RIFORMA PENSIONI. Poletti: legge Fornero si può modificare (ultime notizie)

Premessa:

Ormai   è  cosa  certa  : la legge Fornero sarà  MODIFICATA ! In questo articolo , di oggi 15 gennaio , alcune proposte  inserite nei programmi elettorali delle forze politiche per la  consultazione del prossimo 04 marzo. Buona lettura

Riforma pensioni, ultimissime. Poletti: legge Fornero si può modificare. Tutte le novità e le news sui principali temi previdenziali di oggi 15 gennaio 2018.

A cura di: Lorenzo Torrisi

POLETTI: LEGGE FORNERO SI PUÒ MODIFICARE

Anche Giuliano Poletti difende la Legge Fornero, spiegando che gli italiani l’hanno vissuta come un’ingiustizia, “ma penso che abolirla non sia ragionevolmente possibile, perché si metterebbero a rischio i conti del nostro Paese”. Ai microfoni di Sky Tg24 il ministro del Lavoro ha comunque detto di ritenere che la Legge Fornero vada modificata, visti i difetti che ha mostrato di avere, e in questo senso ha ricordato il lavoro fatto di concerto con i sindacati si questo fronte. “Abbiamo fatto una scelta di equità, perché abbiamo deciso che non tutti i lavori sono uguali e si può trattare diversamente chi fa lavori usuranti o pesanti. Questa strada di una modifica, che risponda a criteri di equità, è una cosa che si può e si deve fare. È un tema di discussione che va preso in maniera seria e rigorosa”, ha detto Poletti secondo quanto riportato da Askanews.

BERLUSCONI CONFERMA IL PIANO-MINIME A 1000 EURO

Silvio Berlusconi in diretta a Domenica Live ha confermato una volta di più la sua personale proposta sulle pensioni per il possibile governo del centrodestra dopo il 4 marzo: nonostante le parole di Salvini sulla Legge Fornero, negli studi “di casa” a Mediaset Silvio “glissa” su questo e punta dritto sul discorso delle “pensioni minime”. «Aumenteremo tutte le minime a 1000 euro al mese. Un’altro aiuto alle famiglie e ai pensionati e in particolar modo alle donne che sono quelle che più di tutti lavorano nella vita visto che badano anche alla casa e ai figli ogni giorno e ogni sera». Una ricetta rilanciata che dunque al momento non pone altre novità rispetto al mantenimento parziale o esclusione totale della legge Fornero già modificato dall’ultimo governo di centrosinistra. Un Berlusconi “in forma” che rilancia anche sul taglio delle tasse con la proposta della flat tax, questa condivisa appieno da tutto il fronte della coalizione di centrodestra. (agg. di Niccolò Magnani)

DATI ISTAT: MENO PENSIONI MA PIU SPESA

I dati Istat mostrano con chiarezza come nel 2016 la “cura” messa in programma dal Governo sulle pensioni ha avuto qualche frutto sperato anche se ha innalzato le spese oltre ogni previsione e dunque con relativi problemi annessi: «nel 2016 i pensionati sono scesi a quota 16,1 milioni, contro i 16,8 milioni del 2008. In termini assoluti si tratta di 715.047 persone in meno, che corrisponde a una riduzione del 4,3%. Nello stesso periodo, però, la spesa per gli assegni è aumentata di 41,2 miliardi, passando da 241,2 miliardi a 282,4 miliardi (+22,3%)», si legge nelle tabelle dell’Istat pubblicate ed elaborate da Adnkronos. Non solo, la crescita della spesa è andata ancora oltre con la “sospensione” della riforma Fornero: «si stima che in questi anni siano stati ‘risparmiati’ 15-16 miliardi l’anno, a cui però bisogna aggiungere i costi dei diversi interventi compensativi (dalle salvaguardie degli esodati all’ape). Il sistema pensionistico costa sempre di più a causa dell’incremento degli assegni, che in media sono aumentati del 22,3%, passando da 14.373 euro del 2008 a 17.580 euro del 2016 (+3.207 euro)».

MIUR, “35MILA PENSIONI”: 100MILA POSTI VACANTI

Le pensioni agitano ancora il mondo scolastico: in piena discussione sul rinnovo dei contratti statali per ogni dipendente del comparto Scuola, il Miur annuncia che sono stati presentate 35mila domande di assegni pensionistici tra docenti e personale Ata (amministrativi, i tecnici, i collaboratori scolastici e i Dsga). Se si tiene conto delle tante altre domane di accesso all’Ape Social già presentate negli scorsi mesi, i vari riposti d’ufficio e le pensioni ordinarie, la cifra che “travolge” la scuola dal prossimo 1 settembre è di circa 100mila posti vacanti da riempire con urgenza. Critiche feroci dai sindacati, specie Anief-Cisal e altri minori, che contestano i dati ancora presenti nella riforma pensioni: «È assurdo che dal quota 41. Quota 100 vuol dire che la somma dell’età anagrafica e contributiva è uguale a 100 e quindi si può accedere ai benefici previdenziali. Quota 41 non fa riferimento all’età anagrafica ma esclusivamente ai 41 anni contributivi previsti per prendere benefici previdenziali”.