BORBOTTII di ZAIA sulla LIBERA PROFESSIONE dei MEDICI OSPEDALIERI

…a chi può interessare. Al Presidente Zaia, di certo interessa….

Stefano Biasioli – 28 novembre 2020

PREMESSA (doverosa)
Sono il dr. Stefano Biasioli, anni 77, Primario Nefrologo ospedaliero, in pensione.
Ho lavorato negli ospedali pubblici, a tempo pieno, dal Novembre 1969 al 31 Gennaio 2008.
Ho lavorato a tempo pieno (in teoria 40 ore/settimana, nella prassi almeno 50 ore/settimana).
Ho passato 3 anni interi complessivi della mia vita ospedaliera ad essere di guardia o di pronta disponibilità (reperibilità).
Nel tempo libero ho fatto due cose:

  1. il sindacalista medico autonomo, prima in Veneto e poi a Roma, con significative cariche nazionali, inclusa  quella di Presidente Nazionale della CIMO (Confederazione italiana dei medici ospedalieri)dal 1999 al 2009;
  2. la libera professione (LP) intra-moenia (ossia all’interno dell’ospedale), in un orario aggiuntivo a quello contrattuale (le solite 40 ore, allora, poi diventate 38 teoriche..).

Ho firmato, come Presidente della CIMO, il contratto 2002-2003, quello che ha scritto le regole della libera professione dei medici ospedalieri (da fare extra-orario di lavoro e a tariffe concordate con l’ospedale): libera professione “pura” intra-moenia; libera professione extra-moenia (fuori dall’ospedale e con autorizzazione dell’ASL/ULSS); libera professione d’azienda; libera professione d’equipe.
Per inciso, quell’accordo finale, nel CCNL 2002-2003, relativo alla LP è arrivato alle 6 del mattino, dopo una notte di pesanti discussioni nella sede dell’ARAN , in Via del Corso, a Roma. La sede ARAN, quella che era prima la “casa” del PSI; quella dove la gente ha buttato le monetine a Craxi, che usciva dal portone…

SOSTANZA
Conosco bene le regole della LP, che sono marginalmente cambiate da allora. Nonostante i tentativi pluridecennali della Triplice di cancellare questo presunto “privilegio contrattuale ai medici”.
Ho apprezzato Zaia (voto 8/10) per come ha condotto la strategia regionale veneta contro il COVID. Ho apprezzato l’impegno pressoché quotidiano (6 gg/7) delle conferenze esplicative in quel di Marghera (Venezia), nella sede della Protezione Civile.
Ma, lo dico chiaramente, non concordo con la recente scelta di bloccare, in tempi di COVID, l’attività ambulatoriale dei medici ospedalieri. Attività, lo ribadisco, fatta al di fuori dell’orario di lavoro, su base volontaria.
Alla specifica domanda postagli da un giornalista (29/11/20, ore 13) sulle motivazioni di una tale scelta, Zaia – in chiara difficoltà – ha borbottato che:

aè una scelta temporanea legata al COVID;
b) avendo bloccato tutta l’attività ambulatoriale istituzionale ha deciso di bloccare anche quella LP per “evitare disparità tra i cittadini, tra chi può pagare e chi non può farlo”.

SIC, capite? Come se questo, in Italia, non avvenisse dal dopoguerra e come se i CCNL (contratti collettivi nazionali di lavoro) fossero scritti sull’acqua. Come se, anche nel campo della salute, non ci fossero; i soggetti protetti/coperti dal solo SSN; i soggetti coperti anche da una Assicurazione malattia privata; i soggetti disposti a pagarsi (ogni tanto ) una visita libero-professionale, per scelta, e non per bypassare semplicemente le lunghe liste di attesa.
Liste di attesa volute da chi (centro destra o centro-sinistra, gialloverdi o giallorossi) ha per decenni tagliato gli organici medici, ha per decenni tagliato i fondi sanitari/i letti ospedalieri/ i posti letto per l’emergenza. Per decenni ha considerato la sanità un“interesse minore per il Paese” con una spesa sanitaria pro-capite inferiore alla media UE. E ha bloccato la  spesa per il personale ospedaliero (tutto) a quella del 2004. Senza considerare cosa è avvenuto dei CCNL sanitari: in 20 anni, 5 CCNL non rinnovati o rinnovati in ritardo e finanziati con pochi denari. Compreso l’ultimo della serie.

I BORBOTTII di ZAIA SONO INDICATIVI
Ignorano i diritti dei sanitari ospedalieri, coinvolti o no direttamente con il COVID.
Presuppongono che tutte le strutture ambulatoriali ospedaliere siano impegnate con il COVID, ma così non è, mentre lo è – spessissimo – per i reparti ospedalieri (pneumologie, infettivi, chirurgie, geriatrie, medicine, sale operatorie, pronti soccorsi).
E, allora, perché questi“santi e eroi” medici ospedalieri non possono lavorare, nel loro tempo libero, in ospedale o nelle strutture ambulatoriali extra-ospedaliere?
“Santificati”in primavera, “cornuti e mazziati” in autunno-inverno.
Caro Zaia, ammetti il Tuo errore e togli questa folle regola.
In alternativa, copri economicamente il danno mensile subìto dai singoli medici, sulla base del fatturato fatto da loro, l’anno scorso, in questi stessi mesi.
Insomma, caro ZAIA, tratta i “tuoi medici veneti” con gli stessi criteri usati per tutti gli altri soggetti con partita IVA !!!
Né santi né cornuti.
In attesa che arrivino le solite centinaia di denunce legate ai morti per COVID.

« Quandoque dormitat Homerus !»