COMMENTO all’articolo:
1) IN UN PAESE CIVILE, qual’è il costo del SSN, in rapporto al PIL?
Non certo il valore attuale (6,5% PIL, dice costui). Ma questo 6,5% è tutto a spese dello stato (NOI) o comprende anche la spesa out-of-pocket (circa 35 miliardi/anno)?
Secondo noi sanitari un paese civile (UE + etc) dovrebbe spendere circa il 7,2% del PIL per avere una sanità decente.
Ce accorgiamo in tempi di Coronavirus: mancano letti di degenza, mancano letti di terapia intensiva, mancano medici e sanitari vari.
2) Nei fatti, i tagli economico-sanitari che avrebbero dovuto toccare le 7 Regioni in deficit, sono ricaduti anche sulle regioni virtuose (Veneto, Lombardia, E. Romagna, Toscana, Friuli-V.G., TN-BZ..) con le conseguenze odierne.
3) Dice costui che i ..”servizi sanitari non sono peggiorati…”…evidentemente non conosce i tempi di attesa…
4) Non sa leggere i dati: se la spesa per il lavoro dipendente nel SSN è passata dal 35% del totale (anno 2002) al 30% del totale (anno 2019) ci sono almeno 2 motivi, che costui non sa.
IL GOVERNO NON HA STIPULATO 4 contratti collettivi della Sanità (buco nel 2005, buco nel 2008, contrattino nel 2009, buco nel 2012 e nel 2015, contrattino nel 2018 con postumi nel 2019) e NON HA RIMPIAZZATO I SANITARI ANDATI IN PENSIONE (10.000 medici e 25.000 infermieri).
5) L’aumento dei consumi intermedi (2002=20,3% della spesa totale; 2018= 29,8% della spesa totale) è certamente legato ai farmaci costosi (che sono necessari, per l’esplosione delle malattie oncologiche e infettive) ma anche ad un aumento di altri consumi, che mi piacerebbe venissero precisati.
Nel frattempo un mucchio di farmaci già “gratuiti” è diventato a pagamento, passando dalla Fascia A alla Fascia B.
Tutto questo ci dice che ora, dopo la buriana del Coronavirus, dovremo RISTRUTTURARE IL SSN DALLE FONDAMENTA.
Stefano Biasioli
Primario Nefrologo in pensione
Segretario dei pensionati veneti autonomi (APS Leonida)