di Catone Il Censore
25/02/2021, su startmag.it
Il corsivo sul gran ballo delle mascherine
Nella Roma del Papa Re, Giuseppe Gioacchino Belli sfornava sonetti a tempo perso con critiche severe alla corruzione allora dominante a Palazzo, dai Cardinali ai cuochi ed agli stallieri.
Il suo incarico ufficiale, però, era quello di presiedere la commissione di censura.
In questa veste era al corrente di tanti fatti e misfatti e anche lui di fronte al fascino delle monete sapeva accontentare i propri amici, trovando sagaci scappatoie.
Quando Giuseppe Verdi e l’editore Ricordi lo andarono a trovare perché l’opera “Gustavo III” veniva vietata in tutti gli Stati e Statarelli dell’Italia di allora, fu lui che, in cambio di qualche cortesia, trovò la soluzione: mutare il luogo dell’azione (dal Regno di Svezia alle colonie americane) ed il titolo (dal nome di un Re morto ammazzato durante una festa a Corte a quello, più prosaico, di «Un ballo in maschera»).
Oggi chi si aggira nel riquadro 49 dell’Altipiano del Cimitero Monumentale Campo Verano di Roma, dove c’è la tomba della famiglia Belli, sente bisbigliare, canticchiando, «ballo in mascherine». Pare che l’anima del poeta stia verseggiando un sonetto sulla vicenda tragicomica delle mascherine e delle supposte tangenti (altro che qualche monetina da Casa Ricordi!) che la avrebbero accompagnata….continua a leggere ⇒ IlGranBallodelleMascherine_startmag_25.2.21
Brevia n. 7:
Da Marco Perelli Ercolini: