Caro direttore,
TV locali e giornali (es. Il Giornale di Vicenza, pag. 1 e 6 del 3/07/24) riportano la notizia che, secondo Zaia-Annicchiarico-Lanzarin, in Veneto le liste di attesa saranno abbattute anche grazie e soprattutto all’intelligenza artificiale! Miracolo dei miracoli…
Progetto sperimentale allo Iov e all’Ulss 8: nuovo gestionale, elenco degli esami richiesti e poi la IA incastrerà date degli esami e visita di controllo.
Bellissimo, in teoria.
Ma in un altro mondo sanitario, visto quello che succede – ogni giorno – al paziente e all’operatore sanitario, medico e non medico.
Al medico specialista convenzionato non è consentito fissare la data dei controlli periodici (abbandonati quindi alla bizzarrie dei Cup che non colloquiano tra di loro, soprattutto tra provincia e provincia), a costui è impedito evitare che i diabetici debbano fare percorsi infiniti e costosi per il rinnovo della patente, è impedito formulare i piani terapeutici per le nuove classi di antidiabetici, sovraccaricando così gli specialisti dipendenti.
Su 10 pazienti visitati, 2 si lamentano dei tempi di attesa e della distanza tra il domicilio e l’ambulatorio. Spesso si tratta di vecchietti con mobilità limitata e poche risorse economiche…
Certo, mancano 3.500 medici, in veneto. Ma la soluzione non è l’IA per gli oncologici e i cardiopatici. Le liste di attesa non riguardano solo ortopedia, cardiologia, oculistica, dermatologia, oncologia… E i diabetici? E gli obesi? E i vecchiotti? E i nefropatici? E i tireopatici? E i prostatici?
Gli italiani sono invecchiati e vorrebbero essere curati, dal medico di famiglia e dagli specialisti. Come una volta, senza tirare fuori centinaia di euro, ogni volta, dalla tasca, per pagare la sanità privata (che, per fortuna, c’è e funziona…).
E allora cosa fare?
Cambiare le regole, a partire da Spid e dintorni informatici, semplici per i giovani ma terrificanti per molti anziani. Su questo occorre investire oggi: su regole semplici e chiare, sull’aiuto alle prenotazioni, sulla chiarezza nelle risposte. E sulla gentilezza degli addetti… Ritornando infine al “vecchio medico di famiglia”, che tanti problemi conosceva e risolveva…
Stefano Biasioli
N.B. 25 anni fa la Regione Veneto ha finanziato una mia ricerca che consentiva di informatizzare, semplificandola, la diagnostica sanitaria e la valutazione del rischio clinico. Sapete che fine ha fatto quella ricerca? È rimasta in qualche oscuro cassetto a Venezia…