Leonida – 07 dicembre 2022
Siamo in Avvento, giornate che precedono in Natale e – prosaicamente – il varo definitivo della Legge di Bilancio 2023.
Una legge importantissima, la prima del Governo Meloni, ma scritta (lo dicono quasi tutti) al 95% da Draghi. Poiché il 2023 potrebbe essere un anno amaro per l’Italia, l’articolazione della spesa pubblica 2023 diventa fondamentale. Eppure, eppure da giorni i giornali sono pieni di dibattiti sul POS (Pos si, Pos no, No-Pos) e sul superbonus, mentre sembrano passati in cavalleria i micidiali tagli previsti – in Finanziaria- per le pensioni superiori ai 2100 euro lordi/mese.
Tagli micidiali e con danno permanente per tutti gli anni a venire (pensioni dirette e indirette), legati alla mancata applicazione della legge 388/2000 e all’aver aumentato il numero delle fasce pensionistiche da tagliare, con minor recuperi “reali” sull’inflazione (pur sottostimata).
Come al solito in Italia, quando c’è un problema enorme (i nuovi tagli alle pensioni) qualcuno adopera mezzi di distrazione di massa. E, così, giornali, radio, TV + svariate tecnologie informatiche sono ZEPPE di POS-SI e POS NO, mentre i SALASSI ALLE PENSIONI vengono – volutamente – messi in un angolo buio e nascosto.
Noi, che i conti li abbiamo fatti e conosciamo i danni economici – fascia per fascia- non staremo zitti. Siamo riusciti a far pubblicare alcuni articoli, abbiamo contattato il centro-destra, ottenendo finora solo l’appoggio di Forza Italia, che presenterà un emendamento, in merito.
Non sappiamo che fine farà – questo emendamento- perché alla Camera ne sono stati presentati 450 (200 dalla maggioranza, 250 dall’opposizione). Non ci facciamo illusioni.
Se l’art. 58 non cambierà saremo COSTRETTI ad impugnare i nuovi tagli, dissotterrando l’ascia di guerra.