09.03.2022
I miei amici mi chiamano “Lenin”, da una vita. Non perché sia un comunista di vecchio stampo (“non c’è pericolo”) ma perché la mia faccia ricorda quella di quel Vladimir (1870-1924) che i russi chiamavano Lenin.
EccoVi allora le mie considerazioni, da “vecchio Lenin”, ossia da pensionato che pensava di poter continuare a vivere in pace. Non è stato così.
Prima, il dramma del COVID e la sprovvedutezza di chi ci ha governato dal 2019 ad oggi. Capi di governo e il pluriennale ministro che di “speranza” ha solo il cognome ma non certo la sostanza. Costoro hanno blaterato di “guerra al Covid” e per vincerla sono stati costretti a passare da un commissario “facente tutto e male” a un generale, che – per nostra fortuna- ha messo in piedi una campagna vaccinale efficiente e efficace, nonostante la presenza dei soliti NO, dei NO VAX.
Nella battaglia contro il virus, gli italiani sono stati “precettati” e guidati con i paraocchi da chi ha creato una emergenza pluriennale (terminerà il 31/3/22, forse), supportata da decine di DPCM para-costituzionali, tutti avvallati dalla magistratura e dal Quirinale.
Ora, la guerra in Ucraina. Una guerra condotta in prima persona dai poveri ucraini, contro l’invasore, quel Putin, fino all’altro ieri amico di molti nostri politici.
L’UE e l’Italia stanno a guardare il massacro ucraino, il massacro di un popolo che vuole comunque difendere la sua autonomia e la sua nazione. “Armatevi e partite”…. ma Noi europei stiamo a guardare, limitandoci all’invio di supporti bellici e di blocchi finanziario-economici che finiranno con il ritorcersi contro l’economia europea e – soprattutto – la nostra Italia, che abbiamo scoperto poco autonoma, in tutto.
Sanzioni contro Putin e gli oligarchi, ma solo fino a un certo punto… per evitare di irritare troppo il capo del Cremlino, che ha detto che non farà sconti a nessuno…
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