Sanità: la “cenerentola” nei programmi elettorali – Parte 2

Una cosa è certa: l’emergenza Covid-19 non è finita!!!
Ma tutti i partiti nei loro programmi hanno fortemente trascurato il settore sanitario né discutono nel corso della campagna elettorale di sanità, salute e welfare, limitandosi ognuno a richiamare alla memoria gli errori dell’altro, senza farci conoscere come intenderebbero gestire le grandi emergenze sanitarie ed ambientali che stiamo vivendo.

Da destra a sinistra, per non parlare dei “grillini”, tutti hanno commesso errori, sarebbe, quindi, ora di smettere di guardare al passato e pensare al  futuro.

Continuano a morire in Italia ed in Europa migliaia di persone ogni mese, alcuni con il virus, altri per il virus, comunque il Covid è pur sempre una concausa dell’aggravamento finale ed i numeri dei decessi sono inaccettabilmente elevatissimi. Nonostante ciò nessuno sembra preoccuparsi dei probabili colpi di coda che la pandemia potrebbe riservarci in autunno, mentre la guardia in questi due ultimi mesi di luglio e  agosto si è abbassata eccessivamente.

L’agenda Draghi è diventata un vero e proprio mantra, a volte a proposito, ma il più delle volte a sproposito. È pur vero che il suo PNRR destina importanti  risorse economiche alla sanità, risorse, come più volte da noi evidenziato, insufficienti per far fronte sia ai nuovi bisogni di salute determinati dalla pandemia che alla drammatica carenza di personale sanitario, soprattutto medico ed infermieristico.

Non esiste struttura sanitaria che non sia in affanno per una grave carenza di organico. Il Presidente della regione Calabria qualche giorno addietro  ha firmato un accordo con la Società Medica Statale di Cuba per avere circa 500 medici al fine di “garantire il diritto alle cure dei cittadini calabresi” senza considerare che avrebbe potuto richiamare ai suoi doveri, anche da un punto di vista legale, l’università di Catanzaro che ha in pratica impedito l’utilizzo di oltre 650 specializzandi nelle varie strutture sanitarie calabresi. A ciò si aggiunga la notevole spesa di 3.500 euro mensili netti per medico, più rimborso spese di 1.200 euro mensili, più benefit vari, senza considerare la diversità di lingua, la non sempre semplice integrazione in un sistema di cure diverso da quello cubano e tutti i problemi medico-legali inerenti. Anche la regione Friuli Venezia Giulia ha approvato l’assunzione di personale sanitario non UE con titolo di studio non riconosciuto dal Ministero della Salute. Possibilità esistente anche in Emilia Romagna e Toscana.

Ciò premesso passiamo  alla marginalità con cui i temi sanitari vengono trattati all’interno dei programmi elettorali: poche idee, in parte trite e ritrite, nessun accenno ai costi dei progetti, nessuna attenzione “vera“ verso i protagonisti della sanità: medici, infermieri e tecnici.

Per questo, abbiamo deciso di esaminare analiticamente i temi sanitari elettorali. Perché? Perché la PANDEMIA ha messo in chiara luce lo stato disastroso della sanità pubblica attuale, sia ospedaliera che territoriale.

La sanità/salute, bene pubblico per eccellenza, è stata  oggetto di tagli massicci (superiori ai 35 miliardi in 11 anni), di pesanti blocchi nell’assunzione del personale, di contratti collettivi di lavoro varati in ritardo per ben quattro volte, di massicci pensionamenti, senza ricambi (nemmeno numerici) decenti.

A ciò si aggiunga il dato numerico relativo a quanto  avverrà nei prossimi cinque anni: ben 45.000 medici andranno in pensione, un’emorragia che riguarderà sia i medici di famiglia sia i medici ospedalieri. E le previsioni a 10 anni sono ancora peggiori: da oggi al 2028, infatti, andranno in pensione complessivamente 33.392 medici di base e 47.284 medici ospedalieri, per un totale di 80.676  MEDICI.

E i MEDICI, checché se ne dica, sono il cuore pulsante del sistema: senza medici il restante personale sanitario (pur preparato e importante) può svolgere solo un ruolo ancillare perché – questa è la realtà – solo i MEDICI fanno diagnosi e terapia. Gli altri “dottori” sono importanti, importantissimi (lo sappiamo da decenni!) ma hanno altre funzioni.

Di fronte a queste prospettive, pensavamo di  trovare proposte innovative nei programmi elettorali: ricorso a fondi europei (quali il Meccanismo europeo di stabilità – Mes) per aumentare il finanziamento al settore, rimozione dei vincoli di accesso agli studi universitari ed alle specializzazioni, ritardo (su base volontaria) del pensionamento; modifiche organizzative e – soprattutto – la proposta di una REVISIONE COMPLETA del SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE, datato 1978.

E, invece, nulla di tutto questo…

… continua a leggere… ⇒ Sanita_Cenerentolanei ProgrammiElettorali_Poerio-Biasioli-Gonella_22.8.22-new

…articolo pubblicato sabato 27 agosto su ⇒ StartMagazine.it