che l’incremento dell’età pensionabile in ragione della maggiore attesa di vita fosse il passaggio obbligato per rendere tendenzialmente sostenibile il sistema. E quindi mi sono sempre misurato – da sconfitto – con il pensionamento di anzianità (non come istituto in sé, ma per le regole troppo lasche che lo hanno sempre contraddistinto) che ha consentito di anticipare (per gli uomini residenti al Nord e figli del baby boom) l’età effettiva della quiescenza in direzione inversa a quella del periodo di godimento della prestazione.

Nelle proposte contenute nel contratto di governo viene valorizzato il pensionamento di anzianità attraverso la possibilità di usufruire di due uscite: quota 100 come somma dell’età anagrafica e dei versamenti contributivi (si è a lungo discusso di inserire un’età minima che ora pare assestata a 62 anni, ma ogni giorno cambiano gli scenari, il perimetro delle modifiche e le platee interessate) o in alternativa quota 41 anni (o 41,5) come anzianità di servizio, a prescindere dall’età anagrafica. …CONTINUA A LEGGERE

Pensioni d’oro? Uno spauracchio. Il vero problema è l’evasione fiscale

Siamo di fronte all’ennesimo tentativo di drenare risorse dalle pensioni medio-alte verso le casse dello Stato. Ma le cifre dicono altro… Il commento di Giorgio Ambrogioni, presidente Cida – su Formiche.net

Sull’argomento pensioni d’oro ci siamo cimentati spesso, difendendo le categorie professionali che rappresentiamo: lo abbiamo fatto, sempre, in punta di diritto, come una questione di principio e mai come una rivendicazione – pur legittima – degli interessi sacrosanti di dirigenti, quadri, alte professionalità. – CONTINUA A LEGGERE