ANCHE LA C. CONTI di BOLZANO HA BOCCIATO IL NOSTRO RICORSO !

Non c’è 4 senza 5 !

Dopo Venezia, Trieste, Trento e Milano, anche la Corte dei Conti di Bolzano ha bocciato il nostro ricorso 2024 contro i tagli alla rivalutazione pensionistica. Ce l’aspettavamo….

Nei fatti, a Bolzano, il giudice unico delle pensioni – Consigliere FRANCESCO TARGIA – dopo l’udienza del 10/5/24, ha DICHIARATO INAMMISSIBILE IL RICORSO ( i ricorrenti erano 13) per 2 fondamentali motivi:

a) assenza dei decreti individuali di pensione (!!!!) , perché – secondo LUI – pur avendo presentato le tabelle del danno economico individuale dei singoli ricorrenti,  “non si poteva sapere se la pensione del singolo ricorrente era a totale carico dello Stato o degli enti previdenziali confluiti nell’INPDAP….  (!!!!)”

b) assenza della diffida preventiva all’INPS….

Nella sostanza, questo giudice non è entrato nel merito del ricorso.  Il nostro giudizio nei suoi confronti è pesante (ma non lo scriviamo, per evitare querele…) perché:

1) è la prima volta in Italia che viene citata l’assenza dei decreti individuali di pensione, per capire l’origine della pensione stessa…. Le nostre, sono tutte PENSIONI INPS, indipendentemente dalla origine iniziale (INPDAP, INPS etc) delle stesse;

2) non è stata fatta diffida preventiva all’INPS. Come se – in precedenza – la diffida preventiva avesse portato a esiti diversi e come se, soprattutto, l’INPS POTESSE DISATTENDERE UNA LEGGE, soprattutto una LEGGE FINANZIARIA;

3) in questa serie di ricorsi, ad esempio il giudice di Trieste aveva ritenuto di non considerare il punto 2.

CARI SOCI LEONIDA,

È ORMAI INDIFFERIBILE UNA PESANTE RIFORMA della GIUSTIZIA IN ITALIA – civile o penale che sia – UNA RIFORMA CHE RENDA I GIUDICI RESPONSABILI delle DECISIONI CHE PRENDONO e della TEMPISTICA dei loro GIUDIZI!

Comunque sia, Noi dell’APS continueremo a combattere per la difesa delle nostre pensioni…..oggi e domani…

” Ci sarà pure un giudice…a Berlino…..” !!!

S.B.

A ricordo del Nostro Presidente Roberto Mencarelli

Era strapiena, lunedì mattina, 13 maggio, la Chiesa di San Francesco, a Verona. Piena di gente, di amici e conoscenti di Roberto Mencarelli, che erano li per incontrarlo per l’ultima volta.

Una marea di gente, che portava e porterà nel cuore il ricordo di un uomo “bello e buono”, di una persona che è vissuta con il sorriso e con la voglia di risolvere positivamente le difficoltà della vita, piccole o grandi che fossero.

Attorno ai famigliari, si sono stretti in tanti: i compagni del Maffei, i colleghi di lavoro, gli Angeli del Bello, i soci del Rotary, Noi dell’APS-Leonida e Noi, della “vecchia Cimo”.

Una presenza silenziosa ma partecipe, in chiesa e sul sagrato. Per quanto ci riguarda abbiamo preso un impegno: “faremo quello che aveva programmato, pur in mezzo a parecchie difficoltà gestionali. Glielo dobbiamo….perché, anche così, lo ricorderemo…”.

“Ciao Roberto, dacci una mano dall’alto…… Sei il nostro nuovo Angelo Custode…”

firmato e sottoscritto da Tutti i Leonida

Money.it – Pensioni, taglio dell’importo nel 2025. L’ha voluto la Fornero

di Simone Micocci, 14 maggio 2024 – 10:14

Non ci sono buone notizie per chi ha in programma di andare in pensione il prossimo anno. Dopo un biennio in cui il calcolo della pensione è stato molto favorevole, a partire dal 2025 dovrebbe esserci un peggioramento con annesso taglio dell’assegno.

