Il reddito criminogeno (e i suoi amici). L’analisi di Pennisi

In uno Stato Criminogeno ci sono norme che portano particolarmente a delinquere? Una di questa pare essere la legislazione sul “reddito di cittadinanza” (e alcuni aggiungono l’interpretazione che ne ha data l’Inps facendo i controlli sostanziali dopo aver accettato domande sulla base di autodichiarazioni)

Nel 1997, Giulio Tremonti pubblicò presso l’editore Laterza un saggio che non trattava della sua disciplina accademica (diritto tributario) intitolato “Lo Stato Criminogeno”. Il messaggio era semplice ed eloquente: uno Stato con troppe norme (spesso contradditorie le une con le altre) spinge i cittadini a contravvenire, quindi a delinquere. Nel 2018, Pierluigi Ciocca, economista il cui orientamento politico è marcatamente differente da quello di Tremonti, ha pubblicato presso l’editore Donzelli un saggio dal titolo “Tornare alla crescita – Perché l’economia italiana è in crisi e cosa fare per rifondarla”, il messaggio era il medesimo: da un’analisi della storia economica del Paese, Cioccia concludeva che l’Italia è cresciuta quando le regole (soprattutto del diritto pubblico dell’economia) erano poche, semplici e trasparenti in modo che potessero essere comprese e seguite.

In uno Stato Criminogeno ci sono norme che portano particolarmente a delinquere? Una di questa pare essere la legislazione sul “reddito di cittadinanza” (ed alcuni aggiungono l’interpretazione che ne ha data l’Inps facendo i controlli sostanziali dopo aver accettato domande sulla base di autodichiarazioni). Da quello che si legge nelle cronache giudiziarie della stampa quotidiana (ormai da due anni) sembra che uno strumento concepito per alleviare la povertà e fare uscire dalle sue molteplici trappole tramite la formazione ed il lavoro sia diventato un’incitazione a delinquere, non solo per qualche “furbetto” ma per la criminalità organizzata anche internazionale…. continua a leggere ⇒ formiche_Reddito criminogeno_14.11.21

Commento di Stefano Biasioli 

Questo articolo dell’amico Giuseppe PENNISI – valente economista – appoggia chiaramente la NOSTRA RICHIESTA di SEPARAZIONE dell’ASSISTENZA dalla PREVIDENZA, nel BILANCIO INPS. Non solo, ma ipotizza la creazione di un ente separato per gestire l’assistenza e soprattutto il contestato reddito di cittadinanza, con adeguati controlli preventivi !