Vi racconto la bizzarra storia di noi medici pensionati (chiamati nuovamente alla leva)

L’intervento di Stefano Biasioli startmag.it – 30.03.2019

L’Italia è proprio uno strano paese. Un posto in cui la memoria storica o è scomparsa o non serve a nulla. Un posto dove le “notizie false ” (ad esempio la modella morta per contaminazione nucleare) prevalgono su quelle vere, messe sempre in angolo, reiette.

Adesso, finalmente, la politica ha preso atto che la sanità è in crisi: crisi di finanziamenti (quasi bloccati dal 2008 in poi, e con una percentuale di finanziamento rispetto al pil inferiore alla media europea); crisi strutturale (pochi posti letto per acuti, insufficienza di posti letto per cronici, vetustà media degli edifici ospedalieri); crisi di affidabilità (come dimostrata dalle numerose cause sanitarie); crisi di organici (personale medico, infermieri, tecnici).

La politica se ne è accorta tardi, ma – come al solito – pensa di affrontare questa grave criticità con i “pannolini caldi” e non con soluzioni rapide, drastiche, ragionate.

Sono partite le giunte leghiste del nord (Veneto e Lombardia) a proporre il “richiamo alle armi” dei pensionati.

Si sono aggiunti i ministri dell’università e della salute a proporre lo sblocco del numero chiuso a medicina e 2000 borse di studio specialistiche in più.

Pannicelli caldi. Da parte di regioni teoricamente virtuose sul piano sanitario. Da parte di ministeri che, per decenni hanno ignorato il problema……. continua a leggere QUI