Per il momento non c’è ancora nulla di ufficiale, per quanto i segnali sembrano andare in questa direzione. Per capire le ragioni di questo nuovo taglio delle pensioni atteso per il 2025 bisogna come prima cosa comprendere come funziona il sistema di calcolo utilizzato per trasformare gli anni di lavoro in pensione, specialmente per i periodi successivi al 1996.

Per questi si applica il sistema contributivo, con il quale si prendono i contributi versati dal lavoratore, rivalutati in base all’inflazione, che vengono trasformati attraverso un apposito coefficiente tanto più vantaggioso quanto più si ritarda l’accesso alla pensione.

Ed è proprio a causa di questi coefficienti che potrebbe scattare il taglio per le nuove pensioni: secondo indiscrezioni, infatti, il prossimo anno questi saranno meno favorevoli rispetto a quelli utilizzati nel biennio 2023-2024.

… continua a leggere ⇒ Money_14.5.24_Pensioni-taglio importo nel 2025

“Noi siamo Noi e Voi non siete un c….”

La triste storia.

1) FINE del RETRIBUTIVO per TUTTI  ma NON per i PARLAMENTARI

(data 1/01/1996, Legge Dini 335/1995) perché la loro pensione è diversa: è un vitalizio! Effetto della autodichia (= facoltà di cui godono alcuni organi costituzionali di decidere autonomamente e in deroga alle regole, per il principio di separazione dei poteri… Spetta al Parlamento e alla Corte Costituzionale…).

2) PER i PARLAMENTARI, il  “VITALIZIO” viene legato al CONTRIBUTIVO a far data dal 2012…

3) Poi il SISTEMA CONTRIBUTIVO viene ESTESO anche per i PARLAMENTARI PRE-2012 (anno 2018, governo 5 Stelle…). Quindi,

4) RIVOLTA di 1000 parlamentari (650 deputati e 350 senatori) guidati da Maurizio Paniz, bellunese, ex-parlamentare, contro i tagli ai vitalizi. Ricorsi presentati, per il famoso principio di autodichia, presso i competenti organi interni di Camera e Senato.

5) Luglio 2023: la Commissione di garanzia del Senato (organo inappellabile) ha cancellato la precedente delibera del Senato che aveva introdotto i tagli.

Costo del tutto, al Senato= 40 milioni di euro/anno, in più…

La vicenda “retroattiva” riguarda infatti 851 ex Senatori e 444 familiari di senatori deceduti…

6) E i DEPUTATI? Si è in attesa della decisione della Commissione di garanzia della Camera, tra pochi mesi.  Costo ulteriore? Altri 40 milioni di euro/anno, in più….

COMMENTO di “Lenin”: “Loro pensano di essere DIVERSI da Noi, pensionati INPS della PA… Noi, che siamo stati taglieggiati (21/24 anni) da una serie infinita di leggi finanziarie. Già, ma Noi non siamo “LORO” !!!

NON SOLO DANNI ma anche BEFFE (La Verità, 01/01/24, pag. 6, articolo di Mauro Bazzocchi): IL CASO CHISSO….

…. CONTINUA A LEGGERE ⇒ Lenin_02.05.24_Noi siamo Noi e Voi non siete un…

Ultimissime di aprile 2024

In attesa della Ns. Assemblea di Sabato 13 c.m., Assemblea che sarà decisiva per il futuro prossimo della Ns. Associazione, Vi invitiamo a leggere con attenzione gli ultimi articoli presenti nella Sezione “DOCUMENTI” e in particolare l’articolo del Messaggero del 3/4/24, facendo un confronto tra la tabella 1 (del Messaggero) e la tabella 2 (di Roberto Mencarelli).

Siamo in attesa della decisione del C. Conti di Bolzano (attesa per i prossimi giorni) per fare una valutazione completa – anche in Assemblea – sulla scarsa attenzione che la magistratura contabile sembra avere nei confronti dei ricorsi dei pensionati italiani. Nei confronti non solo dei Ns. ricorsi, ma anche di quelli (numericamente più esigui) fatti dalla Cida e da altre Associazioni.

