…delle pensioni cosiddette «Pensioni d’oro»
- “GOLPE di STATO” del mondo della “ASSISTENZA” sul mondo della “PREVIDENZA”. Il Governo giallo-verde vuole usare i contributi versati dai lavoratori a favore di chi non ha mai lavorato o ha fatto il fannullone. Se lo Stato vuole dare a costoro una pensione lo deve fare con risorse erariali e non con risorse contributive destinate alla copertura delle future pensioni di chi ha sgobbato una intera vita.
- Se così avverrà, lo STATO (democratico) di DIRITTO verrà cancellato da uno STATO (populista) SOCIALE che punta a far trionfare sentimenti di odio e di invidia tra i membri della comunità nazionale, anziché sentimenti di pacifica e responsabile convivenza civile.
- Per quanto sta succedendo, vi è la necessità di fare un CENSIMENTO del numero delle pensioni che vengono erogate con versamenti contributivi pari a ZERO (chiosa: tutte le pensioni integrate al minimo, per insufficienza dei contributi versati, comportano un esborso erariale di 21 miliardi di euro all’anno! Se non è questo già da tempo, da oltre 40 anni, un “reddito di cittadinanza”???!!!!).
- Vi è inoltre la necessità di fare un CENSIMENTO volto ad effettuare un’operazione di trasparenza/conoscenza/informazione atta ad indicare/evidenziare la quota (la percentuale) di pensione che risulta coperta dal coacervo dei contributi versati, il c.d. Montante Contributivo (sommatoria dei contributi versati rivalutati alla data del pensionamento).
- Al riguardo, non può tacersi, ad esempio, che la platea di alcune categorie, quali ferrovieri e postelegrafonici, è “foraggiata” dall’erario: rispettivamente per 4 miliardi e per 1 miliardo, a motivo del fatto che i contributi versati dai lavoratori dei relativi settori attualmente in attività sono largamente insufficienti per l’erogazione delle pensioni in atto.
- Il programma governativo dei 5stelle mirante a colpire le c.d. “pensioni d’oro” modifica in corsa – attraverso il “Ricalcolo Contributivo” – le regole/norme vigenti al tempo dell’andata in pensione (è come se un arbitro di calcio, senza avvertire i giocatori prima dell’inizio della partita, fischiasse un calcio di rigore in caso di fallo in qualsiasi zona del campo e non solo in area di rigore). È questo un grave e pericoloso vulnusal principio dello “affidamento” (leale ed etica relazione) Stato/Cittadino da un lato ed al principio del “tempus regit actum” dall’altro.
- Il prospettato “Ricalcolo Contributivo” da parte del Governo non può – al fine di rispettare e non violare il precetto dell’articolo 3 della Costituzione ed al fine di essere credibile – non interessare/riguardare tutti i pensionati (anche, pertanto, le c.d. pensioni baby che sono numericamente tantissime e riguardano, ad esempio, insegnanti che, dipendenti dello Stato, sono andate in pensione in pensione a 31-32 anni di età con 14 anni 6 mesi e 1 giorno di contributi e che percepiranno la pensione per oltre 50 anni in rapporto alle loro aspettative di vita, cumulando oltre 600.000,00 euro di pensione a fronte di non più di 100.000,00 euro di contributi). Il “Ricalcolo Contributivo” delle pensioni in atto, se giuridicamente possibile, va effettuato in maniera generalizzata e universale, con riferimento cioè a tutte le posizioni pensionistiche in essere. In tal caso sarà verificato che le c.d. “pensioni d’oro” sono quelle dalle quali esita il più alto tasso (80/85%) di copertura contributiva, senza tacere che hanno pagato e continuano a pagare l’aliquota fiscale marginale massima – 43% – al pari di quanto fatto per decenni in costanza di rapporto di lavoro.
- Le modalità e i criteri del prospettato “Ricalcolo Contributivo” non sono a tutt’oggi note. Quel che è certo è che si verificherà, per i dipendenti statali, un vero e proprio busillis. Come si potrà infatti fare il “Ricalcolo Contributivo” in assenza del relativo database cartaceo o informatico che sia, database che è esistente soltanto dal 1996 in avanti? Per il periodo precedente lo Stato ha solo calcolato ma non versato i contributi di propria competenza (iscrivendoli/riportandoli tra i Conti d’Ordine in Entrata e in Uscita!).
- A seguito delle risultanze di simile mastodontica operazione di eventuale ricalcolo, andranno toccate anche le pensioni di importo superiore al minimo per rispetto del principio di uguaglianza di cui all’art. 3 della Costituzione, con la conseguenza che molte delle stesse dovranno quasi sicuramente essere ridotte al disotto dell’importo minimo: in tal caso dovrà scattare l’intervento integrativo da parte dello Stato attraverso la fiscalità generale.
- In presenza di una GENERALIZZATA e UNIVERSALE OPERAZIONE di “Ricalcolo Contributivo” non potranno essere ignorate le percentuali risultanti dal rapporto importo dei contributi versati = Montante Contributivo/importo della pensione corrisposta. Le c.d. “pensioni d’oro” esiteranno la percentuale più elevata del rapporto in parola. Così non sarà di certo per i ferrovieri, per i postelegrafonici, per i titolari delle pensioni baby e per tante altre categorie.
Firmato: il Direttivo dell’APS-LEONIDA – 18 luglio 2018