L’Italia del 2019 è caratterizzata da vistose anomalie sia politiche che relative alla magistratura.
Abbiamo un governo, quello giallo-verde, in cui coesistono maggioranza ed opposizione e in cui i litigi quotidiani ricordano quelli della sit-com di Mondaini/Vianello. Avrebbero sconfitto la povertà per legge, ma ci manderanno a sbattere perché non saranno in grado di trovare 22 miliardi per azzerare l’aumento dell’IVA nel 2020.
Nel frattempo il reddito di cittadinanza si è rivelato un “bluff” costoso ed inutile perché larga parte dei nuovi “sussidi” si aggirerà sui 50-200 euro, cifre ben lontane dalle promesse di Di Maio.
L’unica certezza è quella relativa alla assunzione di 3-4 mila “facilitatori” che saranno incapaci di trovare lavoro per gli altri, ma hanno comunque sistemato il “loro”.
Tra un “selfie” e l’altro, intanto la politica è in stallo: tra le ferie del parlamento e le elezioni europee di fine maggio.
Significativo il silenzio del Presidente della Repubblica, sui temi istituzionali diversi da quelli della solidarietà da garantire all’universo mondo afro-asiatico. Altrettanto significativa infine la Sentenza della Corte Costituzionale che ha considerato assolutamente legittimo il pesante ritardo definito, per legge, nella erogazione del TFR/TFS, dilazionata fino a 5 anni.
Qualcuno però ci dovrebbe spiegare quale sia la logica, politica e costituzionale, che sottende alla decisione di non dare subito al neo pensionato i Suoi denari, quelli che ha accantonato mese dopo mese per il Suo TFS/TFR, ossia per quel mucchietto di denaro sul quale aveva (ahi Lui ! ) fatto conto per una serie di iniziative familiari.
Ancora una volta il Parlamento (prima) e la Corte Costituzionale (poi) hanno leso il diritto dei cittadini pensionati, da sempre considerati un “bancomat” della finanza pubblica: contributo di solidarietà, pesanti tagli alla rivalutazione delle pensioni ed infine la “beffa” sull’erogazione del TFS/TFR.
La Sentenza della Corte Costituzionale costituisce un brutto segnale per il destino delle azioni legali intraprese dal Forum Pensionati d’Italia (18 Associazioni pensionistiche per oltre 800.000 pensionati), azioni peraltro “doverose” e “giuste” da intraprendere.
La speranza è che questa nostra magistratura, sempre più ossequiosa verso le estemporanee decisioni di una politica “cieca” verso il futuro, possa finalmente riscattarsi e valutare i provvedimenti politici penalizzanti i pensionati per quello che essi sono: una persecuzione perdurante dall’anno 2000, una persecuzione che colpisce coloro che non possono sfuggire ai tagli ingiusti. Si tratta infatti di tasse a danno di pochi e non di tutta la collettività.
Comunque sia, i pensionati derubati non potranno che reagire con due soli comportamenti: le azioni legali (sia in Italia che in Europa) e l’uso ragionato del voto in occasione delle prossime europee.
A Matteo e a Luigi diciamo a gran voce: “state sereni !”