Anche questo è un segno di quanto la magistratura (contabile e non) si stia rivelando sempre più inadeguata rispetto alle istanze corrette che vengono dai cittadini…

Quaero et non invenio, meliora tempora! (Diogenes)

 

 

 

 

Da Itinerari Previdenziali – Evasione fiscale e sommerso, il contrasto di interessi è la possibile soluzione

di Alberto Brambilla, 18/03/2024

Se ne parla da diverso tempo ma il “contrasto di interessi” tende spesso a essere trascurato dalla nostra politica. Eppure, in un Paese ad alta infedeltà fiscale come l’Italia, potrebbe rivelarsi la soluzione più efficace per le casse dello Stato, per le famiglie e anche per la battaglia contro lavoro nero e sommerso…

…continua ⇒ ItinerariPrevidenziali_Brambilla_18.3.24_Evasione fiscale e sommerso-il contrasto di interessi è la possibile soluzione

Significati e riflessi a proposito della Sentenza della Consulta n. 4/2024

RIASSUNTO DEL PROBLEMA SUSCITATO DALLA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE n. 4/2024

Siamo stati tempestati in questi giorni da Amici pensionati che pensavano che la Sentenza citata potesse portar loro qualche euro arretrato.

Purtroppo non è così.

In effetti la Sentenza n. 4/2024 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 51, c. 3 della legge 388/2000 il quale – in via retroattiva – escludeva maggiorazione della RIA (Retribuzione Individuale di Anzianità) dei dipendenti pubblici nel triennio 1991 – 1993.

Detta norma (legge Amato 438/1992) in realtà, bloccava il rinnovo dei contratti del triennio 1991 – 1993 ma non anche i contenuti degli stessi, che rimanevano in regime di “prorogatio”.

Il problema riguardava in particolare il personale della Polizia di Stato, ma non certamente il personale del comparto sanitario / area della dirigenza medica, per il quale non risulta un blocco dell’incremento della progressione della RIA, tranne che per l’anno 1993 (ope-legis). Va ricordato che, per effetto del contratto 1994 – 1997 (art. 47, area dirigenza medica) dal 1° gennaio 1997 sono stati aboliti tutti i meccanismi di incremento automatico della retribuzione legati all’anzianità.

Ne consegue che la Sentenza 4/2024 non può avere efficacia diretta sulla dirigenza medica. Tuttavia, la Sentenza in questione è interessante perché stabilisce:

  1. la non retroattività di una legge;
  2. il controllo di costituzionalità su giudizi ancora in corso;
  3. la violazione dei principi della certezza del diritto e dell’equo processo (artt. 3, 111 e 117 della Costituzione e art. 6 della Cedu).

NOTA DI SPERANZA:

QUESTA INTERPRETAZIONE VARRÁ FORSE ANCHE PER I NS. RICORSI SUI TAGLI ALLE PENSIONI????   ???

Per ulteriori dettagli, leggete l’articolo di Sizia qui sotto allegato ⇓

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Significati e riflessi a proposito della Sentenza della Consulta n. 4/2024

a cura del  Dott. Carlo Sizia, Esperto previdenziale FEDER.S.P.eV.

A mio giudizio la Sentenza in questione ha portata limitata per la sua specificità, cioè rivolta a coloro che hanno attivato un contenzioso (non ancora concluso con decisione di merito del giudice adito) contro la mancata progressione economica nel triennio 1991, 1992, 1993 della Retribuzione Individuale di Anzianità (RIA), in particolare per il personale della Polizia di Stato, disciplinato dalla legge 121/1981 e dalle previsioni del contratto dei Ministeri (D.P.R. 44/1990, art. 9, c. 4 e 5), a seguito del decreto legge Amato 384/1992, convertito in legge 438/1992 (art. 7, c.1), che in realtà si limitava a prorogare “sino al 31 dicembre 1993 la vigente disciplina emanata sulla base degli accordi di comparto di cui alla legge 93/1983 (legge quadro sul pubblico impiego)” (quindi bloccava il rinnovo dei contratti del triennio 1991, 1992, 1993, non anche i contenuti e le previsioni dei contratti in scadenza al 31/12/1990, ma che rimanevano evidentemente in vigore in regime di prorogatio)…

… continua a leggere ⇒  6.3.24_Parere su Sentenza Consulta n. 4-2024